NEWS:

Report del Consiglio Grande e Generale – Seduta del 19 luglio

SAN MARINO - Con 32 voti contrari e 20 favore, il Consiglio Grande e Generale respinge l'Ordine del

Pubblicato:19-07-2017 17:44
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:32

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

SAN MARINO – Con 32 voti contrari e 20 favore, il Consiglio Grande e Generale respinge l’Ordine del giorno del Pdcs che chiedeva il ritiro dei tre decreti ‘salva risparmi’ e ne inizia l’esame.

Nella seduta consiliare odierna prosegue l’esame dei decreti in ratifica, avviato ieri sera.

In mattinata, al centro dei lavori è il Codice deontologico degli operatori dell’Informazione, presentato in Aula come decreto delegato n.59 . Il testo predisposto dalla Consulta per l’informazione finisce così sotto la lente del Consiglio Grande e Generale che interviene con l’accoglimento a maggioranza di alcuni emendamenti presentati da Rete. In dettaglio, dopo l’emendamento approvato ieri in notturna -che introduce l’obbligo, nel caso di pubblicazione di esiti di sondaggi, di fornire informazioni su chi lo ha realizzato e con quali modalità- in mattinata sono accolti altre due modifiche al testo, sempre proposte del movimento civico Rete. Approvati quindi a maggioranza l’emendamento modificativo articolo 5 (che esclude ogni riferimento discriminatorio relativo a dati sensibili, anche quando sia di rilevante interesse pubblico), infine l’emendamento modificativo all’articolo 29 in cui si estende l’inflizione della sospensione agli operatori in via generica in caso di violazione del codice deontologico, e non più solo alle violazioni considerate ‘gravissime’.


Ratificato il decreto n. 59, i lavori sono momentaneamente sospesi dopo l’annuncio, da parte del segretario di Stato per le Finanze, Simone Celli, del ritiro del decreto delegato n.60 sui “Profili definitori dell’assegno e disciplina in materia di pagamento e protesto di assegni in formato elettronico”. L’annuncio scatena infatti le proteste dei consiglieri di minoranza che la reputano una forzatura del regolamento consiliare- in quanto il decreto era già scorporato in apertura del comma- e uno stratagemma del governo per accelerare i tempi e riuscire così a giungere alla ratifica dei decreti 78 e 80. Non viene quindi accolta la proposta di Federico Pedini Amati, Mdsi, che chiede che il rinvio sia approvato dai due terzi dell’Aula, attraverso il voto. A seguito di una verifica compiuta sui casi precedenti e sulle norme, si ritiene infatti che il proponente abbia facoltà di rinviare il decreto, in quanto non rappresenta una modifica dell’Ordine del giorno. Dopo la consultazione dell’ufficio di Presidenza, si accorda quindi anche la sospensione della discussione di tutti i decreti successivi per procedere direttamente all’esame dei due decreti ritenuti urgenti sul sistema finanziario, il n.79 e il n. 80.

L’esame dei provvedimenti è comunque preceduto dalla presentazione dell’Ordine del giorno del Pdcs che chiede di “ritirare i tre Decreti Legge emanati dal Governo per ridefinire un quadro sostenibile degli interventi più urgenti”. A motivarlo è il consigliere Stefano Canti, Pdcs, che spiega come il contenuto dei decreti preoccupi sia l’opposizione che la cittadinanza, scesa in piazza ieri proprio per manifestare i suoi timori.“L’Odg- spiega inoltre- va nella direzione di ricostruire condivisione su tematiche che riguardano il sistema bancario e finanziario”. I capigruppo di maggioranza, nelle dichiarazioni di voto, esprimono la loro indisponibilità al ritiro dei decreti che avrebbe “conseguenze pesantissime”, puntualizza Roberto Giorgetti, Rf. Per Giuseppe Morganti, Ssd infatti “o lo Stato interviene- spiega- o non può che succedere qualcosa di molto più grave: la determinazione dello stato di fallimento per cui chi ha depositi in quell’istituto si troverebbe nell’impossibilità di non riaverli”. Sulla stessa linea d’onda Matteo Ciacci, C10, che si dice disponibile al confronto, ma non all’immobilismo.

