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Clima, Galletti: “La Cop21 di Parigi è l’ultima occasione che abbiamo”

Galletti sottolinea come oggi siano 161 i Paesi che si sono impegnati con politiche nazionali per il contenimento delle emissioni di Co2, che rappresentano insieme il 96% delle emissioni totali, "un dato molto importante se pensiamo che i Paesi che si erano impegnati a ridurre le proprie emissioni a Kyoto rappresentavano solo il 12%", quindi "un grandissimo passo in avanti e' stato fatto" prosegue il ministro.

Pubblicato:19-11-2015 13:45
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:35

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G. Galletti

G. Galletti

ROMA – “Noi andiamo a Parigi sapendo che non possiamo perdere questa occasione. Che Parigi e’ veramente l’ultima occasione che abbiamo”. Lo dice a Roma il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, a margine di Rome2015-Science Symposium on Climate, la due giorni di confronti e dibattiti tra scienziati, decisori politici, esperti e rappresentanti del mondo delle imprese e delle societa’ civile sui cambiamenti climatici in vista del vertice di Parigi Cop21, organizzata oggi alla sede della Fao, durante la quale la comunita’ scientifica ha consegnato un documento che il ministro si e’ impegnato a portare alla Cop 21, perche’ “e’ un contributo molto valido e molto importante”.

Galletti sottolinea come oggi siano 161 i Paesi che si sono impegnati con politiche nazionali per il contenimento delle emissioni di Co2, che rappresentano insieme il 96% delle emissioni totali, “un dato molto importante se pensiamo che i Paesi che si erano impegnati a ridurre le proprie emissioni a Kyoto rappresentavano solo il 12%”, quindi “un grandissimo passo in avanti e’ stato fatto” prosegue il ministro. Nonostante questo, pero’, “queste politiche non sono ancora sufficienti all’obiettivo minimo del contenimento del riscaldamento globale entro la soglia dei 2 gradi. Questi impegni ci portano ancora al 2,7” rileva Galletti.

I ringraziamenti del ministro vanno poi alla comunita’ scientifica, perche’ “a Parigi 2015 dovremmo trovare delle soluzioni politiche, quindi un percorso condiviso per il raggiungimento di una politica concreta contro i cambiamenti climatici. Ma per fare questo abbiamo bisogno di basi scientifiche solide- prosegue il ministro- Oggi 14 associazioni interdisciplinari si sono messe insieme per dare il proprio contributo alla soluzione di problemi complessi e questo rappresenta una piattaforma importante per l’accordo di Parigi”. La scienza pone anche le basi per una governance del processo di cambiamento e offre “la possibilita’, attraverso strumenti scientifici, di rivedere l’impatto delle politiche nazionali e poterle aggiornare rispetto all’obiettivo” conclude Galletti.


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