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Università, Perata (Sant’Anna): “Aumentare gli iscritti, formare competenze è un servizio al Paese”

L'intervista della Dire al rettore della Scuola Sant’Anna di Pisa Pierdomenico Perata

Pubblicato:19-04-2018 13:18
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:47

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ROMA – Gli studenti che riescono ad entrare alla Scuola Sant’Anna di Pisa “devono garantire un certo impegno” e “non sono certo dei privilegiati“. Così il rettore dell’ateneo toscano Pierdomenico Perata, in una intervista all’agenzia di stampa Dire. “Entrare alla Scuola Sant’Anna di Pisa è impegnativo”, ha spiegato Perata aggiungendo che ci sono 1.000 concorrenti per 50 posti circa: “Noi chiediamo molto ai nostri allievi, e non solo
di superare il concorso di ammissione”. Si chiede, infatti, “un impegno per il loro intero percorso universitario è quello di mantenere ogni anno standard elevati: la media del 27, gli esami previsti da sostenere ogni anno, due lingue straniere. Non credo sia un privilegio, se non quello di poter studiare. Il nostro Paese investe poco in formazione universitaria, abbiamo la percentuale di iscritti tra le più basse d’Europa”.
A chi considera privata la Scuola Sant’Anna, Perata risponde: “Non siamo privati, il richiamo è riferito all’edificio in cui siamo, l’ex monastero Sant’Anna, bella struttura nel centro di Pisa. Ma la scuola è pubblica, statale. È un ateneo a statuto speciale, si garantisce ai migliori talenti una formazione universitaria di livello elevato”.  Facendo un discorso in generale, una delle accuse che si muove all’Italia è quella di non essere un Paese attrattivo per gli studenti stranieri: “La centralità della lingua italiana è sbagliata da un punto di vista della internazionalizzazione dei nostri atenei- ha proseguito Perata- Non sappiamo fornire una formazione in lingua inglese. A livello dottorale, terzo livello di formazione, il nostro Paese potrebbe essere attrattivo. Nella nostra scuola quasi il 30% dei dottorandi non è italiano“.https://www.youtube.com/watch?v=JAvBr3yXWHA&feature=youtu.be

“‘Memo’ per aumentare gli iscritti”

“Dobbiamo garantire al nostro Paese un maggior numero di iscritti“. Pierdomenico Perata, rettore della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa spiega così in una intervista all’agenzia di stampa Dire il progetto ‘Memo’ realizzato per favorire il merito e la mobilità sociale, rivolto a studenti che dimostrano capacità ma che provengono da realtà e contesti familiari in difficoltà.
“I risultati sono ottimi, è stato un nostro esperimento– ha spiegato Perata- Partiamo dall’idea che chi proviene da un ambito familiare a basso livello di istruzione, ma ha talento, ha poche probabilità di poter usare l’ascensore sociale che lo porta a una istruzione di livello elevato, e gli consente un futuro economicamente migliore. Abbiamo scelto un certo numero di scuole sul territorio nazionale e abbiamo affiancato i nostri allievi della scuola che hanno fatto loro da tutor”.

Da un riscontro è emerso come le percentuali delle iscrizioni di questi ragazzi siano “aumentate enormemente”, quindi anche “con un percorso di accompagnamento si può aumentare la presenza di persone che hanno talento ma sono demotivate dalla storia familiare”.