L’Odg viene quindi respinto con 32 voti contrari e 20 in favore.

Si apre infine il dibattito per la ratifica del decreto legge n. .78 “Misure urgenti a sostegno del sistema bancario” nel corso del quale i consiglieri di Democrazia in movimento, Rete e Mdsi, annunciano che usciranno dall’Aula al momento del voto di ratifica.“Faremo in modo che questi decreti non saranno votati dal parlamento- manda a dire Elena Tonnini di Rete alla maggioranza- ma saranno legittimati solo dal vostro voto, non avrete il nostro, né la nostra presenza perché usciremo dall’Aula”.

La seduta si interrompe sul dibattito al decreto n.78: i lavori consiliari riprenderanno domani mattina dal comma 23 con la prima lettura dell’Assestamento di Bilancio.

Di seguito un’estratto delle dichiarazioni di voto dell’Odg del Pdcs.

Comma 3. Ratifica decreti delegati e decreti legge/Respinto Odg del Pdcs con 32 voti contrari e 20 a favore.

Decreto-legge n.78 Misure urgenti a sostegno del sistema bancario;
Decreto-legge n.79 (sospeso) Misure urgenti a sostegno di operazioni a tutela del risparmio;
Decreto-legge n.80 Disposizioni per la cessione in blocco di attivi e passivi di Asset Banca S.p.A. – in liquidazione coatta amministrativa – a Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino S.p.A.

Stefano Canti, Pdcs, dà lettura di un Odg dell’opposizione

Alla luce del recente dibattito effettuato in Consiglio Grande e Generale sul sistema bancario e finanziario della Repubblica di San Marino; Considerato che il predetto dibattito si è concluso con l’approvazione di un Ordine del Giorno presentato dai Gruppi Politici di Maggioranza con il quale impegna il Governo “ad avviare un confronto con tutti l rappresentanti della politica e con le forze sociali, individuando per il reperimento delle risorse necessarie una soluzione composita e diversificata, che privilegi l’utilizzo di risorse interne, ricorrendo al debito pubblico solo se assolutamente necessario”.
Alla luce di quanto già deliberato dal Congresso di Stato circa le garanzie concesse per il fondo pensione di 30 milioni di euro investito dall’Istituto per la Sicurezza Sociale in Asset Banca, ed alla luce dei recenti tre Decreti Legge deliberati dal Governo senza un preventivo confronto con tutti i rappresentanti della politica e con le forze sociali come tra l’altro auspicato dallo stesso Odg della maggioranza sopra richiamato e senza fornire un quadro completo e tecnicamente verificabile sulle garanzie offerte dallo Stato;
Considerata la richiesta della Centrale Sindacale Unitaria circa la necessità di ritirare tre provvedimenti di Legge emanati dal Governo;
Alla luce di quanto sopra il Gruppo consigliare del Pdcs esprime preoccupazione, in primo luogo, per la mancata disponibilità da parte del Governo e della Maggioranza a riallacciare un dialogo ed un confronto sui principali temi di attualità ed in secondo luogo circa la tenuta del sistema bancario e di conseguenza sui rischi riguardanti la restituzione dei fondi pensione e del fondiss allocati all’interno degli istituti di credito sammarinesi; Considerato infine che i fondi pensione devono prevedere le massime garanzie ed essere interamente tutelati;

a tal fine impegna il Congresso di Stato

1) a ritirare i tre Decreti Legge emanati dal Governo per ridefinire un quadro sostenibile degli interventi più urgenti;

2) a fornire la documentazione relativa alla ricostruzione dell’allocamento dei fondi pensione e del Fondiss, e precisamente che attesti in quali Istituti di credito Sammarinesi sono allocati, per quali importi ed in che tipo di investimento e/o titolo sono investiti.

3) a programmare, entro il mese di luglio p.v., la convocazione di un tavolo tecnico/politico tra
le forze di maggioranza e di opposizione ciò al fine di ristabilire un corretto spazio di con­fronto, nel quale la politica e gli organi Istituzionali riprendano la funzione che la Legge attribuisce a loro, pur nel rispetto della diversità dei ruoli. L’attuazione di questo confronto  dovrebbe costituire la precondizione per garantire quel coordinamento fra Governo, BCSM, Istituti Bancari e Magistratura così come auspicato anche dal Fondo Monetario Internazionale nella relazione del 2016”.

