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Report del Consiglio grande e generale del 19 gennaio- Seduta pomeridiana

Concluso il dibattito sulla “Legge dei semi”, si discute del progetto di legge "Norme generali sull'Ordinamento contabile dello Stato". Viene quindi presentato il progetto di legge “Procedure ispettive in materia di lavoro” e poi si passa alla Legge sulla cittadinanza

Pubblicato:20-01-2016 10:34
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:48

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SAN MARINO – Nella seduta del pomeriggio prosegue la presentazione dei progetti di legge in prima lettura all’ordine del giorno. Concluso il dibattito sul provvedimento di iniziativa legislativa popolare “Legge dei semi”, il segretario di Stato per le Finanze, Gian Carlo Capicchioni, dà lettura della relazione del progetto di legge “Norme generali sull’Ordinamento Contabile dello Stato“, su cui si apre un partecipato dibattito. Si passa quindi al comma 15, con la presentazione, da parte del segretario di Stato per il Lavoro, Iro Belluzzi, del Progetto di legge “Procedure ispettive in materia di lavoro”. Ultimo provvedimento presentato in Aula, da parte dal segretario di Stato per gli Affari interni, Gian Carlo Venturini, è infine il Progetto di legge “Modifiche alla Legge 30 novembre 200 n.114 e successive modifiche – Legge sulla cittadinanza“.

Di seguito un estratto degli interventi del pomeriggio.

Comma 13. Progetto di legge di iniziativa legislativa popolare “Legge dei semi” (I lettura)
Marco Podeschi, Upr: “Per dar eseguito all’iniziativa dell’Expo, al quale abbiamo partecipato, un progetto del genere è interessante. Va a mettere nella normativa una serie di interventi che tutelano la tracciabilità e l’origine dei semi evitando pericolosi fenomeni. I valori etici coinvolti sono importanti. San Marino può dare un segnale rilevante sull’argomento. Auspichiamo che l’iter consiliare di questo progetto sia rapido, senza bloccarsi nelle secche delle commissioni. Sull’alimentazione nelle scuole sono state fatte attività didattiche in relazione all’Expo, ma bisogna ancora intervenire. Ciò che ruota attorno all’agricoltura è importante per la comunità. Il progetto di legge è un segnale che andrebbe coordinato con altri interventi a più livelli, sia nell’ambito dell’educazione che delle politiche e indicazioni per il commercio”.
Elena Tonnini, Rete: “San Marino ha caratteristiche che altri non hanno, per esempio essere Stato e sfruttare la propria sovranità, in questo caso alimentare. I nostri 61 chilometri quadrati per questo progetto non sono un limite ma un punto di forza. Si riconosce l’importanza di puntare sulla qualità dei prodotti, di nicchia. C’è la possibilità di avere rapporti diretti fra gli uffici e gli attori coinvolti in questo progetto di legge. I principi sono la biodiversità intesa come ricchezza. L’agroecologia mette attenzione sulle risorse e la qualità nutraceutica del cibo, la capacità di curarsi attraverso il cibo. A questo progetto è legato un modello economico di base. C’è la filosofia di un modello economico che fa la differenza”.
Augusto Michelotti, Sinistra Unita: “Questa legge ci consente di trasformare il nostro territorio in un laboratorio. Possiamo permetterci il lusso di fare sperimentazione, e anche di intraprendere un percorso virtuoso. Questa legge è un buon inizio, per arrivare a diventare attivi in questo settore, quello dell’agroalimentare. Potremmo distinguerci in maniera consistente”.
Franco Santi, Civico 10: “L’agroalimentare è un settore che potenzialmente ha il maggior livello di sviluppo nel futuro a livello economico, lo dicono i maggiori economisti del pianeta. Mi fa piacere che il segretario Mularoni si sia attivata con incontri con i proponenti. Vicino a noi, nel cesenate, ci sono realtà che lavorano da tempo sulla biodiversità, in collegamento con l’università di Bologna, facoltà di Agraria”.