“È un nuovo progetto di orientamento per accompagnare gli studenti delle superiori verso la scelta degli studi universitari. Presentato al Miur, che aveva già finanziato la prima parte, ora ricominciamo l’attività di accompagnamento degli studenti che hanno talento ma che per il proprio ambito familiare hanno poca probabilità di iscriversi all’università. Dobbiamo garantire al nostro Paese il maggior numero di iscritti, non possiamo mantenere le ultime posizioni in Europa per i laureati, è necessario definire le strategie e un metodo che ci aiuti a non

perdere talenti”

“Robotica, la nostra scommessa vinta”

Investire sulla robotica “è una scommessa vinta” da parte della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. È quanto sostiene il rettore dell’università toscana Pierdomenico Perata. “È una scommessa vinta- ha ribadito- La Scuola Superiore Sant’Anna ha 30 anni di vita, e uno dei primi settori di ricerca che sono stati istituiti è quello della robotica. Trent’anni fa era considerata, dall’ingegneria, una nicchia. Il robot era troppo avanti per essere realmente da ingegneri. È una scommessa vinta pienamente, oggi siamo ai vertici mondiali nella ricerca robotica”.

Rispetto ad altri paesi, “l’Italia non ha nulla da invidiare, siamo avanti sia nella robotica industriale che in quella d’avanguardia, di servizio, nella robotica biomedica, nella costruzione di arti artificiali”, ad esempio per chi ne ha perso uno. Ma non solo: “Siamo all’avanguardia anche su tecnologie come la soft robotics, quella non legata a ferro e bulloni ma basata su materiali nuovi e morbidi che si ispirano alla natura, appunto per costruire robot”. Secondo il rettore, “il nostro Paese non ha nulla da invidiare come centri ricerca ad altri. I nostri laboratori sono attrezzati e hanno buoni finanziamenti, prevalentemente da fonti europee. C’è un unico punto che ci penalizza e porta il paese indietro: la troppa burocrazia”.

“Formare competenze  è un servizio al Paese”

Formare competenze “è un servizio al Paese”, spiega il rettore della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa riferendosi agli ex studenti dell’ateneo, divenuti protagonisti della politica italiana.Giuliano Amato, Enrico Letta, Maria Chiara Carrozza sono ex studenti della nostra Scuola- ha detto Perata- ora si parla del professor Roventini”, candidato ministro dell’Economia per un eventuale governo a guida M5s. “Certamente la nostra Università forma persone che hanno una preparazione molto elevata– ha proseguito il rettore- che possono spendere in diversi ambiti della vita civile, nell’industria, nell’accademia e nella politica. Puntiamo alla competenza perché al di là delle ideologie e delle appartenenze, se c’è competenza si fa un servizio al Paese

“Crescita economica con risultati positivi”

Ottima ricerca di base poi trasferita sul territorio. È questa una delle caratteristiche della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, come spiegato dal rettore Perata. “Cercare di fare un’ottima ricerca di base– ha spiegato Perata- e poi trasferire i risultati sul territorio per garantire una crescita economica del nostro Paese. Il progetto riguarda lo sviluppo di una nuova varietà di pomodoro, quello nero, che ha coinvolto l’università della Tuscia, l’università di Pisa, quella di Modena e la Scuola Sant’Anna di Pisa”.

Questo “ha portato alla registrazione di un marchio e di due nuove varietà vegetali. Queste sono state date in licenza a una azienda del territorio pisano, che da alcuni anni vende varietà sul mercato: così si contribuisce all’innovazione delle imprese del territorio”. La vicinanza tra l’università e le imprese consente a queste ultime di “accaparrarsi i migliori risultati della ricerca e di trasformarli in prodotto. Questo significa maggiore occupazione, maggiore possibilità di competizione per le imprese e soddisfazione per l’università che vede riconosciuto il ruolo in terza missione, cio’ nell’impattare sull’economia del paese”.

Perata ha poi toccato un argomento complicato come quello degli Ogm: “Il nostro paese importa tonnellate di soia e mais ogm ogni anno. Ma è vietato coltivarli. È bizzarro che il nostro Paese reputi pericoloso qualcosa da coltivare ma non qualcosa da importare e farlo mangiare al bestiame, da cui poi arriva latte, formaggio e carne. È una posizione incomprensibile anche dal punto vista economico, c’è differenza tra coltivare la soia in Lombardia o acquistarla in Brasile… sarebbe meglio chiarirsi le idee”.

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