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La crisi del commercio in Emilia Romagna: 575 aperture e 1.192 chiusure in 4 mesi

Anche se l'economia dell'Emilia-Romagna mostra segni di ripresa,

Pubblicato:19-05-2015 11:15
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:20

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commercio negoziAnche se l’economia dell’Emilia-Romagna mostra segni di ripresa, il commercio è ancora in sofferenza. Tanto è vero che nel 1^ quadrimestre di quest’anno, il saldo tra le aperture (575) e le chiusure (1.192), in regione vede un saldo negativo di -617 unità, migliore solo rispetto al 2014 (-662).

La maglia nera va al territorio della provincia di Bologna con 1.929 imprese iscritte, 32 nuove iscrizioni e 64 cancellazioni (nei primi quattro mesi dell’anno), con un saldo negativo di -32. Segue Rimini con 1.162 iscritti, 182 nuove iscrizioni e 39 cancellazioni (saldo a -16) e poi Ferrara, con 777 imprese, 14 iscrizioni e ben 28 cancellazioni (-14). Passando a Parma, sempre nello stesso periodo, in numeri vedono 670 imprese, 14 iscrizioni, 19 cancellazioni: totale -5. A Ravenna si contano 1.124 imprese, 21 iscrizioni, 25 cancellazioni e un saldo di -4; a Forli-Cesena le cifre sono rispettivamente 962, 14, 17 con un saldo negativo di -3, a Piacenza invece 668, 13, 16 con un saldo di -3. Più positivi, in proporzione, i numeri di Modena: nel primo quadrimestre di quest’anno, infatti si contano 1.354 imprese registrate, 28 iscrizioni, 27 cancellazioni, con un saldo di -1. Dato migliore in assoluto, quello di Reggio Emilia con un saldo di +5 imprese, che deriva da 23 iscrizioni e 18 cancellazioni su un totale di 904 imprese registrate.

E’ quanto si evince da un’analisi di Confesercenti regionale, che conta in totale 1.192 attività chiuse e 575 aperte, per un saldo finale, appunto, di -617 negozi. Non va benissimo nemmeno il commercio ambulante, con 182 aperture, 253 cessazioni, per un saldo negativo di 71 attività. Nel primo quadrimestre 2014 erano 121, quindi anche qui il dato anche in questo caso migliora leggermente. In questo comparto, tra l’altro, l’Emilia-Romagna marca una differenza rispetto al dato nazionale dove invece quello degli ambulanti è l’unico settore che aumenta.


Per quanto riguarda gli intermediari del commercio, settore collegato alle dinamiche del retail, la tendenza è la stessa dell’anno scorso, spiega ancora l’osservatorio di Confesercenti: 638 iscrizioni, 883 cessazioni con un saldo negativo di 245 attività. Chiusure si registrano anche nei distributori di carburante (saldo negativo di 45 attività), come pure nelle edicole, con un saldo negativo di 25 attività: entrambi sono alle prese con un forte calo della redditività.

“Non possiamo che essere contenti quando sentiamo annunci che finalmente la tanto attesa ripresa è arrivata- spiega Roberto Manzoni presidente di Confesercenti Emilia-Romagna-. Ma quando ci confrontiamo con i dati forniti dall’Osservatorio e con la realtà quotidiana dei nostri associati, questi annunci suonano piuttosto delle piccole percezioni di miglioramento nell’economia virtuale, che non toccano ancora, purtroppo, la realtà del piccolo e medio commercio”. Il settore, aggiunge poi il presidente, è “ancora in attesa di politiche per il rilancio dell’economia e dei consumi, di tasse più sostenibili, di norme sulla concorrenza sleale e sull’abusivismo, di minori spese da parte dei gestori di servizi, di sburocratizzazione. Sono questi i veri annunci che stiamo aspettando”.

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