Vladimiro Selva, Psd: “A nome del Psd vorrei esprimere un ringraziamento ai promotori del progetto di legge che hanno messo in campo una proposta di rilevanza notevolissima. Intanto perché affronta il problema di portata globale della biodiversità, d’altra parte guardando a San Marino quale possa essere la portata. A San Marino rispetto la produzione del biologico siamo all’anno zero. Il progetto non salva l’economia di San Marino e ne siamo tutti consapevoli, ma la biodiversità serve ad avere più punti di appoggio quando il contesto può cambiare muovendo le condizioni di sistema. Parallelamente, il nostro Paese dal punto di vista economica dovrebbe puntare a questo, avere ‘resilienza’ avendo più punti di appoggio. E’ progetto che dà una nuova prospettiva, se siamo in grado di avere prodotti di qualità saremo in grado di creare filiera che la valorizzi nel commercio e nel turismo”.
Roberto Ciavatta, Rete: “Che futuro ha l’agricoltura economica a San Marino se rimane alle condizioni attuali? Bisogna aumentare i contributi statali e come esito si ha unicamente un prodotto convenzionale. Bisogna puntare su qualità del prodotto, come? Ricerca, creare presidio slow food, creare università del campo gastronomia, trasformando il turismo, non attraverso interventi spot scollegati. Questo provvedimento farebbe di San Marino il primo Paese interamente biologico. Se San Marino avesse un certificatore biologico avremmo la fila. La politica ha il dovere di dire ai suoi agricoltori che se non riqualificano la loro agricoltura sono destinati a chiudere”.


Comma 14.”Norme generali sull’Ordinamento Contabile dello Stato”, I lettura.
Gian Franco Capicchioni, segretario di Stato per le Finanze: “La presente relazione illustra il progetto di legge di riforma delle norme generali sull’ordinamento contabile dello Stato, sviluppato dal gruppo di lavoro costituito dai Funzionari e dirigenti dello Stato e degli Enti pubblici a norma della delibera n. 123 del congresso di Stato del 27 dicembre 2013 in applicazione dell’articolo 63 della legge n.150/2012 e del programma economico 2014. La delibera del congresso di Stato richiedeva al gruppo di lavoro di formulare una proposta di progetto di legge e relativo regolamento di riforma dell’ordinamento contabile e del bilancio dello Stato rivedendo e riformando le procedure amministrativo-contabili di gestione della spesa pubblica in ottica di semplificazione ed efficienza implementando l’informatizzazione e trattando i seguenti aspetti: revisione della struttura del bilancio dello Stato in funzione di una sua semplificazione; introduzione di un sistema a budget, l’analisi per l’implementazione del controllo di gestione e relativa procedura informatica di supporto; revisione del sistema controlli e delle procedure di bilancio in generale e loro informatizzazione mediante l’uso di firma digitale e utilizzo di banche disponibili; previsione di un sistema di responsabilità in materia contabile-amministrativa e relativo sistema sanzionatorio; predisposizione del bilancio di Cassa con report trimestrali e a relativa procedura informatica di supporto. I principi ispiratori: una prima indicazione del mandato del congresso di Stato è rappresentata dalle revisione della struttura di bilancio in funzione di una sua semplificazione. Una ulteriore indicazione del congresso è rappresentata dalla richiesta della previsione di un sistema di responsabilità in materia contabile amministrativa e relativo sistema sanzionatorio”.
Marco Podeschi, Upr: “Il problema della Pa è che va fatto un salto di qualità in termini di dotazione tecnologica. Qualcuno ha lanciato l’idea di San Marino come silicon valley. In termini di funzionalità verso le imprese, la Pa dovrebbe capire cosa può fare. In questo caso bisogna riflettere su importanti investimenti in termini economici. Servono hardware capaci di gestire certe situazioni, invece siamo obsoleti. Ricordo la Cartazzurra, l’unico progetto di cartella sanitaria informatizzata che fu pioneristico, anche rispetto all’Italia. Per fare analisi e previsioni servono informazioni. Il Fondo Monetario quando viene a San Marino lo rileva spesso. Si parla di qualità e struttura dei dati”.
Ivan Foschi, Sinistra Unita: “Questo è un provvedimento tecnico, ma come diceva Podeschi la riforma dell’ordinamento di contabilità è di grande potenzialità, se attuato bene. Può dare impulsi positivi. Purtroppo in molte occasioni come questa abbiamo visto notevoli cambiamenti fra la prima e la seconda lettura. Elementi rivoluzionari vengono annacquati e diluiti perché non c’è coraggio, magari non si vuole toccare qualche privilegio, si vuole mantenere un certo grado di discrezionalità politica in certi ambiti. Gli uffici poi non vengono responsabilizzati. Il governo non deve rinunciare a porre in essere tutti gli strumenti necessari per arrivare a procedure trasparenti che possono essere monitorate in qualsiasi momento. I consuntivi devono essere aderenti alle previsioni. Penso alla firma digitale. Una legge del 2004 alla quale non si è mai data attuazione. Il progetto Socrate venne meno dopo un grande investimento e disagi, alla fine la nostra rete è rimasta all’età della pietra”.
