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Naufragio nel Mediterraneo, muoiono anche due bimbe siriane

Secondo i 21 sopravvissuti a bordo viaggiavano 27 persone prima che l’imbarcazione si capovolgesse e ne lasciasse in mare 6

Pubblicato:19-08-2016 14:20
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 08:59

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naufragioROMA  – Due bambine siriane di 8 mesi e 5 anni sono tra i cinque corpi recuperati ieri mattina nel Mar Mediterraneo dopo che una piccola barca di legno si è capovolta a circa 22 miglia al largo delle coste libiche.

Secondo i 21 sopravvissuti, soccorsi da Proactiva Open Arms, a bordo viaggiavano 27 persone prima che l’imbarcazione si capovolgesse e ne lasciasse in mare 6. Il gruppo era composto da 8 famiglie siriane che viaggiavano insieme nel Mar Mediterraneo alla ricerca di pace e stabilità.

L’equipaggio della Phoenix – una missione congiunta MOAS-Croce Rossa Italiana – che era sulla rotta per un altro salvataggio, si è imbattuto nei corpi dei deceduti in mare, recuperando successivamente i corpi di due donne, un uomo, e una neonata, mentre un peschereccio ha recuperato il corpo della bambina di cinque anni e lo ha consegnato all’equipaggio MOAS-CRI.


La ricerca dell’ultimo corpo è andata avanti per tutta la giornata, purtroppo senza alcun risultato. Questo incidente, avvenuto a circa un anno dal tragico anniversario della morte di Alan Kurdi (il bambino siriano morto sulla spiaggia turca), ci ricorda che sono centinaia i bambini che continuano a morire alle porte dell’Europa.

“È molto triste e frustrante essere testimoni della tragica perdita di vite umane in mare, in particolare quella di un bambino così piccolo. È tempo che la comunità internazionale faccia i conti con questa realtà e trovi subito vie sicure e legali per coloro che sono più vulnerabili affinché possano avvalersi dei diritti e delle tutele cui hanno diritto”, ha detto la cofondatrice del MOAS Regina Catrambone.

Dall’inizio del conflitto armato in Siria nel 2011, è stimato che 50mila bambini hanno perso la vita. Secondo l’UNHCR, tra gennaio e giugno 2016, i bambini hanno rappresentato il 27% di tutti gli arrivi in Europa.

“Come operatori umanitari, stiamo continuando il nostro lavoro salvando le vite in mare, ma questo non è sufficiente. Dobbiamo mettere pressione sui nostri Governi perché agiscano rapidamente. Non c’è più tempo da perdere. Le persone stanno continuando a morire durante le traversate nel Mediterraneo e questo significa che le condoglianze ufficiali e le lacrime dei governi dopo ogni tragedia sono solamente ipocrite, false e inutili. La Comunità internazionale non ha aggredito le cause che portano ai flussi migratori, come le guerre e la fame. C’è un bisogno immediato di accesso umanitario in ogni parte del viaggio e di vie sicure e legali di arrivo per evitare altre tragedie”, ha dichiarato il presidente nazionale di Croce Rossa Italiana e vicepresidente della Federazione Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, Francesco Rocca.

In un altro incidente in mare, la pronta azione del team a bordo dell’altra imbarcazione MOAS Responder ha evitato che un’altra tragedia potesse accadere, tirando fuori da un gommone sgonfio e semiaffondato 146 persone di cui 40 erano già completamente in acqua. In totale la missione congiunta di Migrant Offshore Aid Station (MOAS) e della Croce Rossa Italiana (CRI) – ha tratto in salvo e assistito solo ieri oltre 400 persone che viaggiavano su diverse imbarcazioni. I 21 sopravvissuti e i cinque deceduti sono stati trasferiti sulla nave MOAS Responder che sta navigano verso Trapani dove arriverà domani mattina, alle ore 10, con un totale di 304 persone a bordo. La Phoenix invece arriverà a Catania domani alle 11 per sbarcare 234 persone.

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