Dopo l’emanazione di questi tre decreti, di cui uno ritirato, ci sentiamo in dovere di presentare l’Odg per ricercare condivisione su questi temi. Nell’ultimo Consiglio è stato approvato un Odg che impegnava a ricercare il confronto e all’avvio di un tavolo su questi temi e ci aspettavamo un confronto su questi tre decreti emanati nella notte, decreti che intervengono su Fondiss, sulla conversione del credito di imposta in obbligazione. I loro contenuti ci preoccupano fortemente, in più c’è stata la manifestazione dei cittadini che hanno espresso anche la loro preoccupazione. L’Odg va nella direzione di ricostruire condivisione su tematiche che riguardano il sistema bancario e finanziario. Solo con la condivisione su un tema così importante potrà essere ristabilita la normale dialettica tra maggioranza e opposizione e sarà possibile delineare un indirizzo in quest’Aula per Banca centrale e non continuare più, come succede ad oggi, con il contrario, con un governo che prende per buono quanto gli dice Bcsm e il Consiglio deve solo ratificarlo.

Simone Celli, segretario di Stato per le Finanze

L’Aula si esprimerà liberamente sull’Odg. Le ragioni che hanno portato all’emissione di questi tre decreti rientrano nella necessità di dare supporto e stabilità al settore finanziario, non introducono elementi di novità perché nelle precedenti legislature si è già ricorso a decreti d’urgenza sul settore bancario, mi pare quindi una posizione contraddittoria. E’ un’iniziativa, quella della Dc, che non può trovare condivisione del governo. Sul decreto 79 è stata fatta la valutazione di apporre alcuni accorgimenti, sulla base di osservazioni fatte dalle associazioni di categoria e sindacati, e ci siamo presi tempo per valutarlo. Gli altri decreti sono di fondamentale importanza per procedere all’integrazione di Asset in Cassa di Risparmio e per tornare all’operatività normale dell’intero sistema. Riteniamo pericolosa la possibilità che questi decreti non siano ratificati, l’interesse generale della comunità sammarinese è rappresentata dalla loro ratifica e così l’adempimento di cessione di Asset in Cassa.

Federico Pedini Amati, Mdsi

C’è chi vede il nostro intervento come mero ostruzionismo e chi crede invece nel ritiro di questi decreti. Ieri tanta gente era davanti a Palazzo Pubblico per protestare contro l’ennesima forzatura del governo, ovvero l’emissione di questi decreti. Celli ha detto che il decreto 79 sarà rivisto, è quello che riguarda il ricorso a 50 milioni di euro in Fondiss. Questi milioni, secondo me, serviranno a dare nuova liquidità a Cassa di Risparmio. E’ una forzatura grandissima. Mi auguro i sindacati alzino le barricate per l’uso improprio dei fondi pensione. Ci risulta che il direttore Savorelli abbia addirittura chiesto l’utilizzo dei 450 mln di euro di tutti i fondi pensione, una richiesta inammissibile, per immettere nuova liquidità al settore bancario.

L’Odg che stiamo discutendo chiede il ritiro dei 3 decreti. Quello sospeso è stato rinviato però è in vigore, i suoi effetti sono in vigore. Governo e maggioranza vanno avanti, forzano la mano e non tengono conto della protesta della piazza. L’altro decreto, il n. 79, trasforma credito di imposta in debito, ma vi siete chiesti se con un decreto il Paese può indebitarsi per 150 mln di euro? Il sottoscritto è fortemente contrario e chiedo il ritiro del decreto. L’80 prevede il trasferimento Asset in Cassa, servirebbe una presa di responsabilità su quanto accaduto.

Sosterrò e voterò favorevolmente l’Odg del Pdcs. Richiedo un’assunzione vera di responsabilità dei consiglieri e il ritiro o votazione contraria dei due decreti.