Franco Santi, Civico 10: “Ci serve maggiore integrazione a livello informatico per costruire un maggiore flusso di dati per rispondere alle politiche di programmazione e controllo del bilancio. I dati devono essere implementati anche sul controllo dei flussi di cassa, che sono una criticità. Come ha detto Foschi, le scelte dovrebbero essere chiare. Se vogliamo andare in questa direzione e dare alla Pa gli strumenti per essere autonoma, il sistema budgettario va introdotto al 100%. E’ già stato sperimentato nell’Iss, che ci insegna che è un sistema che comporta una rivoluzione procedurale. Quindi necessita di un tempo di assuefazione, di assestamento nei vari uffici, che non è un dettaglio. Ma è invece sostanza. Se l’approccio iniziale è già timido, faremo fatica ad avere risultati apprezzabili in tempi accettabili”.
Roberto Ciavatta, Rete: “E’ più di un anno che la legge è depositata nei cassetti. Non capisco nemmeno perché a un certo punto vengono tolte dai cassetti e riportate in auge. Si prevedono budget per singoli settori della Pa, controlli, la firma digitale e protocolli. In altri termini, maggiore responsabilità. Stabilire l’ordinamento contabile con 147 articoli non dà l’idea della semplificazione. Siamo abituati a leggi elefantiache. Uno snellimento tentato dalla politica nella Pa è stata la digitalizzazione dei documenti. Abbiamo creato un programma, ma bisogna stampare, firmare e scansionare, perché non c’è nemmeno l’email certificata. Mi auguro che non accada qualcosa di simile, e che un metodo di semplificazione, nella Pa, si trovi. Spesso c’è un ingessamento nella Pa per quanto riguarda l’autonomia di spesa. Andrebbe superato, responsabilizzando i responsabili. Il problema risiede nella complicazione che a monte sta nei metodi di ragionare”.
Vladimiro Selva, Psd: “Su questa norma il Psd ha puntato molto in quanto azione qualificante della segreteria alle Finanze rispetto alla revisione della spesa pubblica e alla sua rendicontazione. E’ una legge applicativa e il fatto che ci siano tanti articoli dimostra che non sia fatta di principi astratti declinabili in decreti delegati, è una norma che rivoluzionerà l’aspetto contabile. Dà anche, d’altra parte, responsabilità all’amministrazione, separando tra l’ambito prettamente amministrativo ed esecutivo di decisioni prese a monte e ambito che spetta agli organi politici. E’ un lavoro molto corposo, auspichiamo sia approvata quanto prima in seconda lettura, da quel momento si potrà partire con l’implementazione e l’attuazione, attraverso anche la formazione del personale. E’ un passaggio cruciale”.
Andrea Zafferani, C10: “Anche io sottolineo la portata di questa norma attesa da molto. L’obiettivo di riformare la contabilità dello Stato e riformare il meccanismo di funzionamento della Pa, attraverso l’autonomia budgettaria ai dirigenti degli uffici, è ambizioso. Sarebbe meglio considerare, piuttosto che prevedere ancora il controllo congresso di Stato su alcune spese, prevedere semmai un periodo transitorio in cui entri in vigore scelta al 100% di dare autonomia budgettaria ai dirigenti, è la strada cui tendere. Doveroso poi che ci sia una valutazione dei risultati raggiunti dal dirigente. Inviterei a non fare la riforma con il freno a mano”.
Gian Carlo Capicchioni, segretario di Stato per le Finanze, replica: “Tutte le forze politiche in Aula hanno capito l’importanza della legge, qualcuno l’ha definita rivoluzionaria, di fatto rivoluzionerà la contabilità dello Stato, attraverso informatizzazione e digitalizzazione, noi oggi movimentiamo plichi e plichi di carta, obiettivo è anche dematerializzazione di tutta la documentazione contabile. Si va nella direzione di un sistema integrato che dialoghi con tutta la Pa, a volte sistemi hanno difficoltà di allineamento. Se c’è possibilità di migliorare questa norma, su questo troverete nostra disponibilità”.
