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Caserta, spari contro due ragazzi del Mali al grido di ‘Salvini Salvini’

Tre giovani italiani hanno fatto esplodere alcuni colpi con una pistola ad aria compressa

Pubblicato:19-06-2018 13:01
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:16

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NAPOLI – Due ragazzi del Mali sono stati vittime di un episodio di violenza a Caserta, dove sono beneficiari del progetto Sprar. Lo scorso lunedì, intorno alle 22, i richiedenti asilo Daby e Sekou sarebbero stati avvicinati da una fiat Panda di colore nero, a bordo della quale viaggiavano tre giovani italiani che hanno fatto esplodere alcuni colpi con una pistola ad aria compressa. Al grido “Salvini Salvini”, dopo aver colpito al torace uno di loro, ferendolo lievemente, gli uomini a bordo della Panda avrebbero sparato anche all’indirizzo dell’altro migrante ma il colpo sarebbe andato a vuoto.

A denunciare l’episodio sono il centro sociale ex Canapificio, la caritas diocesana di Caserta, il comitato Città Viva e il progetto Sprar di Caserta. Accompagnati da un’operatrice legale e dall’avvocato difensore Francesco Pugliatti, i due hanno sporto formale denuncia-querela nei confronti di persone da identificare per l’aggressione. E’ stata anche richiesto il sequestro di una telecamera nella zona.

Daby e Sekou, sono arrivati in Italia più di due anni fa dopo essere fuggiti dal Mali, uno dei Paesi distrutti da guerre, povertà e siccità

Daby, in particolare, dopo anni di attesa, è riuscito ad ottenere un permesso di soggiorno per motivi umanitari rilasciatogli dalla Commissione territoriale per la protezione internazionale di Caserta. Oggi entrambi sono beneficiari del progetto Sprar del Comune di Caserta, gestito dal Centro Sociale Ex Canapificio, dalla Comunità Rut delle Suore Orsoline e dalla Caritas, sono stati vittime di un vergognoso episodio razzista.


Questo è l’ennesimo episodio di razzismo

“Siamo profondamente sconcertati e indignati – commentano i responsabili del centro sociale Ex Canapificio dello Sprar di Caserta – per quello che è accaduto ai due ragazzi che sono tutt’ora spaventati. Questo è l’ennesimo episodio di razzismo dopo i fatti di San Ferdinando, dove qualche settimana fa perdeva la vita un giovane bracciante maliano, Sacko Soumayla, ucciso da un colpo di fucile come un animale; dopo l’aggressione in un centro di accoglienza a Sulmona del 12 giugno; e dopo la triste storia dell’Aquarius”.

L’appello a Conte e Salvini

Il centro invita il ministro dell’Interno Matteo Salvini e il governo di Giuseppe Conte “a prendere spunto da questo episodio per interrogarsi sulle scelte da fare e propagandare, così come speriamo che i rappresentanti istituzionali eletti possano presentare interrogazioni parlamentari per chiarire ciò che è accaduto e che le forze dell’ordine agiscano adeguatamente. In questo clima difficile, bisogna essere consapevoli che non basterà bloccare una nave né servirà moltiplicare i campi di detenzione in Libia o in Niger. Come cittadini crediamo che la politica del cambiamento debba puntare sull’inclusione sociale di tutti, sulle regolarizzazioni delle persone che vivono e lavorano onestamente nel nostro paese da decenni e non continuare in propagande xenofobe di programmi irrealizzabili”.

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