Alessandro Mancini, Ps

Il gruppo del Ps sostiene e voterà favorevolmente l’Odg. Le ragioni sono ovvie e largamente motivate in questi giorni di dibattito in Aula, in occasione del comma comunicazioni e, non ultimo, nella manifestazione di ieri in piazza dei cittadini sammarinesi che hanno portato un messaggio di preoccupazione verso il metodo di governo non accettabile. Il ritiro dei decreti era stato chiesto anche dalla Csu, sono decreti importanti di impatto sul sistema finanziario e sullo Stato. Il decreto che prevede la cartolizzazione del credito imposta in debito pubblico avrà impatto sull’esercizio finanziario. Non a caso tutte le forze di opposizione hanno presentato ricorso di legittimità costituzionale al Collegio garante.

A nostro modo ci sono molti tratti di incostituzionalità, il carattere di urgenza e la mancanza di copertura finanziaria. La reazione dell’opposizione è stata inoltre dettata dal metodo, dal mancato confronto. Condividiamo che il problema del credito di imposta vada affrontato, ma la soluzione posta è quella più sbagliata. Era giusto tirare una riga sui crediti, certamente sì, si poteva continuare a gestirlo in modo diverso. Ma c’è una bella differenza sugli effetti di bilancio e la prospettiva tra un mancato incasso e un debito pubblico iscritto a bilancio. Queste sono le ragioni per il ricorso e per il contrasto ai decreti.

Giuseppe Maria Morganti, Ssd

Ricordo che il decreto 79 sarà discusso in una prossima sessione, sarebbe meglio concentrarci sugli altri due decreti. Dopo una lungo periodo di commissariamento, analisi, fino alla liquidazione coatta si è giunti al decreto che porta la cessione in blocco di attivi e passivi di Asset in Cassa. Oggi ci troviamo nelle condizioni in cui o lo Stato interviene o non può che succedere qualcosa di molto più grave: la determinazione dello stato di fallimento per cui chi ha depositi in quell’istituto si troverebbe nell’impossibilità di non riaverli, tranne dopo la liquidazione definitiva che prevede tempi biblici e deve individuare attivi sufficienti. Chiaro che è una situazione dolorosa, ma altrettanto vero è che abbiamo uno Stato che si è comportato in modo molto coerente, è sempre intervenuto nel solco interventi 78 e 80. Vogliamo impedire che questo possa avvenire? Sappiamo le conseguenze che porterebbero nocumento a 4-5 mila risparmiatori che hanno riposto fiducia in una istituzione bancaria. Non capisco i motivi che sottengono alla richiesta di ritiro, in particolare al decreto che mira alla tutela di questi risparmi. C’è poi necessità di porre parametri che possano contenere atteggiamenti di nocumento. L’Odg così come formulato non può essere assolutamente accolto, per il punto 1, per i punti 2 e 3 c’è invece piena disponibilità al dialogo richiamato. Sul 79 il governo ha dimostrato ampissima disponibilità a ragionare sulla protezione di questi fondi. Questo è il quadro per cui la maggioranza intende respingere l’Odg e procedere all’esame dei decreti.

Iro Belluzzi, Psd

A nome del Psd do pieno appoggio all’Odg della Dc, mi sembra che la maggioranza non si renda conto del livello di scontro e conflitto che si sta generando nel Paese. C’è chi ha minimizzato la portata della manifestazione della cittadinanza di ieri.

Gli organi di stampa, al di fuori di Rtv, non hanno evidenziato nessuno il comunicato elaborato ieri del sindacato. Era sul fatto che il confronto tra governo e Csu è caduto per il niet di Banca centrale.

A Morganti, il decreto 79 anche se sospeso è già in vigore, e se domani Bcsm vorrà utilizzare quel monte del fondo pensioni potrà farlo.

Roberto Ciavatta, Rete

Voteremo favorevolmente l’Odg, le tre richieste sono tutte condivisibili. Si richiede come primo punto il ritiro dei decreti legge. Viene deciso l’indebitamento del Paese senza alcun confronto nel Paese. Allarma poi il ricorso ai fondi pensione sia la cittadinanza che noi, tanto più il ricorso a Fondiss in cui ci sono soldi riconducibili a colui che versa.

