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Terrorismo, a Roma ampliata la No Fly zone per il Giubileo

Ma serve a poco, dice Gabrielli, per fermare chi ha intenzioni negative. Bisogna prevenire con azioni di intelligence

Pubblicato:19-11-2015 12:31
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:35

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ROMA   – “La questione sta in questi termini: da un punto di vista degli aspetti amministrativi con le autorità deputate Enac e Enav è stato ampliato l’ambito della cosiddetta no Fly zone, cioè il cosiddetto Notam ovvero la comunicazione che viene fatta a tutti quelli che utilizzano lo spazio aereo che ci sono alcune zone della Capitale che sono interdette al volo aereo per tutto il periodo del Giubileo. Però voi capirete bene che questo ha il duplice obiettivo di far sì che le persone per bene non affollino i cieli ma ha assolutamente poca incidenza su chi ha una intenzione negativa“. Lo ha detto il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, a margine della presentazione del Piano Giubileo a Palazzo Valentini.

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“Quindi- ha spiegato- non è che noi con l’emissione del Notam stiamo tranquilli. Faccio un esempio che va tanto di moda, il famoso elicottero del 20 di agosto lì non poteva volare perché i monorotori non possono volare sui centri abitati ma questo ha una poca incidenza da un punto di vista della prevenzione. Il tema dei droni si vince o si perde nel momento in cui il velivolo si stacca da terra. Quindi lo sforzo che noi dobbiamo compiere è uno sforzo dì intelligence di polizia giudiziaria di apparati di sicurezza per provare ad intercettare preventivamente i soggetti che hanno intenzione di portare un nocumento attraverso l’utilizzo di questi mezzi“. “Quando l’attività dì intelligence e di prevenzione non ha funzionato e il velivolo si levato in volo cosa è possibile fare? Dal punto di vista ordinario stiamo potenziando il sistema di intercettazione- ha spiegato ancora Gabrielli- cioè un sistema radar che ci consenta di verificare la presenza di questi velivoli non autorizzati in maniera preventiva, con i limiti che sono propri delle tecnologie, perché sotto una certa quota anche i radar di terra non riescono a vedere. Quando dovesse verificarsi l’intercettazione di uno questi velivoli sia un drone o sia un ultraleggero in determinate situazioni per le quali noi riterremo che quel contesto temporale possa essere di particolare attenzione, queste interferenze verranno gestite anche con l’ipotesi dell’abbattimento ovviamente quando le condizioni lo favoriranno”. “Se l’intercettazione- ha concluso- avverrà in un contesto che lo consentirà arriveremo anche a questo tipo di soluzione se ciò no fosse è ovvio che il velivolo seguirà l’evolversi della situazione cercando di essere quanto più utile per limitare il danno che potrebbe andarsi a realizzare”. (foto di L. Inciocchi)


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