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M5s attacca Piazza grande a Bologna? “Noi vendiamo di più”

Il giornale di strada, che è nato nel 1993 con l'obiettivo di dare un reddito ai clochard, vende 2.500 copie al mese

Pubblicato:19-12-2016 16:03
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:26

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BOLOGNA – “La presa di posizione della consigliera Dora Palumbo ci ha lasciato perplessi, per il ruolo di Piazza Grande e per il significato che ha per tante persone in città. Ma forse le mancava qualche informazione sul lavoro del giornale, ecco perché credo sia necessario un incontro di chiarimento, di riconciliazione”. Roberto Morgantini, vicepresidente di Piazza Grande, commenta così la vicenda che ha visto il giornale di strada di Bologna accusato “di favorire l’accattonaggio perché mandare la gente a elemosinare per la strada è proprio brutta come immagine” dalla consigliera comunale del M5s Dora Palumbo durante una commissione in Comune. Un’accusa che ha sollevato un’ondata di indignazione in città. “Questo attacco ci ha fatto capire che c’è ancora tanto amore per Piazza Grande e quanto bene Bologna vuole al giornale”, dice Morgantini. Anche il direttore del giornale di strada, Leonardo Tancredi, invita i 5 stelle a un incontro: “Se hanno voglia di conoscere la realtà di Piazza Grande noi siamo ben disposti a incontrarli”. E continua: “Questo attacco si è trasformato in una miriade di manifestazioni di solidarietà sui social e non solo- racconta- in strada il giornale sta andando bene, più di quanto accade nel mese delle feste natalizie, tanto che stiamo valutando la possibilità di aumentare la tiratura del numero di dicembre attualmente in vendita”.

Sono tantissime le dichiarazioni di sostegno al giornale. “Qualcuno spieghi ai 5 stelle bolognesi che un giornale di strada è occasione di reddito, integrazione e autonomia. E ci si trovano anche bei pezzi. E scritti anche bene”. Lo scrive Stefano Lampertico, direttore del giornale di strada Scarp de’ tenis, che tramite Facebook porta la sua solidarietà a Leonardo Tancredi e agli amici di Piazza Grande. Sostegno anche da parte di Vincenzo Branà, presidente del Cassero Lgbt Center di Bologna, “Piazza Grande è un giornale che quei soldi se li è sempre meritati, ed è soprattutto uno dei progetti più intelligenti e sani di questa città. Altroché accattonaggio”. E c’è anche chi fa un’azione concreta come il Centro sociale Tpo che ha acquistato 200 copie del giornale da regalare ai diffusori come gesto di solidarietà. A difesa dell’associazione Amici di Piazza Grande si è schierato fin da subito l’assessore comunale al Welfare Luca Rizzo Nervo.

“Sento raramente dire la stessa cosa a fronte del fatto che anche importanti quotidiani cittadini svolgono lo stesso servizio di vendita a tutti i semafori- ha detto Rizzo Nervo- non entro nel merito di una cosa che è diversa, ma sinceramente non riesco a condividere la posizione di Palumbo. Quella di Piazza Grande non mi pare una modalità che favorisca l’accattonaggio ma anzi lo contrasta”. L’assessore ha poi sottolineato che Piazza Grande è anche una delle cooperative che fa parte “di quel sistema integrato che vede pubblico e privato collaborare nella gestione dei servizi sociali, che in questa regione esiste da 25 anni e che sul piano del welfare nazionale ha dato e continua a dare buona prova di sé. Guardando da vicino questa realtà, scopriremmo una platea di ottimi professionisti che fanno quotidianamente innovazione sociale e stimolano la coprogettazione per fare di più e meglio”.


Piazza Grande, come ha dichiarato Leonardo Tancredi in un’intervista a ‘Repubblica’, vende ogni mese circa 2.500 copie, “questo vuol dire che qualcuno lo vende e il sistema funziona”. Il sistema di cui parla Tancredi è quello nato nel 1993 per dare un reddito a persone che stanno in strada: “Chi vuole vendere il giornale riceve un certo numero di copie gratis la prima volta, per avviare l’attività, e lo vede a offerta libera in strada, poi decide se proseguire o no. Dalla seconda volta in poi, acquista le copie a un euro l’una e tutto quello che ricava dalla vendita in strada è suo. Per una media di 30-50 persone questa è una fonte di reddito: tante famiglie sono riuscite a prendere una casa in affitto con la vendita del giornale, altro che accattonaggio”. Dopo le polemiche, Dora Palumbo ha scritto un post su Facebook in cui dice: “Quello che mi interessa non è se i venditori della rivista Piazza Grande pratichino o meno l’accattonaggio. Tra l’altro, non sono contro chi chiede l’elemosina, né penso che debba essere vietata. Mi interessa sapere, e ho fatto anche un’interrogazione a tale proposito, se Piazza Grande, a fronte dei soldi che riceve dal Comune per erogare servizi sociali, fornisce servizi efficaci avvalendosi di personale qualificato e adeguatamente retribuito. Questo perché ritengo importanti i diritti di chi si rivolge ai servizi e di chi ci lavora”. Massimo Bugani, capogruppo M5s in Comune, preferisce non commentare la vicenda e ricorda il rapporto di amicizia che lo lega a Roberto Morgantini.

Dires – Redattore Sociale

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