NEWS:

Trivelle. Mise a No Triv: “Falso ve ne siano 5 non autorizzate”

Nei mari italiani non ci sono cinque piattaforme che estraggono idrocarburi senza autorizzazione, come invece sostengono i comitati referendari No-Triv

Pubblicato:19-04-2016 11:32
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:35

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

trivelleROMA – Nei mari italiani non ci sono cinque piattaforme che estraggono idrocarburi senza autorizzazione, come invece sostengono i comitati referendari No-Triv. Lo precisa alla DIRE il ministero dello Sviluppo economico.

“Tutte le piattaforme operanti in Italia- fanno sapere dal Mise- sono censite sul sito del nostro ministero e vigiliate dalle autorita’ suddette”. Una vigilanza, proseguono da via Veneto, che nel solo nel 2015 ha visto effettuare “oltre 5mila tra ispezioni, controlli e verifiche su tutti gli impianti di ricerca e coltivazione di idrocarburi in Italia”.

Ci sono “varie concessioni su terra e mare- prosegue il Mise- che sono scadute” e “per esse è stata presentata richiesta di proroga nei termini ed è in corso l’istruttoria di proroga”, una pratica “lunga e complessa” che “richiede numerose verifiche tecniche e pareri”. Però “un’apposita legge prevede che durante tale istruttoria prosegua l’attività estrattiva”.


C’è poi la questione delle piattaforme arrivate alla fine della loro vita utile, per l’esaurimento del giacimento. Quando una piattaforma é a fine vita, assicura alla DIRE il ministero dello Sviluppo economico, “viene presentato dall’operatore un piano di caratterizzazione e ripristino che, sottoposto a Valutazione di impatto ambientale (Via), è accettato dal comitato per la sicurezza e fatto attuare dall’autorità di vigilanza” Le concessioni sono date dal Mise, previa Via del ministero dell’Ambiente e altri pareri. L’autorizzazione all’installazione di un piattaforma arriva invece da Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse (Unmig), Capitaneria di Porto e Vigili del fuoco. “Da quest’anno sovraintende il Comitato per la sicurezza offshore- precisano da via Veneto- di cui fanno parte, oltre ai suddetti organismi, anche Marina Militare, Ispra e ministero dell’Ambiente”. E’ lo stesso Mise, infine, che vigilia (insieme all’Unmig) sulle attività delle piattaforme, attestandone la reale produttività e i dati prodotti.

di Federico Sorrentino, giornalista professionista

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it