ROMA – “Salveremo quante piu’ vite e’ possibile facendo partire meno gente possibile”, risponde il vicepremier Matteo Salvini ai vescovi italiani. Ma riaprirete i porti alle Ong? “No”, risponde secco Salvini. “Assolutamente no”, ribadisce Matteo Salvini. “Significa invogliare i trafficanti a mettere questi disperati sui gommoni pronti ad affondare perche’ si sa che c’e’ qualcuno, forse, pronto a raccattarli. Meno amici degli scafisti si sa che ci sono in mare, meno persone saremo costretti a piangere”, aggiunge il vicepremier.
La presidenza della Conferenza episcopale italiana in una nota, diffusa questa mattina, parla dell’ennesima tragedia di migranti morti in mare “Come Pastori della Chiesa non pretendiamo di offrire soluzioni a buon mercato. Rispetto a quanto accade non intendiamo, però, né volgere lo sguardo altrove, né far nostre parole sprezzanti e atteggiamenti aggressivi. Non possiamo lasciare che inquietudini e paure condizionino le nostre scelte, determino le nostre risposte, alimentino un clima di diffidenza e disprezzo, di rabbia e rifiuto”, si legge.
“Gli occhi sbarrati e lo sguardo vitreo di chi si vede sottratto in extremis all’abisso che ha inghiottito altre vite umane – scrive la presidenza Cei, riferendosi a Josephine – sono solo l’ultima immagine di una tragedia alla quale non ci è dato di assuefarci. Ci sentiamo responsabili di questo esercito di poveri, vittime di guerre e fame, di deserti e torture. È la storia sofferta di uomini e donne e bambini che – mentre impedisce di chiudere frontiere e alzare barriere – ci chiede di osare la solidarietà, la giustizia e la pace”.
Come vescovi, prosegue la nota, “animati dal Vangelo di Gesù Cristo continuiamo a prestare la nostra voce a chi ne è privo. Camminiamo con le nostre comunità cristiane, coinvolgendoci in un’accoglienza diffusa e capace di autentica fraternità. Guardiamo con gratitudine a quanti – accanto e insieme a noi – con la loro disponibilità sono segno di compassione, lungimiranza e coraggio, costruttori di una cultura inclusiva, capace di proteggere, promuovere e integrare”. In modo “inequivocabile”, conclude la note, “avvertiamo che la via per salvare la nostra stessa umanità dalla volgarità e dall’imbarbarimento passa dall’impegno a custodire la vita. Ogni vita. A partire da quella più esposta, umiliata e calpestata”.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it