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Manovra, Fortuna (Unicusano): “Arrivare ad uno scontro con l’Europa è pericoloso”

Intervista a Fabio Fortuna, economista e rettore dell’Università Niccolò Cusano, intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus.

Pubblicato:19-10-2018 10:39
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:41
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ROMA – “Lo spread è ai massimi da 5 anni, era inevitabile perché ciascuno degli attori ha recitato il proprio ruolo. L’Italia è andata avanti imperterrita con l’invio del Def senza tenere in considerazione i moniti dell’Europa e l’Europa in maniera altrettanto imperterrita ha inviato la lettera in cui segnala deviazioni significative rispetto al percorso delineato nei mesi precedenti. Questo non vuol dire che scatterà subito la procedura d’infrazione, abbiamo qualche giorno per rispondere ma se la manovra rimarrà così com’è si andrà allo scontro”. Così Fabio Fortuna, economista e rettore dell’Università Niccolò Cusano, intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus.

“L’Italia ha fatto bene a mostrare il petto- ha aggiunto- perché la nostra forza contrattuale è maggiore rispetto al passato vista la Brexit. Tant’è vero che nel Consiglio Ue alcune nazioni ci hanno attaccato fortemente, vedi Austria e Olanda, altre si sono astenute dal farlo come Germania e Francia, perché sanno che l’Ue senza l’Italia non può andare avanti. Però credo che l’atteggiamento di buon senso credo sia quello di non modificare l’assetto sostanziale della manovra, cercando tuttavia di venire incontro in qualche modo alle richieste europee, perché il braccio di ferro ci porterebbe ad una procedura d’infrazione che è preoccupante soprattutto per gli effetti che produce sull’immagine del Paese e sui rapporti con le altre potenze internazionali. Inoltre c’è grande timore che le agenzie di rating possano declassarci e questo produrrebbe effetti devastanti sullo spread. L’altro problema grosso è quello del decreto fiscale con quelle famose righe disconosciute da Di Maio e sul quale aleggia ancora il mistero. Questo è un evento che, in una fase così delicata, andava evitato. Non andava sbandierato ai quattro venti”.

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