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Ore 7: il M5S ha perso la verginità (politica)

L'editoriale di Nico Perrone, direttore dell'Agenzia Dire, per #DireOggi

Pubblicato:20-03-2019 16:15
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:15

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ROMA – È successo, questa mattina poco dopo le sette. Agenti alla porta, con un mandato di arresto in mano. Marcello De Vito, esponente di spicco del M5S, presidente dell’assemblea comunale di Roma, di fatto il numero 2 dopo la sindaca Raggi, è finito in manette e condotto nel carcere romano di Regina Coeli. E questa mattina è finita la verginità (politica) del Movimento 5 Stelle.

Nato per mandare in galera tutti i corrotti, adesso se li ritrova in casa propria. E non basta l’espulsione lampo dal Movimento decisa dal capo politico, Luigi Di Maio, a rendere meno grave quanto accaduto. Chi ha dimenticato le conferenze stampa dei ‘grillini’ di Roma, quando venivano indagati quelli dell’ex Giunta e il sindaco Marino, che si presentavano davanti ai giornalisti con chili di arance che mettevano in bella mostra?

Quello di oggi è un colpo duro, durissimo per il Movimento. La sindaca Raggi stasera parlerà a ‘Porta a Porta’, cercherà di arginare, di mettere paletti attorno a De Vito. Se il tribunale deciderà che è stato corrotto, lui pagherà. Ma quanto accaduto avrà subito delle conseguenze. La legge della politica è spietata: quando uno cade, quando un avversario politico è in difficoltà, altri si fanno sotto.


Primo il capogruppo della Lega al Comune di Roma, che sorvolando sul fatto che al Governo stanno insieme, ha usato parole di fuoco contro il M5S: “Noi non siamo come loro e non gioiamo per i guai giudiziari dei nostri avversari. È un brutto colpo per Roma, da due anni e mezzo la città è nell’immobilismo più completo..”. Non sarà facile per la sindaca Raggi togliere la macchia.

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