Comma 15. Progetto di legge “Procedure ispettive in materia di lavoro”, I lettura
Iro Belluzzi, segretario di Stato per il Lavoro: “L’obiettivo è l’implementazione di una più efficace azione ispettiva nei luoghi di lavoro, attraverso una precisa definizione delle norme di carattere procedurale e comportamentali alle quali è tenuto il personale ispettivo, una razionalizzazione nell’impiego delle risorse umane, l’aumento di copertura dell’orario dei controlli. L’accorpamento dei servizi ispettivi in un unico ispettorato presso l’Ufficio del Lavoro, renderà possibili controlli sia nei giorni festivi che feriali dalle 8 alle 22. L’ispettorato del Lavoro predisporrà specifiche azioni coordinate con le forze di polizia e altri organismi di vigilanza. Nel gennaio di ogni anno verrà predisposta una pianificazione congiunta per l’effettuazione dei controlli. Trimestralmente verrà verificata l’implementazione del piano dei controlli. Viene introdotta la possibilità di effettuare ispezioni anche all’interno di civili abitazioni dove si svolge un’attività lavorativa subordinata. La grande novità è relativa alla possibilità di effettuare più accessi presso l’impresa. L’unificazione degli attuali tre ispettorati in un unico ispettorato presenta aspetti positivi in termini di efficacia, efficienza ed incisività dei controlli. Sarà fondamentale effettuare percorsi di formazione per il personale attualmente in servizio”.
Gian Matteo Zeppa: “Non si parla di quante persone ci saranno nell’ispettorato unico, questo governo non ne ha ancora idea, e lo si fa quando ancora non si parla di fabbisogno, perché non si parla di quanti ispettori ci saranno in funzione di un fabbisogno che ancora questo governo non ha fatto. Mi sembra un accanimento terapeutico verso chi ha una ditta, verso quelle poche aziende sane rimaste a San Marino. Non significa che non bisogna fare i controlli”.
Tony Margiotta, Su: “E’ importante che le regole vengano rispettate e ci sia uno stato di diritto per le aziende e per i lavoratori. Il potenziamento dell’ufficio non è potenziamento contro le aziende, ma potenziamento per contrastare il fenomeno del lavoro nero. E’ importante domandarsi quante persone saranno impiegate nelle ispezioni”.
Enrico Carattoni, Psd: “E’ una normativa anche più garantista verso il datore di lavoro rispetto la precedente, in caso di accertamento può infatti far valere le sue ragioni in modo più organico di oggi. Altro punto innovativo e centrato è il pluri-accesso, ovvero ora l’ispettore fotografa la situazione limitatamente ad un accesso, invece con la possibilità di accedere più volte in un’attività, si avrà una fotografia più attuale della situazione”.
Andrea Zafferani, C10: “Il controllo sul lavoro nero non è tutto qua, limitato alle ispezioni, c’è la fase post accertamento, il ricorso, etc. ci sono diversi aspetti che non sono affrontati. Se lei Segretario si vuole indirizzare verso la messa in campo di un testo che riorganizzi l’attività di controllo sul lavoro nero, dovrebbe tenere in considerazioni tutti gli aspetti”.
Iro Belluzzi, segretario di Stato, replica: “Ringrazio gli intervenuti. Ho sentito il consigliere Zeppa molto confuso. Rispetto ai chiarimenti richiesti dal consigliere Zafferani, rispetto ad un accorpamento disgiunto dal fabbisogno, credo che non possiamo ingessare le esigenze dello Stato in funzione dei fabbisogni.
Non costringere il funzionario pubblico a utilizzare solo la fascia oraria della Pa è stato necessario ed è elemento qualificante della norma, sappiamo benissimo che in tutte le attività produttive l’orario di lavoro non è limitato a quello della Pa. Per poter contrastare veramente non solo il lavoro nero ma l’irregolarità dei rapporti di lavoro è necessario allungare gli orari. Resta un vuoto lungo, dalle 22 sera alle 8 di mattina, ma ci sarà sempre il supporto della polizia civile”.

