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Nucleare, Sogin: “Smantellamento centrali a poco meno di 1/3”

Desiata (Sogin): "Dal nuovo governo spero in un dibattito sereno"

Pubblicato:19-04-2018 15:04
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:47

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ROMA – Lo smantellamento delle vecchie centrali nucleari italiane condannate allo spegnimento e chiusura da referendum del 1987 e’ a “poco meno di un terzo” del lavoro complessivo. Lo chiarisce Luca Desiata, amministratore delegato di Sogin, rispondendo a una domanda nel corso della presentazione dei risultati 2017. “Per lo smantellamento siamo al 27,1% a fine 2017”, spiega Desiata, a livello economico “705 milioni su un totale di 2,6 miliardi”, un miglioramento perche’ “al 2015 eravamo al 25,1%”. Certo, “siamo a poco meno di un terzo della procedura di decommissioning- prosegue l’ad Sogin- ma finche’ non si staccheranno i vessel (il contenitore del reattore vero e proprio, la parte piu’ radioattiva, ndr) non possiamo dire di essere entrati nel cuore del sistema”. Il tema dei vessel si presenta ad esempio per le centrali del Garigliano e di Trino Vercellese, ricorda l’ad Sogin Luca Desiata. Si tratta della parte piu’ radioattiva dell’impianto “smantellata la quale rimane il resto che ha livelli di radioattivita’ minimi”. Poi “ci sono problemi di spazio per operare con i macchinari- prosegue- tutte le operazioni avvengono sotto un battente di acqua, soluzione che rappresenta un ottimo schermo per le radiazioni ma complica l’operativita’”.

Mappa dei centri italiani che conferiranno i rifiuti radioattivi al DN

 

 


NUCLEARE. DESIATA (SOGIN): DA NUOVO GOVERNO SPERO DIBATTITO SERENO 

Sul tema del deposito nazionale di superficie dei rifiuti radioattivi che dovra’ essere realizzato “dal nuovo governo ci aspettiamo un dibattito sereno dal punto di vista tecnico, dal quale possa emergere il fatto che i rischi sono molto limitati mentre vi sono evidenti vantaggi per il territorio”. Luca Desiata, amministratore delegato di Sogin, lo dice nel corso della presentazione dei risultati 2017. Immaginabili le tensioni a livello locale, quello che auspica Desiata e’ “un dibattito aperto e sereno basato sulle evidenze tecniche”.

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