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Tg Ambiente, edizione del 19 marzo 2019

https://www.youtube.com/watch?v=VN0CGibhrvg&feature=youtu.be A MILIONI PER FRIDAYS FOR FUTURE, COSTA: SPLENDIDI Lo scorso venerdì 15 marzo si può definire un momento storico nella lotta

Pubblicato:19-03-2019 11:45
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:15
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A MILIONI PER FRIDAYS FOR FUTURE, COSTA: SPLENDIDI

Lo scorso venerdì 15 marzo si può definire un momento storico nella lotta al riscaldamento globale. Mentre la politica, le istituzioni e l’industria arrancano e non danno risposte alla febbre del Pianeta che minaccia l’umanità, quando addirittura non negano il problema o sabotano gli sforzi, oltre un milione e mezzo di giovani è sceso in piazza in tutto il mondo facendosi sentire in oltre 2mila luoghi di 125 Paesi di tutti i continenti, centinaia di migliaia, in Italia in oltre 180 manifestazioni. Hanno risposto all’appello della sedicenne svedese Greta Thunberg, proposta per il Nobel per la pace, che smise di andare a scuola il venerdì per chiedere un vero impegno per affrontare i mutamenti climatici. “Questi splendidi ragazzi si stanno attivando perché sono arrivati prima di noi a comprendere i rischi del mutamento climatico, li sentono sulla loro pelle e su quella delle generazioni future”, dice il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, “vanno salutati e ringraziati, ci chiedono di fare qualcosa e noi lo faremo. Non mossi da bandiere o colori ma dall’esigenze di salvare il mondo e l’essere umano. Non abbiamo un altro Pianeta o salviamo questo o lui non salverà noi”.


VERDE ENI, DESCALZI: ENERGIA CAMBIA E ANCHE NOI

Eni sempre più verde: la Strategy 2019-2022 è un inno alla transizione energetica. Certo, ricerca ed estrazione di gas e petrolio restano il centro dell’impegno del Cane a sei zampe, ma attorno molte cose cambiano. Per rafforzare il processo di decarbonizzazione della società Eni prevede di investire circa 3 miliardi principalmente per progetti di efficienza energetica, abbattimento del flaring, economia circolare e fonti rinnovabili. Oltre a puntare a zero emissioni nette nel settore upstream entro il 2030, per compensare quelle che rimarranno Eni realizzerà programmi di forestazione di grandi aree dell’Africa, in particolare in Ghana, Malawi, Zimbabwe e Sud Africa. L’intervento, sempre traguardato al 2030, creerà oltre 80mila chilometri quadrati di nuove foreste, un’area pari al Nord Italia. Ancora, il Cane a sei zampe punta a raggiungere oltre 21,6 GigaWatt di capacità rinnovabile installata al 2022 con un investimento di 1,4 miliardi. Nella Eni ‘green’ della Strategy 2019-2022 “l’economia circolare e le rinnovabili non dico che stiano prendendo il sopravvento ma sono una fetta estremamente importante”, dice l’ad Claudio Descalzi, “siamo in transizione e Eni deve trasformarsi per essere qui anche fra 10, 20 anni. Siamo un’energy company e l’energia si trasforma”.

A CARPI L’EX TURBOGAS ENEL DIVENTA HUB LOGISTICO

Le centrali non sono quelle che sembrano, o meglio: cambiano. Ad esempio da centrale elettrica a polo logistico ‘smart’. Enel Produzione ha infatti dato nuova vita all’area dell’impianto di Carpi, nella frazione di Fossoli: dove una volta c’erano turbine e serbatoi, oggi spunta una struttura di 20.000 metri quadri coperti nell’area dell’ex centrale – che in tutto e’ di 76.000 . È pronta ad ospitare uno dei due hub logistici del nord Italia del gruppo Enel. Si conclude cosi’, in due anni, il processo di riqualificazione del sito modenese, nell’ambito del programma Futur-E (con cui Enel Produzione intende individuare soluzioni per dare nuova vita a 23 ex centrali e a un’ex area mineraria in dismissione nel territorio nazionale). A Carpi grazie alle demolizioni selettive sono state recuperate 3.700 tonnellate di materiali metallici, oltre a rame e alluminio, e sono state riutilizzate sul posto 7mila tonnellate di calcestruzzo frantumato, trasformando cosi’ i materiali di risulta in nuove risorse. Tra le soluzioni sostenibili adottate per il polo logistico ci sono sistemi di recupero e gestione delle acque piovane, l’intera illuminazione del sito utilizza tecnologia Led e la mobilita’ interna avverra’ attraverso muletti e carrelli elevatori elettrici a zero emissioni.

SVILUPPO EOLICO ALTA QUOTA, ACCORDO SAIPEM-KITEGEN

Accordo Saipem e KiteGen Venture per lo sviluppo, la costruzione e la commercializzazione di una tecnologia per produrre energia elettrica dal vento in alta quota. I sistemi brevettati dalla piemontese KiteGen consentono di utilizzare il vento di alta quota per produrre energia pulita con aquiloni, collegati a un generatore a terra fino a 3 MegaWatt di potenza. L’obiettivo dell’accordo è rendere più efficiente la produzione di energia eolica proprio attraverso l’utilizzo della forza del vento forte e costante presente oltre i mille metri di altitudine dal livello del suolo, per mezzo di ali simili a quelle di un aquilone (kite) e di favorire così una maggiore diffusione di questa tipologia di energia rinnovabile. Tutto ciò per accelerare la carbon neutrality, migliorare l’efficienza energetica, incrementare l’utilizzo di energie rinnovabili. notevoli i vantaggi rispetto all’eolico tradizionale: il vento in alta quota c’e’ quasi sempre e ha una velocità maggiore e costante rispetto al livello terra, con una capacità molto più elevata. Saipem prevede di sviluppare la sua tecnologia ‘offshore’ proponendola anche in soluzioni ibride con il petrolio e il gas.

A LUGLIO FINIRA’ ACQUA, A RISCHIO PRODUZIONE RISO

Il 2019 si profila come un ennesimo anno siccitoso: si annunciano problemi in tutta Italia ma in Piemonte il rischio che si corre è la possibilità davvero elevata che nel mese di luglio non ci sia acqua sufficiente per consentire al riso di completare il ciclo produttivo. A lanciare l’allarme è Anbi, l’Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue. Se l’acqua è poca va usata al meglio e l’indicazione è di tornare all’irrigazione tradizionale almeno per quest’anno, applicando le pratiche agricole che consentono la sommersione delle risaie già nel mese di aprile, evitando di posticiparla a periodi nei quali la disponibilità d’acqua potrebbe essere ancora minore. Nella pianura di Vercelli, Novara e della Lomellina si coltiva oltre il 90% della produzione risicola italiana, che rappresenta il 50% di quella europea, in un contesto unico al mondo, il cosiddetto “lago a quadretti”, alimentato da acqua prelevata dai fiumi a circa 280 metri cubi al secondo.

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