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Web dipendenza, per aiutare i ragazzi arriva un centro al Gemelli

Dalla collaborazione tra il Policlinico 'A. Gemelli' e la facoltà di Medicina e chirurgia dell'Università Cattolica, nasce a Roma il 'Centro pediatrico interdipartimentale per la psicopatologia da web', il nuovo polo multidisciplinare dedicato alla presa in carico di bambini e adolescenti con dipendenza patologica da web e psicopatologie legate al cyberbullismo

Pubblicato:20-01-2016 16:46
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:49

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dipendenza_internet_2ROMA – La permanenza eccessiva di giovani e giovanissimi davanti a pc, smartphone e consolle digitali può avere conseguenze sullo sviluppo e sul sano funzionamento del corpo, intervenendo negativamente su vista, postura, obesità, ma anche sulla sfera cognitiva e comportamentale. Per contrastare questo fenomeno, dalla collaborazione tra il Policlinico ‘A. Gemelli’ e la facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica, nasce a Roma il ‘Centro pediatrico interdipartimentale per la psicopatologia da web’, il nuovo polo multidisciplinare dedicato alla presa in carico di bambini e adolescenti con dipendenza patologica da web, psicopatologie legate al cyberbullismo o che presentino i sintomi della sindrome da ritiro sociale.

La presentazione si è svolta al Centro Congressi Europa, alla presenza, tra gli altri, di Federico Tonioni, Istituto di psichiatria dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e responsabile dell’Area delle Dipendenze da sostanze e delle dipendenze comportamentali della Fondazione Policlinico Universitario ‘A. Gemelli’; Pietro Ferrara, Istituto di clinica pediatrica della Cattolica e referente nazionale per maltrattamento e abusi della Società italiana di Pediatria; Eugenio Mercuri, direttore dell’Istituto di Psichiatria e direttore dell’Uoc di Neuropsichiatria infantile del Gemelli. “Il Centro- ha spiegato Tonioni- il primo in Italia che integra discipline diverse nello stesso percorso clinico, nasce dalla collaborazione tra l’area Neuroscienze e l’area Pediatrica del Policlinico ‘A. Gemelli’ per la presa incarico di un numero crescente di patologie legate alla grande diffusione di internet e delle applicazioni digitali. Per i bambini e gli adolescenti, infatti, un uso disfunzionale del tempo passato online può innescare distorsioni nei processi di costruzione dell’identità e dell’immagine personale correlate a nuovi fenomeni dissociativi, portando così alla dipendenza patologica e a segnali crescenti di ritiro sociale”.

Allo stesso modo, ha proseguito l’esperto, le trasformazioni neurocognitive “conseguenti a un modo diverso di interagire con la realtà- ha sottolineato- aprono dinamiche nuove nella clinica e nella riabilitazione dei disturbi dell’apprendimento e dicyberbullismo quelli legati all’area neurologica”. Il centro, di imminente apertura, nello specifico comprende: un ambulatorio per la dipendenza da internet e cura-prevenzione cyberbullismo, che si occupa di attività clinica ambulatoriale con adolescenti che presentano ritiro sociale, dipendenza da internet e psicopatologie legate al fenomeno del cyberbullismo; Gruppi di riabilitazione e di sostegno, che accolgono pazienti e genitori inviati dall’ambulatorio; un ambulatorio di pediatria; un ambulatorio di Neuropsichiatria infantile. Afferiranno al centro uno psicologo che si occupa del ricevimento dei pazienti, due psicologi che conducono i Gruppi di riabilitazione e sostegno, tre psicoterapeuti che si occupano dei colloqui individuali, medici specialisti in formazione di riferimento.

“La pediatria sta cambiando radicalmente- ha detto Ferrara- e deve sempre più occuparsi di problematiche una volta sconosciute, ma che sempre più hanno risvolti sociali e comportamentali. In particolare, la volontaria reclusione di bambini e adolescenti di oggi che, come avverte l’Accademia americana di Pediatria, trascorrono in media circa sette ore al giorno davanti a tv, computer, cellulari e altri dispositivi elettronici, a dispetto delle due-tre ore giornaliere consigliate. Dati simili- ha proseguito- sono emersi anche in Italia da recenti indagini sulle abitudini di bambini e adolescenti: la facile accessibilità, il superamento dei normali vincoli spazio-temporali e l’anonimato tipici del mondo digitale, infatti, rappresentano un’alternativa allettante alla realtà, offrendo esperienze sensoriali e relazionali nuove”. “Per il modo in cui è stato ideato- ha aggiunto Mercuri- il centro rappresenterà un’esperienza pilota in grado di affrontare il problema delle dipendenze da rete a 360 gradi, riuscendo a coprire non solo gli elementi psicologici legati alla dipendenza, ma anche le ripercussioni a livello fisico e cognitivo. Per la prima volta, quindi, si offrirà una presa in carico completa aiutando i ragazzi e le loro famiglie- ha concluso- nell’affrontare tutte queste problematiche”.


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