Comma 16. Progetto di legge “Modifiche alla Legge 30 novembre 200 n.114 e successive modifiche – Legge sulla cittadinanza”
Gian Carlo Venturini, segretario di Stato per gli Affari Interni: “Il progetto di legge è diretto ad apportare modifiche alla legge sulla cittadinanza per naturalizzazione, il cui ottenimento è legato ad un atto di volontà del richiedente alla presenza di requisiti previsti dalla legge, dall’altro ad un provvedimento concessorio dello Stato. Il provvedimento attuale nasce dalla riflessione maturata da diversi anni all’interno sulle forze politiche in ordine all’opportunità di giungere al superamento dell’attuale meccanismo di concessione della cittadinanza per naturalizzazione con carattere di straordinarietà, si tratta di una tematica che è stata oggetto di intenso confronto in particolare in occasione dell’approvazione dell’ultimo provvedimento normativo sulla naturalizzazione, la legge 30 marzo 2012 n. 35. Elemento caratterizzante la vigente normativa che si intende modificare è la concessione ciclica della cittadinanza sammarinese per naturalizzazione da parte del Consiglio Grande e generale, mediante presa d’atto, a coloro, cittadini stranieri o apolidi che dimorano continuativamente sul territorio della Repubblica di San Marino per un congruo numero di anni, in forza di un provvedimento legislativo straordinario che viene emesso almeno una volta ogni dieci anni. La straordinarietà dell’intervento riflette la convinzione secondo cui sia compito del Cnosiglio valutare in via discrezionale l’opportunità, il momento e le modalità della concessione della cittadinanza per naturalizzazione e produce l’effetto che il periodo di tempo trascorso in Repubblica ai fini della naturalizzazione non sia di fatto uguale per tutti.
Tale impostazione non risulta più condivisibile anche alla luce degli univoci orientamenti internazionali provenienti dalle autorità sovranazionali competenti in materia, che auspicano l’adozione di un meccanismo automatico basato sulla sussistenza dei requisiti predeterminati, in presenza dei quali lo straniero dimorante in un Paese è legittimato a presentare domanda per la cittadinanza. Il provvedimento alleato fa propria questa impostazione e formalizza il passaggio ad un regime di ordinarietà che, pur rimanendo ancorato al concetto di dimora continuativa, non presuppone più l’emissione di un provvedimento normativo straordinario quale caratteristica specifica della naturalizzazione. Circa i requisiti richiesti per la naturalizzazione, è stato mantenuto il periodo continuativo di dimora di 25 anni già previsto dalla legge n.35 /2012 e il termine di 15 anni per i coniugi stranieri di cittadini sammarinesi”.
Valeria Ciavatta, Alleanza Popolare: “Nella precedente legislatura, e in quella ancora precedente, Ap aveva proposto un progetto di legge che mi pare fosse stato recepito dal gruppo consiliare di Civico 10, per introdurre la naturalizzazione ordinaria, con tutta la regolamentazione. La Democrazia Cristiana, diversamente dalla legislatura precedente, oggi riconosce l’opportunità di introdurre la naturalizzazione, che può essere chiesta da chi risiede in territorio da un certo numero di anni, al momento della maturazione dei requisiti previsti per legge. Per rispetto verso l’opinione degli alleati, nella precedenza legislatura era stata approvata la legge sulla naturalizzazione straordinaria. Accadde tre anni fa. Non concordo sul fatto che non si tenga conto dei carichi pendenti. Non è che adesso la cittadinanza sammarinese la diamo via così. Preferirei togliere l’obbligo della rinuncia, piuttosto che svalutare l’accesso e la concessione della cittadinanza”.
Enrico Carattoni, Psd: “Il progetto pone un principio fondamentale: l’automatismo. Questo progetto avrebbe potuto portare elementi in più. Regole come queste vanno costruite insieme. Fino ad adesso c’era una richiesta che passava per il Consiglio Grande e Generale. Ritengo che da parte di Civico 10, promotore dell’iniziale progetto di legge, vi sia stata disponibilità a confrontarsi. Li ringrazio per questo”.
