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Crisi, Cisl: Migliora il benessere delle famiglie ma troppi contratti scaduti

Lo segnala il sindacato sulla base dei risultati del bollettino trimestrale del Centro Studi e Ricerche della confederazione di via Po

Pubblicato:19-11-2016 10:17
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:19

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lavoro_edilizia_crisi_disoccupazioneROMA – Migliora il benessere delle famiglie ma restano molte criticità sul fronte dei redditi. Lo segnala la Cisl sulla base dei risultati del bollettino trimestrale del Centro Studi e Ricerche della confederazione di via Po. Nel complesso, si legge, “l’incremento dell’occupazione registrato nella prima metà dell’anno è stato più accentuato nel Mezzogiorno, ripartizione che nel corso della crisi ha registrato le perdite più consistenti. Il gap tra le diverse macro-aree del Paese rimane molto elevato, ma gli ultimi trimestri hanno avuto un parziale ripiegamento del divario, anche per quanto riguarda le fasce più giovani della popolazione”. Più in generale “è in miglioramento il dominio della coesione sociale. Gli indicatori sulla qualità del lavoro hanno avuto un evidente miglioramento nel 2015 ed all’inizio del 2016. La probabilità di trasformare i lavori a termine in rapporti stabili è stata nel secondo trimestre del 2016 più elevata rispetto al periodo precedente alla riforma del mercato del lavoro; il dato andrà verificato. Il ridimensionamento degli sgravi contributivi ha portato a una minore stabilità dell’occupazione”. I dati evidenziano poi che “le imprese tornano verso i rapporti a termine. Questo rimette al centro il problema del miglioramento della convenienza per le imprese del lavoro stabile, specie nelle aree con maggiore disoccupazione”.

La Cisl segnala poi “molte criticità” che riguardano l’andamento dell’attività economica e dei redditi. “Se anche nel terzo trimestre- si legge nel bollettino- le anticipazioni sul PIL con lo 0,3% sono abbastanza positive, non possiamo dimenticare che nel secondo trimestre 2016 il consuntivo è stato pari a zero. Un ritmo di ripresa costante e significativo non è scontato. Dall’inizio del 2016 l’indicatore complessivo dei redditi è molto peggiorato per il forte aumento della percentuale di dipendenti con contratti nazionali scaduti (ai pubblici impiegati si sono aggiunte ampie quote nei servizi e nell’industria)”. Il sindacato evidenzia poi che “ha inciso anche l’esaurimento degli effetti degli arretrati pensionistici dovuti alla sentenza della Corte Costituzionale sull’adeguamento del potere d’acquisto delle pensioni. Sul potere d’acquisto dei più anziani influiranno positivamente nel 2017 le previsioni dell’accordo tra governo e sindacati sulla no tax area e sulla quattordicesima”.

Secondo il segretario generale Cisl, Annamaria Furlan “lo scenario del Barometro indica che per affrontare questa situazione le politiche economiche nazionali dovrebbero concentrarsi su una politica redistributiva a favore dei redditi medi e bassi, riformando l’IRPEF, con effetti di significativo rilancio della domanda aggregata interna; una politica di ricerca ed innovazione pubblica, coordinata con i centri di ricerca privati in grado di cogliere tutte le opportunità dell’Industria 4.0 e di un modello di competizione ad alto contenuto di intelligenza”. E ancora Furlan chiede una “transizione ad un’economia verde per un ambiente sostenibile, con ampi margini di investimenti autofinanziati dal risparmio energetico sulla scorta dell’Accordo di Parigi del dicembre 2015 e investimenti pubblici in infrastrutture logiche e fisiche, in interventi di prevenzione dei dissesti idrogeologici e ristrutturazioni anti sismiche di lungo periodo”.


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