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Simit: “Vaccinazioni restano imprescindibili”

"Necessarie campagne di informazione sanitaria"

Pubblicato:19-07-2017 16:01
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:32

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ROMA – All’indomani dei nuovi casi di morbillo registrati sia nella Nazionale di pallanuoto sia nelle scorse ore in Campania all’hotel di Vietri sul Mare, con oltre 700 persone monitorate, e in contemporanea con la discussione in Senato sul decreto vaccini, ecco la riflessione degli specialisti infettivologi della Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali – Simit. Un tema al centro del dibattito, come dimostra anche la scelta della Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali – Simit di trattarlo nel Meeting Salute di Rimini il prossimo 21 agosto. Una sessione in quel caso in cui l’oggetto saranno le vaccinazioni dell’anziano e delle persone portatrici di patologie croniche, per garantire una vita più lunga e più sana.

“La discussione di questi giorni al Senato della Repubblica sul decreto vaccini ha di nuovo scatenato su questo tema un dibattito che ha assunto toni particolarmente accesi sulla necessità di rendere obbligatori alcuni di questi e sugli aspetti sanzionatori nei confronti delle inadempienze. A una Società Scientifica non compete esprimere giudizi interpretabili come politici. Non possiamo tuttavia non esprimere preoccupazione sui possibili effetti di polemiche strumentali che spostano l’attenzione dal problema reale, che consiste unicamente nell’ottenere la necessaria copertura vaccinale e nel cogliere l’occasione di interrompere la diffusione nel Paese di alcune delle principali malattie infettive prevenibili. Il passaggio di alcuni vaccini da obbligatori a raccomandati potrebbe indurre un’opinione pubblica disorientata a percepire la decisione come un suggerimento a considerarli ‘meno importanti’ e quindi a soprassedere alla loro assunzione”, commenta Massimo Galli, Professore Ordinario di Malattie Infettive all’Università di Milano e Vice Presidente della Simit, Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali.

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Continua Galli: “Va ricordata per contro la loro assoluta importanza. Tra essi, ad esempio, sono compresi i vaccini contro il meningococco. La disponibilità, che è fatto solo recente, di vaccini contro i principali sierogruppi di meningococco implicati in malattie invasive rappresenta un’occasione fondamentale per limitarne la circolazione, per abbattere l’incidenza della malattia e per proteggere individualmente le persone vaccinate in età infantile. Una delle vaccinazioni per le quali è stata mantenuta la proposta dell’obbligatorietà, ma che resta sotto il tiro incrociato degli antivaccinatori e della incompetenza di alcuni politici, è quella contro il morbillo”.


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“L’epidemia in corso- prosegue Galli- è arrivata a coinvolgere anche i componenti della squadra nazionale di pallanuoto e giusto oggi ha riconquistato ampi spazi nelle cronache per l’episodio di Vietri sul Mare, che ha colpito 3 persone e costretto al monitoraggio di altre 700. Come purtroppo prevedibile, è stato registrato almeno un decesso per morbillo in un bambino non vaccinabile, in quanto affetto da malattie incompatibili con la vaccinazione e non più protetto dall’immunità di gregge (la copertura offerta ai non vaccinabili dalla vaccinazione di almeno il 95% degli altri). Nonostante ciò, le ‘esitazioni’ su questa vaccinazione continuano a tenere banco. Non aiutano certamente a ridurle le affermazioni contro l’obbligatorietà da parte di politici di regioni che vantano coperture vaccinali assai inferiori alla soglia richiesta del 95% e che non hanno impedito il verificarsi di un importante numero di casi di malattia. Infatti il 90% dei 3501 casi segnalati dall’inizio dell’anno al 9 luglio scorso all’Iss è stato riportato in sette (Piemonte, Lazio, Lombardia, Toscana, Abruzzo, Veneto e Sicilia) delle 18 regioni italiane interessate dall’epidemia. Il fatto che il 73% dei casi si sia verificato in persone di età pari o superiore ai 15 anni punta ulteriormente l’indice sulla insufficiente copertura vaccinale“.

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“Una percentuale rilevante dei giovani adulti non è mai stata vaccinata e non ha mai contratto l’infezione ed è quindi suscettibile ad infettarsi ora che il virus ha ripreso a circolare. Il fatto che solo quest’anno si siano verificati 255 casi in operatori sanitari denuncia la mancata immunizzazione di gran parte dei giovani adulti e impone di correre ai ripari per evitare che gli stessi operatori sanitari fungano da amplificatori dell’epidemia. La recente polemica sulla vaccinazione degli operatori scolastici non ha ragion d’essere, sul piano scientifico, perché, come per i sanitari, interviene sia la necessità della loro protezione individuale, sia quella di impedire che fungano da amplificatori dell’epidemia non solo nel contesto lavorativo, ma anche nel proprio ambito familiare e sociale”, spiega Galli.

“A fronte della necessità di sostenere la pratica vaccinale e delle robuste ed incontrovertibili basi scientifiche a sostegno della stessa, è innegabile che la vaccine hesitancy sia un fenomeno non solo da oggi diffuso nel mondo e che coinvolge purtroppo, in termini più o meno palesi, anche personale sanitario. Molti dei genitori di oggi appartengono ad una generazione che ha goduto dei vantaggi dei vaccini contro le principali malattie prevenibili e che non ne ha direttamente ‘visto’ gli effetti, a differenza delle generazioni precedenti che, per esperienza diretta dei danni causati da queste malattie, avevano chiara percezione dell’utilità dei vaccini per il singolo e per la comunità. Senza nulla togliere alla necessità di giungere a una rapida definizione ed applicazione di politiche vaccinali che garantiscano la sicurezza della popolazione, la qualità, spesso desolante, del dibattito in corso testimonia la necessità di campagne di educazione sanitaria che favoriscano la comprensione dell’importanza dei vaccini e della loro corretta assunzione”, conclude il Vice Presidente della Simit.

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