Maria Luisa Berti, Noi Sammarinesi: “Sono lontana dalla smania riformista su queste tematiche, che ritengo delicate. Ho qualche riserva, lo dico a titolo personale. Le maglie dell’automatismo sono più larghe di quelle che c’erano prima. A mio modo di vedere può rivestire profili di pericolo. Quali saranno le conseguenze di fronte a un percorso di integrazione con l’Unione Europea? Spero che prima della seconda lettura ci sia un confronto sul testo, alla luce di questo percorso. Mi piacerebbe sapere, per fare delle analisi, se l’ufficio di Stato civile ha fatto valutazioni sulle fattispecie che, approvata la legge, potrebbero beneficiare di questo intervento legislativo”.
Franco Santi, Civico 10: “Siamo disponibili al confronto. Non ci sono grandi problematiche rispetto all’accoglimento dei suggerimenti avanzati da Ciavatta sulla documentazione e i requisiti che la legge dovrebbe prevedere. C’è poi la parte sulla rinuncia alla cittadinanza originaria, che secondo noi, parimenti all’automatismo, dovrebbe essere eliminata dal nostro ordinamento. Ciò sarà oggetto di dibattito in quest’Aula. Siamo convinti che si debba superare questo nodo, che riteniamo non più realistico. Venticinque anni di vita vissuta in territorio sono una dimostrazione più che sufficiente dell’attaccamento e della volontà di fare parte della nostra comunità”.
Anna Maria Muccioli, Pdcs: “E’ un passaggio storico per la nostra piccola comunità. Sarà l’ufficio di Stato civile a esaminare le domande. L’adozione di questo progetto di legge, e sopratutto questo regime di ordinarietà, potranno dare maggior certezza a chi sente, ed è, integrato nel Paese. Merita una riflessione la rinuncia della cittadinanza di origine”.
Francesca Michelotti, Sinistra Unita: “La differenza, fra il cittadino e il residente, è nel fare politica. Di votare ed essere eletto. La procedura meramente amministrativa toglie solennità a un passaggio importante. Il Consiglio prende atto, mette un timbro. Non ci si fida più della politica, dei sindacati, delle istituzioni. E’ venuto meno un collante sul quale la discrezionalità virtuosa aveva una sua ragione di essere. Occorrerebbe studiare insieme una procedura che non dia a un ufficio una questione importante per tutti, rendendola meramente amministrativa. Forse una commissione mista può essere un organismo con una funzione meno meramente burocratica. Una seconda cittadinanza è un’opportunità in più per i sammarinesi”.
Paride Andreoli, Partito Socialista: “Cinque anni fa anche il gruppo del Partito Socialista, allora Psrs, aveva presentato un provvedimento per la naturalizzazione. Gli organismi internazionali ci hanno dato una bella spinta per andare verso l’ordinarietà. Senza di essi forse avremmo proseguito sulla vecchia strada. Nel 2010 si parlava di prevedere l’ordinarietà, ma tutti i partiti, o almeno alcuni, non erano d’accordo. Ben venga questo provvedimento. Vorrei leggerlo in maniera più attenta, entrando nel dettaglio non solo della relazione, ma anche dell’articolato. Ci sono molti Stati che non danno la possibilità della rinuncia della cittadinanza, quindi ci troviamo con figli e figliastri. Per gli USA non si può rinunciare alla cittadinanza. L’americano naturalizzato sammarinese si ritrova con due cittadinanze. L’italiano naturalizzato sammarinese invece ne avrà soltanto una. Non è concepibile. Mi chiedo se 25 anni sono giusti o troppi, per acquisire la cittadinanza. Per chi è coniugato con un o una sammarinese sono 15”.
Grazia Zafferani, Rete: “Questo progetto va a disciplinare la legge già esistente. Il tema è delicato e ha sempre sollevato grandi dibattiti nella repubblica. Il comitato dei diritti umani delle Nazioni Unite indirizza gli Stati verso meccanismi automatici. Ricordo al governo di tenere sempre conto delle linee guida dettate dagli organismi internazionali, soprattutto nei nuovi progetti di legge”.
Matteo Zeppa, Rete: “Faccio i complimenti per questo progetto di legge. La relazione è bella. Dice che c’è una gelosia nella conservazione della propria identità nazionale da parte della vecchia nomenclatura. Il progetto di Civico 10 era simile a questo. Venticinque anni secondo me sono molti. I matrimoni sono in calo. Si potrebbe limare fino a venti. E’ stato recepito quanto chiesto dagli organismi internazionali. Quando un diritto viene sancito e si toglie la straordinarietà, c’è un passo avanti per la cittadinanza attuale e futura”.

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