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Pd: tregua e congelamento dimissioni Renzi, ma l’assemblea non apprezza

Siglata la pace momentanea tra maggioranza renziana e area Martina nel Pd

Pubblicato:19-05-2018 09:37
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:54

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ROMA – Siglata la pace momentanea tra maggioranza renziana e area Martina nel Pd, in vista di una futura assemblea a luglio, prende la parola Maurizio Martina e non piu’ Matteo Renzi com’era previsto. Di fatto le dimissioni di Renzi senza la presa d’atto dell’assemblea sono congelate. L’assemblea non ha gradito lo slittamento dell’odg della riunione. All’annuncio da parte del presidente Matteo Orfini molti delegati hanno protestato a viva voce. L’assemblea, questa volta molto partecipata, con oltre 800 partecipanti, e’ composta da delegati provenienti da tutta Italia.

Anche la data del congresso resterebbe nel limbo. Il Pd riconvocherebbe l’assemblea nazionale a luglio. Lo apprende l’agenzia Dire. Al cronista della Dire che gli chiede se e’ possibile un esito unitario, Matteo Renzi risponde con un’alzata di spalle. “Decide Orfini”, spiega con un sorriso. Di fatto e’ in dubbio anche che Renzi intervenga per primo in assemblea come previsto alla vigilia.


La maggioranza renziana ha aperto uno spiraglio

Nella trattativa che si svolge a margine dei lavori dell’assemblea nazionale Pd, dopo che l’area Martina ha formalizzato la presentazione di un odg per l’elezione di Martina a segretario con pieni poteri, a quanto si apprende, la maggioranza renziana ha aperto uno spiraglio a patto che dal dispositivo sia cancellata la parte che prevede la presa d’atto delle dimissioni di Matteo Renzi, che e’ il punto 1 dell’odg dell’area Martina.

Esponenti delle aree pro-Martina spiegano che l’elezione di Martina “deve avvenire indipendentemente dalla data di convocazione del congresso che sara’ decisa successivamente”.

L’area Martina ha presentato all’assemblea nazionale un ordine del giorno per l’elezione del segretario in assemblea. Il congresso sara’ indetto entro l’anno da una successiva assemblea. Questo il testo: “Preso atto delle dimissioni del segretario Matteo Renzi, vista la delicata situazione politica e istituzionale e l’esigenza immediata di assumere un’adeguata inziativa avendo una guida legittimata, l’assemblea delibera: di procedere all’elezione di un segretario in assemblea ai sensi dell’articolo 3 comma 2 dello statuto nazionale del partito. Di riconvocarsi per procedere all’indizione del congresso anticipato che si dovra’ svolgere entro quest’anno”.

Quella del dopo 4 marzo e’ l’assemblea nazionale del Pd piu’ partecipata di sempre

I delegati hanno risposto in massa all’appello, con oltre 800 presenze certificate. Matteo Renzi torna, e in prima fila (alla direzione aveva partecipato ma dalle retrovie) e come sempre assediato dalle richieste di selfie (nelle foto della Dire). Accanto a lui il viceministro Teresa Bellanova e il presidente del gruppo al senato Andrea Marcucci. Ma questa volta a fare concorrenza al segretario dimissionario c’e’, a qualche sedia di distanza, Paolo Gentiloni. Il presidente del consiglio e’ preso d’assalto dai delegati che vogliono scattare una foto con lui (nelle foto della Dire). Tra uno scatto e l’altro, a Renzi un delegato regala un libro che potrebbe tornargli utile. “L’arte del possibile. Dedicato agli scettici”.

 

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