Abbiamo portato all’attenzione del governo e della maggioranza un documento con 17 punti di proposte per evitare di introdurre liquidità, fregandola a chi versa fondi pensione e nessuno punto è stato preso in considerazione, c’era l’individuazione dei grandi debitori, per esempio. Si chiede l’istituzione di un tavolo tecnico per trovare una via d’uscita da dove ci ha portato Bcsm. Fermiamo le bocce e cerchiamo di trovare soluzioni. La maggioranza ha i numeri ed è ovvio che l’Odg non passerà, ma se ne assumerà la responsabilità. Se volete continuare ad avere uno scontro con la cittadinanza prego, accomodatevi.

Alessandro Cardelli, Pdcs

Chiediamo il ritiro dei tre decreti legge. Un risultato è stato già ottenuto nel momento in cui si è indetta la manifestazione di piazza perché il governo ha iniziato subito a chiedere il confronto ai sindacati, poi ha invitato Anis cercando di evitare che scendessero tutti in piazza. Ma poi Savorelli si è opposto e anche i sindacati hanno partecipato alla protesta. Ma non capisco perché non si cerchi un confronto con l’opposizione, che rappresenta il 70% del Paese. Inoltre, se questi decreti sono così vitali, perché uno dei tre non lo portate subito in ratifica? Perché su uno vi siete fermati? Evidentemente, avete visto che c’era un problema. Sono convinto che anche dentro la maggioranza c’è chi non crede in quei decreti. Oggi è andata in scena l’ennesima forzatura, sono stati ritirati i decreti precedenti per discutere questi. Vi ricordo che non siamo gli unici a chiedervi il ritiro, ma tutte le realtà economiche e sociali più importanti del Paese.

Il Decreto 80 nasce da una procedura che abbiamo contestato, il Commissariamento di Asset. Ai correntisti dico che il motivo perché non hanno oggi la disponibilità dei loro depositi non lo devono chiedere a noi. Chiedo ai consiglieri anche della maggioranza di poter valutare di votare questo Odg. Non c’è urgenza di questi decreti, confrontatevi con noi e il resto del Paese.

Roberto Giorgetti, Rf

Il ritiro dei decreti vorrebbe dire azzerrare un progetto già ampiamente discusso in questi mesi, e non c’è altro al suo posto se non il ‘tanto peggio tanto meglio’. Non siamo disponibili assolutamente al ritiro. I decreti in discussione sono il 78 e l’80, il 79 su Fondiss non è in discussione. A riguardo è in corso un confronto sull’impiego dei fondi pensione in interventi di sistema, c’è una riflessione da tempo. Si è detto del ricorso dell’opposizione al Collegio garante, è legittimo, ma confidiamo diversamente dall’altra parte che i punti di diritto del provvedimento siano solidi. Sulla motivazione della copertura di spesa: il decreto non ha automatismi di spesa, sono da definire. Poco c’azzecca quindi la motivazione sulla copertura di spesa.

Nell’Odg del Pdcs, al di là della richiesta di ritiro dei decreti che avrebbe conseguenze pesantissime, sugli altri punti siamo disponibili a ragionare. Noi non cerchiamo lo scontro con i 30 mila cittadini di questo Stato, abbiamo delle idee, può darsi non ci si trovi d’accordo, ma non è scontro, è diversità di idee.

Matteo Ciacci, C10

E’ necessario rispettare fortemente tutta la cittadinanza e anche coloro che manifestano il proprio dissenso dalla maggioranza del governo. Credo quindi che il dissenso vada ascoltato, ma non si può rinunciare alle proprie prerogative. Abbiamo deciso di portare avanti un percorso, sì al confronto con tutti, ma no all’immobilismo: in quest’Aula in questi 6 mesi di immobilismo ne ho visto tanto, parlo anche per me, che avrei sperato di iniziare in modo più intraprendente questa attività parlamentare, ma lo scontro politico ha avuto il sopravvento e ne sono dispiaciuto. L’Odg contiene una serie di elementi, la premessa è eccessivamente faziosa, non è possibile assecondare il primo impegno chiesto al congresso, il ritiro dei decreti ma sui punti 2 e 3 c’è disponibilità.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it