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Def, Padoan: “No aumento Iva ma taglio tasse deve essere credibile”

ROMA - Nessun aumento dell'Iva, ma la

Pubblicato:19-04-2017 13:32
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:08

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ROMA – Nessun aumento dell’Iva, ma la necessità di proseguire il percorso di consolidamento del bilancio pubblico attraverso tagli di tasse credibili ed una graduale riduzione del deficit. Sono questi, stando a quanto riferito dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan oggi in Senato, i punti cardine del Documento di Economia e Finanza varato dal Governo, in un quadro economico che lo stesso Padoan definisce “incoraggiante”.

Viene quindi accantonata, almeno fino alla manovra prevista per l’autunno prossimo, l’idea di un intervento al rialzo sull’Iva per compensare un’eventuale riduzione del cuneo fiscale e, quindi, del costo del lavoro. Ma se Padoan riesce a non scontentare la propria maggioranza togliendo dal campo questa ipotesi, il ministro dell’Economia lancia un monito al Parlamento: “La manovra verrà definita nei prossimi mesi. Confermata la volontà del governo di proseguire nel percorso di progressiva riduzione della pressione fiscale, resta la necessità di finanziare tale riduzione in modo permanente, così che i tagli siano credibili ed esprimano integralmente il loro potenziale beneficio nel consolidare la crescita dell’economia”.


Credibilità” diventa dunque il mantra del dicastero di via XX Settembre, che definisce il Def “costruito su realistiche ipotesi di politica di bilancio” ed individua il pericolo per l’economia italiana in un rischio di “rallentamento o una inversione della politica di consolidamento” di bilancio. “Sarebbe controproducente- ha spiegato in commissione il ministro Padoan- soprattutto se i mercati imputassero a questa attitudine un rischio più elevato che si tradurrebbe in tassi più alti. Sarebbe una scelta rovinosa per il paese e ne pagherebbero le spese soprattutto i ceti deboli“.

Secondo Padoan “l’andamento recente dell’economia italiana è incoraggiante. La crescita ha ripreso slancio nella seconda metà del 2016 grazie a un balzo della produzione industriale e, dal lato della domanda, a un’accelerazione di investimenti ed esportazioni”. Anche il 2017 “sembra essere cominciato col piede giusto” ed è quindi possibile che, alla fine dell’anno, si possa arrivare ad “una significativa revisione al rialzo della previsione di crescita del pil per i prossimi anni. Le previsioni di crescita riportate nel Programma di stabilità devono pertanto essere lette come valutazioni prudenziali”.

Se i primi segnali di ripresa sembrano iniziare a consolidarsi, “la crescita debole e intermittente è stata una tendenza di lungo periodo, dovuta a limiti strutturali. Per cambiare questo quadro occorre coniugare una politica di bilancio orientata alla crescita con un programma di riforme strutturali“. Per fare questo, secondo Padoan, “il debito deve calare con decisione, invece di continuare a crescere come è avvenuto in passato”.

La linea del rigore deve quindi essere seguita, ma- ricorda il ministro- “Se accelerassimo la contrazione del deficit oltre il ragionevole, rischieremmo di colpire la ripresa. Occorre un aggiustamento di bilancio graduale. Vale la pena di ricordare, inoltre, che contrariamente a quanto a volte sostenuto, la spesa pubblica italiana è sostanzialmente stabile: dal 2009 al 2016 è aumentata del 2,5 percento, il valore più basso di tutta la zona euro. Da qui- conclude il ministro- la necessità di una politica economica equilibrata che muove lungo il sentiero in base a due parametri: la direzione di marcia, verso il risanamento di conti con il deficit in contrazione costante tra il 2014 e il 2016; e la velocità di marcia, che dev’essere adeguata alla necessità di sostenere la ripresa dell’economia reale”.

 

 

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