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Da cenere a monumento: a Ferrara l’incredibile storia del ‘Survivor tree’ di Oklahoma City

Dagli Stati Uniti arriva a Ferrara Mark Bays per raccontare l'incredibile storia di questo albero che è sopravvissuto all'attentato di Oklahoma City del 1995. Ed è diventato un simbolo di resilienza

Pubblicato:19-03-2019 18:21
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:15

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BOLOGNA – Un intero palazzo federale distrutto, 168 morti e 672 feriti. Ma ‘lui’, un meraviglioso olmo che si trovava proprio sul luogo dell’attentato, è incredibilmente sopravvissuto: era rimasto carbonizzato nel bombardamento, ma dopo alcuni mesi ha messo fuori le nuove gemme ed è sbocciato. In breve tempo è diventato l’albero più amato dell’Oklahoma e si è trasformato in un simbolo e monumento alla memoria delle vittime e simbolo di sopravvivenza. È la storia del famoso ‘Survivor Tree‘ di Oklahoma City, l’albero sopravvissuto all’attacco terroristico neo nazista del 19 aprile 1995, il più grave nella storia degli Stati Uniti prima dell’11 settembre.


A raccontare questa storia che ha dell’incredibile è arrivato in Italia, mercoledì 20 marzo, l’agronomo americano che ha salvato la pianta con le sue mani: si tratta di Mark Bays, coordinatore dell’Urban Forestry South del dipartimento di agricoltura dell’Oklahoma. L’appuntamento che ha ospitato Bays è stato il primo dei tre incontri di ‘Pagine Verdi -Inchiostro, clorofilla e bit’.


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“Abbiamo notato l’albero che stava sbocciando”

“Era l’inizio della primavera, e stavamo perlustrando il sito dell’attentato, quando qualcuno notò quest’albero nel parcheggio difronte il Murrah building che stava germogliando di nuovo”, ha raccontato Mark Bays in un’intervista sul magazine statunitense Farm Flavor. “A quel punto è diventato un simbolo di speranza e guarigione. Gli sforzi per prendersene cura son cominciati in quel preciso momento”[…].

“L’albero ‘sopravvissuto’ rappresenta il sogno, la forza e la resilienza di Oklahoma City e dei suoi cittadini. L’albero era stato letteralmente carbonizzato nel bombardamento, eppure sbocciò di nuovo”, dice Susan Winchester, direttrice dell’Oklahoma City National Memorial & Museum sempre su Farm Flavor, la cui sorella, Dr. Peggy Clark, morì nell’esplosione. E prosegue: “È diventato l’albero più amato dell’Oklahoma“.


“Per salvarlo arrivarono esperti da tutta l’Oklahoma”

A Ferrara Bays ha raccontato il processo che ha reso l’albero simbolo di ricordo e rinascita, di come è nato il progetto memoriale per rendere il ‘Survivor Tree’ un monumento, ma anche di come ci si è presi cura dell’albero. “Da subito l’albero divenne simbolo di rinascita – racconta Mark Bays, ospite a Wunderkammer – tanto che già subito dopo l’attentato guardie forestali ed esperti da tutta l’Oklahoma vennero in soccorso, gratuitamente, per portare il proprio contributo al suo salvataggio”. Lo potarono, lo curarono, venne ripiantumato e accudito, realizzando al contempo un progetto importante alla memoria.

Il monumento della memoria

Vicino infatti ci sono due porte (una, all’inizio del percorso, segna le ore 9.01, l’altra dalla parte opposta, le 9.03), e in mezzo – a segnare le 9.02, momento dello scoppio della bomba dell’attentato – è stato realizzato uno specchio d’acqua dove le persone possono riflettersi, riflettere sulla tragedia, ma anche sulle proprie, di tragedie, per capire l’impatto su ognuno.

“Il progetto sta a significare che nel momento in cui si è colti da una tragedia – spiega Mark Bays -, bisogna andare avanti, così come Oklahoma City ha fatto allora. Era una splendida mattina di primavera, com’è oggi qui a Ferrara, e nessuno si immaginava una cosa simile”.

Le cerimonie pubbliche sotto l’albero

Fin da subito la gente trovò nell’olmo il luogo in cui ritrovarsi, per andare avanti. Anche il processo verso l’autore del reato fu seguito alla radio, ai piedi dell’albero. Da allora, tutte le occasioni pubbliche vengono svolte sotto l’albero ‘sopravvissuto’, e Mark Bays, tutte le primavere, raccoglie i semi dell’albero per dare vita a delle piccole piantine di olmo, che dona ai sopravvissuti all’attentato, o ai parenti delle vittime.

Gli altri tre incontri sugli alberi a Ferrara

L’incontro sul ‘Survivor tree’ a Ferrara è stato il primo di un ciclo – ‘Pagine verdi’ – che mette al centro l’affascinante rapporto tra uomo, natura e tecnologia invitando a parlarne ospiti di caratura internazionale attivi nell’ambito della cultura ambientale per confrontarsi su pagine fatte d’inchiostro, clorofilla e bit. L’iniziativa si è tenuta nella sala Wunderkammer di Palazzo Savonuzzi (via Darsena 57).

Il progetto è a cura delle associazioni di promozione sociale Nuova Linfa e Basso Profilo, con location partner il Consorzio Wunderkammer. La partecipazione al laboratorio, a offerta libera, è riservata ai soci dei due soggetti promotori. Sarà possibile tesserarsi all’inizio di ciascun appuntamento.

I prossimi appuntamenti in giugno e ottobre

Pagine verdi continua il 21 giugno con l’entomologo e giornalista Claudio Venturelli, che partendo dal suo ultimo libro “L’innocenza della zanzara”, inviterà i presenti a una riflessione sull’ecosistema cittadino e sulle molteplici forme di vita che vi convivono. Concluderà il ciclo, l’11 ottobre, Giovanni Morelli, agronomo e arboricoltore appassionato, operatore naturalistico culturale regionale del Cai, conferenziere a livello internazionale, esperto di alberi monumentali e di architettura arborea. Basso Profilo e Nuova Linfa avviano un inedito percorso di divulgazione e diffusione delle più recenti acquisizioni scientifiche e delle buone pratiche della cultura ambientale, in modo comprensibile per tutti. 



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