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Endometriosi, oggi più facile conviverci e avere figli

Le tecniche di procreazione medicalmente assistita possono essere un valido aiuto per le donne che soffrono di endometriosi. E la gravidanza ha un impatto positivo sulla malattia

Pubblicato:20-03-2019 11:29
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:15
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ROMA – In occasione del mese della sensibilizzazione sull’endometriosi e con l’avvicinarsi della Giornata mondiale, Ivi diffonde un messaggio positivo per le donne affette da questa patologia che desiderano avere un figlio. “Oggi convivere con l’endometriosi si può– afferma la dottoressa Daniela Galliano, direttrice del Centro Ivi di Roma- perché è possibile tenere sotto controllo i sintomi e mantenere una buona qualità di vita. Inoltre, nei casi in cui la donna non riesca a rimanere incinta naturalmente è possibile ricorrere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita con buone possibilità di avere un bambino. È importante sottolineare come la gravidanza abbia un impatto positivo sulla malattia, poiché riduce le fluttuazioni ormonali tipiche di questa patologia che sono la causa dei forti dolori”.

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Sette anni per la diagnosi

I numeri dell’endometriosi sono piuttosto allarmanti: 10-15% la stima delle donne affette da questo problema, principalmente in un’età che va dai 30 ai 40 anni e con un ritardo della diagnosi che mediamente si attesta sui 7 anni.


Nel mondo sono 176 milioni le donne con endometriosi, 3 milioni i casi solo in Italia. Inoltre, la malattia impatta fortemente sulla capacità riproduttiva: il 30-40% delle donne colpite da questa patologia sono infertili. Così in un comunicato Ivi.

Che cos’è l’endometriosi

L’endometriosi è una malattia cronica, dolorosa e invalidante che, se non adeguatamente curata, provoca forti ripercussioni sulla vita delle pazienti, costrette a convivere con ansia, discriminazioni, paura, giornate a casa, rischio di perdere il lavoro. Si verifica quando cellule dell’endometrio, il tessuto che riveste normalmente l’utero, si accumulano al di fuori della cavità uterina, come ad esempio nell’addome, nelle ovaie o nelle tube; questo accumulo anomalo reagisce alle variazioni ormonali tipiche di ogni ciclo femminile, provocando gonfiore negli organi in cui si trova. Si tratta di un’infiammazione cronica che si manifesta con forti dolori e sofferenze intestinali, accentuati durante il periodo mestruale, ma anche con aderenze e infertilità. L’endometriosi è una patologia complessa che richiede specifiche competenze.

Per questa ragione Ivi ha organizzato, in alcune cliniche, unità dedicate per la cura dell’endometriosi. Grazie alla diagnosi e a un corretto trattamento e relativo follow-up, sia medico che psicologico, le pazienti possono sentirsi supportate e comprese.

Negli ultimi dieci anni più di 9.000 donne si sono rivolte a Ivi per riuscire ad avere un bambino nonostante l’endometriosi. Diversi i progressi nel nostro Paese dal punto di vista terapeutico-assistenziale, ma anche istituzionale, degli ultimi anni: l’inserimento nel 2016 dell’endometriosi nell’elenco delle patologie croniche e invalidanti; l’entrata in vigore nel marzo 2017 dei nuovi Lea (Livelli essenziali di assistenza) previsti per gli stadi clinici di endometriosi moderato e grave; un disegno di legge recentemente presentato al Senato per cercare di risolvere le criticità provocate da questa patologia, conclude Ivi.

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