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L’Africa? Non solo migrazioni, giovani sempre più colti e 1000 imprese pronte a crescere

Per due giorni a Roma si è parlato di Africa con l'Italia Africa Business Week, forum economico e commerciale

Pubblicato:19-10-2017 05:20
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:48

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ROMA – “L’Africa non è solo migrazione, è un settore privato estremamente dinamico, è una gioventù sempre più colta, una classe media che si ingrandisce, è un mercato enorme, è la zona di libero scambio che sarà inaugurata quest’anno, gli oltre 400 hub tecnologici, l’energia rinnovabile sempre più presente”. A parlare, a margine della conferenza inaugurale di Italia Africa Business Week, forum economico e commerciale che si è svolto martedì e mercoledì a Roma, è Amani Abou Zeid, della Commissione per le infrastrutture e l’energia presso l’Unione Africana.

Bisognerebbe riconcentrare l’attenzione su questi temi, sottolinea l’egiziana Abou Zeid, e “grazie a eventi come questo abbiamo l’occasione di scambiare in maniera aperta, sensibilizzare e ricordare iniziative ‘win-win’ che possono creare profitto per l’Africa, l’Italia, l’Europa e i loro partner. Iniziative come questa rispondono anche alle radici di problemi di cui si parla più spesso”.



DIOMA (LE RESEAU): MUOVIAMOCI, CONTINENTE È PRONTO

“Ci sono molti più africani che italiani qui, non è banale, vuol dire che gli africani sono pronti, predisposti”. Così in un’intervista alla DIRE Cleophas Adrien Dioma, presidente dell’associazione Le Reseau, parlando al forum economico e commerciale di Roma, voluto e promosso dalla sua organizzazione. Questi i numeri del forum, infatti: oltre cento tra istituzioni e imprese africane e ‘solo’ una ventina di realtà italiane.

“Ora tocca all’Italia capire in che modo vuole creare un incontro utile a sé, alla Repubblica e alla Cooperazione italiane ma anche al territorio, e in che modo intenda creare un incontro vero, un incontro giusto tra la sua realtà economica e quella africana” prosegue Dioma. E aggiunge: “Ci aspettavamo molte più imprese italiane, ma secondo me è anche una questione di approccio. Oggi gli africani vanno ovunque, in Italia, in Cina, a Dubai, negli Stati Uniti. Hanno forse più voglia, in Africa oggi è forse come nell’Italia del dopoguerra, stiamo vivendo il momento dove la gente crede che sia possibile crescere”.


CONFINDUSTRIA: MILLE IMPRESE, PRONTI A CRESCERE

Sono mille le aziende aderenti a Confindustria basate stabilmente in Africa, e sono destinate a crescere: lo ha sottolineato martedì la vice-presidente dell’associazione delle imprese, Licia Mattioli. In particolare, Mattioli ha detto di voler “riprendere il rapporto con il Nord Africa, che per noi era un bacino molto importante di cooperazione tra imprese”. Secondo la vice-presidente di Confindustria, d’altra parte, le aziende italiane “stanno lavorando molto anche in Angola, Mozambico e altri Paesi”.

Le piccole e medie imprese, che erano state le principali destinatarie dell’invito lanciato da Italia-Africa Business Week, non sono le più rappresentate all’iniziativa: secondo gli organizzatori, sono infatti circa 20 le aziende italiane, tra cui alcune molto grandi, a fronte di 100 africane. Rispetto al coinvolgimento delle Pmi nostrane nei rapporti commerciali con l’Africa, Mattioli ha detto di vedere “due tipi” di possibilità. “Una è che vadano in filiera insieme alle grandi, perché non scordiamoci il discorso della filiera, che sta funzionando in tantissimi Paesi del mondo, e che quindi vorremmo replicare come modello, con grandi appalti presi dalle grandi imprese italiane che portino dietro i fornitori italiani” ha spiegato la vice-presidente di Confindustria.

“Dall’altra parte Pmi che lavorino sul tessile, sul conciario, sulla trasformazione alimentare. Ci possono essere tanti tipi di settori da sviluppare, anche in collaborazione con le aziende africane”. E al governo italiano Mattioli ha lanciato un appello: non fermarsi dopo la legge sulla cooperazione, “che comprende anche le industrie ed è stata un grande passo avanti”.


GELLONA (ASSOBIOMEDICA): SALUTE, SFIDA DIPLOMATICA

La salute non è solo un valore straordinario per tutti gli esseri umani ma anche un modo per guidare la diplomazia e i rapporti tra i Paesi“. Così alla DIRE Fernanda Gellona, direttore di Assobiomedica, partecipando all’Italia Africa Business Week di Roma. Nel quadro dell’iniziativa, Gellona ha moderato la conferenza dal titolo ‘La salute, sfida della diplomazia e della politica estera’.

“Vogliamo creare un contatto con l’Africa per le nostre imprese, affinché possano pensare all’Africa come a un continente in cui esportare, in cui fare accordi, in cui portare benessere reciproco” ha spiegato alla DIRE Gellona. Presente al tavolo di oggi anche la nuova vice-presidente di Assobiomedica, Gin Invernizzi, che ha fornito alcuni dati sull’associazione, interna a Confindustria, che riunisce le imprese italiane del settore biomedicale. “Più di 3.800 aziende registrate in Italia, di cui circa 350 start-up, e oltre 76mila dipendenti” precisa Invernizzi, fornendo i numeri dell’organizzazione imprenditoriale, con un’attenzione particolare ai settori di ricerca e innovazione.


 

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