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Sardegna, A. Zedda (Fi): “No al deposito di scorie nucleari, serve riforma della sanità e zona franca”

Alessandra Zedda, capogruppo di Forza Italia nel Consiglio regionale sardo, una delle donne candidate a occupare un posto nella nuova giunta di centrodestra guidata da Christian Solinas

Pubblicato:19-03-2019 18:48
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:15

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ROMA – Dal no al deposito per le scorie nucleari al ‘Reddito di libertà’ per le donne che subiscono violenza domestica: l’Agenzia Dire intervista Alessandra Zedda, capogruppo di Forza Italia nel Consiglio regionale sardo, una delle donne candidate a occupare un posto nella nuova giunta di centrodestra guidata da Christian Solinas

A. ZEDDA: DA NOI MAI UN DEPOSITO DI SCORIE NUCLEARI

La Sardegna deposito nazionale di scorie nucleari? “I sardi si sono già espressi e hanno detto no”. Così Alessandra Zedda, capogruppo di Forza Italia nel Consiglio regionale sardo, intervistata dalla Dire nella sede di Roma.

“E continueremo a dire no all’infinito. Noi crediamo che la Sardegna, che è la terra dei centenari e ha tantissime qualità su cui dobbiamo investire, non possa mai avere il nucleare”.


Un aiuto in questo senso potrebbe arrivare dalla Lega? “Io credo che anche il ministro Salvini, che ha avuto modo di venire in Sardegna ed è un amico dei sardi, possa darci una mano perché ciò non avvenga. Ma noi, è giusto che si sappia, ci opporremo con tutte le nostre forze”, chiude Zedda.

A. ZEDDA (FI): PRIMO PUNTO? RIFORMA DELLA SANITÀ

“Sarà veramente una nuova sfida anche perché veniamo da cinque anni di malgoverno assoluto dell’ex presidente Pigliaru, con tutte le riforme bloccate”. Ne parla Alessandra Zedda, capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale sardo, intervistata dalla Dire nella sede di Roma.

Zedda quali sono le priorità per Forza Italia? “Al primo punto c’è la riforma sanitaria, un nuovo corso per quanto riguarda i trasporti, una nuova organizzazione della Regione, una struttura che non è al passo coi tempi ma, soprattutto, che non è vicina ai sardi”. A seguire, “un riordino degli enti locali rendendo i comuni veri protagonisti”.

I rapporti con la Lega? “Andiamo d’accordo perché abbiamo affinità elettive- risponde Zedda- in Sardegna, tra l’altro, la Lega ha stretto amicizia col Partito Sardo d’azione, partito autonomista e Forza Italia, alleato altrettanto importante. Noi saremo corretti e leali, insieme lavoreremo per dare una nuova prospettiva e un nuovo sviluppo alla nostra regione”.

Tra qualche mese si vota a Cagliari, anche lì ci sarà l’alleanza del centrodestra? “Noi ce lo auspichiamo, perché Cagliari è stata governata dal centrosinistra e noi vogliamo cambiare. Insieme andremo a riprenderci la nostra città”.

A. ZEDDA: BASTA AIUTI DI STATO, ORA UNA ‘ZONA FRANCA’

Basta con la logica degli aiuti di Stato per Sardegna e Sicilia. Alessandra Zedda, capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale sardo, ne parla nella sede di Roma dell’agenzia Dire.

Zedda, lei vuole un accordo con l’Unione europea. “Vorrei che l’Italia diventasse protagonista con Sardegna, Sicilia e le altre isole minori, che si potesse declinare sul principio della insularità il concetto di abbattimento degli aiuti di Stato. E’ avvenuto in Germania per il riequilibrio con l’Est, credo che non ci sia nulla di strano se lo ripercorriamo anche nel nostro Paese in modo tale che anche la nostra Sardegna possa essere riportata a livello del resto del Paese”.

Un aiuto dal Governo nazionale? “È una partita che possiamo giocare insieme, magari con l’attivazione di una zona franca…”.

Così la Sardegna potrà diventare un polo attrattivo maggiore? “Certo, perché potremmo aprire un mercato libero, soprattutto sui temi della concorrenza. Non ci saranno più quei costi sui servizi che riguardano i trasporti, non ci saranno più i vincoli al numero di voli da e per la Sardegna. Desideriamo che chi vuole venire qui per fare investimenti, per vivere o per turismo, lo possa fare più liberamente”, chiude Zedda.

 A. ZEDDA (FI) DA CASELLATI: REDDITO LIBERTÀ DIVENTI NAZIONALE

“Il ‘Reddito di libertà’ per le donne che subiscono violenza domestica diventi una legge nazionale”. Così Alessandra Zedda, capogruppo di Forza Italia nel Consiglio regionale sardo, una delle donne candidate a occupare un posto nella nuova giunta di centrodestra guidata da Christian Solinas. Oggi a Roma, Alessandra Zedda ha incontrato la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, per presentare la legge regionale e chiedere sostegno.

L’azzurra è stata la prima firmataria della legge regionale approvata all’unanimità lo scorso luglio, che prevede un sussidio economico – da un minimo di 780 fino a 1.080 euro – per le donne vittime di violenza all’interno della famiglia, prima norma in Italia ad andare in questa direzione. “Auspico che possa diventare una misura nazionale- spiega Zedda- intanto, in Sardegna, una delle mie proposte di inizio legislatura sarà quella di aumentare la dotazione finanziaria della norma, perché parallelamente devono crescere le misure a tutela delle donne”.

La legge, prosegue Zedda, è già stata rifinanziata: “I 300.000 euro previsti per il 2018, sono statti riconfermati nel 2019. Sono 600.000 euro in totale che sono stati trasferiti ai soggetti attuatori, i Plus di Olbia, Sassari, Oristano, Cagliari e Nuoro, ovvero le città dove sono presenti le case di accoglienza”.

Ma quali sono i punti principali della norma? “Oltre all’aspetto economico, fondamentale- sottolinea Zedda- la legge prevede programmi specifici di inserimento o reinserimento professionale e l’assistenza per favorire la mobilità geografica e permettere così alle donne di fuggire immediatamente dalla condizione di violenza. È previsto anche l’azzeramento per 12 mesi delle tasse regionali e la garanzia della continuità scolastica dei figli minori”.

La consigliera azzurra si sofferma anche sulle recenti sentenze legate a casi di femminicidio e violenza sessuale, che hanno scosso l’opinione pubblica: “La sentenza di Ancona è aberrante, mi sento ferita non solo come donna, ma in generale come essere umano. Come è scandalosa quella di Bologna, dove si è parlato di ‘tempesta emotiva’. Le attenuanti devono essere comprovate da fatti, qui siamo nella sfera dell’immateriale, sono senza parole. Le istituzioni hanno il dovere di affrontare il tema della violenza sulle donne, però ci devono essere certezza e tempestività della pena”.

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