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Piombino, arrivano rinforzi: “Due esperti rischio clinico e psicologi”

FIRENZE - Interventi su Piombino, ma non solo.

Pubblicato:19-04-2016 16:20
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:35

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FIRENZE – Interventi su Piombino, ma non solo. Il rischio clinico verrà riorganizzato lungo tutta l’area livornese. Questa la decisione dell’assessore regionale per il Diritto alla Salute, Stefania Saccardi dopo che sono giunti i primi risultati della task force, nominata per esaminare cosa non ha funzionato nel rischio clinico nei 13 casi di decessi in terapia intensiva all’ospedale di Piombino. Episodi che hanno portato all’arresto di Fausta Bonino, accusata di aver somministrato in maniera dolosa alti quantitativi di eparina, un potente scoagulante. “Abbiamo pensato a una serie di azioni- ha annunciato Saccardi, durante una conferenza stampa-: prima di tutto è già stato dato un incarico dalla direzione generale dell’azienda sanitaria per la riorganizzazione del sistema del rischio clinico un po’ in tutta l’area del livornese”. Nello specifico, “abbiamo pensato di affiancare alla rianimazione di Piombino due professionisti, un medico e un infermiere fortemente preparati nel settore del rischio e della rianimazione che possano aiutare a capire bene il ruolo e la funzione del rischio clinico, a identificare gli eventi cosiddetti “sentinella” e a dare una mano alla riorganizzazione e anche un po’ al recupero di fiducia di un reparto che naturalmente è fortemente sotto esame”.

Di pari passo, ha così proseguito l’assessore, “affiancheremo un gruppo di psicologi, attraverso il centro di criticità relazionali, che possa aiutare gli operatori a superare una fase difficile. Possiamo capire in che condizioni si possa lavorare oggi in quel reparto. Noi, invece- ha aggiunto-, abbiamo il dovere di garantire comunque ai cittadini, anche a quelli della zona di Piombino, la migliore qualità e sicurezza nelle cure. Allo stesso modo, come peraltro prevede già la legge di riorganizzazione del servizio sanitario nel dicembre scorso, faremo in modo che un po’ in tutti gli ospedali periferici, i gruppi di lavoro e i singoli professionisti possano girare e fare esperienza periodicamente anche in ospedali più grandi, di livello superiore e di maggiore intensità di cure”. Il quadro delle cure prestate nei reparti di rianimazione a livello regionale, al netto di questi fatti di cronaca, resta tuttavia nettamente positivo. “Perché- ha chiarito l’assessore al Diritto alla Salute- i dati usciti pochi giorni fa dell’istituto Mario Negri ci dicono che le terapie intensive in Toscana hanno un livello di sicurezza, rispetto alle altre terapie intensive, molto alte. C’è una diminuzione della mortalità in Toscana del 6% rispetto alle altre terapie intensive. Questo ci dice che muoiono rispetto alle altre situazioni, alle altre Regioni 100 persone in meno”.


di Carlandrea Poli, giornalista

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