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Biagi ucciso 14 anni fa, Merola: “Sue idee nel Jobs act”

BOLOGNA - Chi è del mestiere, come l'economista

Pubblicato:19-03-2016 14:19
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:25

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BOLOGNA – Chi è del mestiere, come l’economista Giuliano Cazzola, sostiene che Marco Biagi oggi “avrebbe condiviso il Jobs act”. E della stessa idea è anche il sindaco di Bologna, Virginio Merola, che oggi ha guidato la consueta doppia cerimonia in ricordo del giuslavorista ucciso nel 2002 dalle Brigate rosse sotto casa sua, in via Valdonica. Prima la deposizione della corona di fiori in piazzetta Biagi, preceduta come da tradizione dall’omaggio dei sindacati Cgil, Cisl e Uil. Poi il ricordo in Consiglio comunale, affidato quest’anno alla docente francese Marie France Mialon dell’Università di Paris II, che colloborò per anni con Biagi agli studi sul mercato del lavoro. “In tanti hanno cercato di fare riferimento per dare forza alle proprie leggi a questi studi- sottolinea Merola- ed è certo che non è possibile, sui temi della riforma del mercato del lavoro, non tenere presente il contributo prezioso del lavoro di Marco Biagi”.

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Ma la verità è che “non sappiamo quali sarebbero oggi le idee di Marco, né le sapremmo mai perché i terroristi hanno deciso che non poteva più esprimerle. Siamo a un fermo immagine- dice il sindaco- questa è la ferita insanabile di una persona che ancora tanto avrebbe potuto dare al suo Paese e all’Europa, indipendentemente dal Governo in carica”. Oggi, insiste Merola, “molte delle idee di Marco trovano attuazione nel dibattito politico e nelle riforme che si stanno portando avanti“. Biagi cercava “una terza via tra l’individualismo e lo statalismo, i mali antichi del nostro Paese- sottolinea il sindaco- una via in cui la prima tutela va alla persona, secondo un’idea di libertà responsabile che si deve esprimere anche nel lavoro e non può essere negata. Una libertà che passa anche per i diritti dei disoccupati, dei precari e per una buona e piena occupazione”.

Insomma, per non dimenticare Marco Biagi, “la cosa migliore è guardare al presente- sostiene ancora Merola- perchè ci ha lasciato indicazioni molto utili su come affrontare un problema fondamentale, quello della buona e piena occupazione”. Secondo Cazzola, “Biagi avrebbe condiviso il Jobs act. Mi sono chiesto in questi giorni anche se non ne sarebbe stato forse protagonista. Lui ha avuto il ‘torto’ di essere stato un premonitore– continua Cazzola- ma non c’è dubbio che le sue idee hanno camminato e in larga misura si trovano anche nel Jobs act. La svolta di questi anni nelle politiche del lavoro ha Biagi tra gli ispiratori”.

20160319_102606Del giuslavorista, Mialon ricorda la modestia, la pazienza e la capacità di essere accogliente. Infine rievoca il loro ultimo incontro a Modena, pochi mesi prima dell’assassinio. “Per sottintesi- ricorda Mialon- mi ha parlato del pericolo tanto prossimo. Sono tornata a Parigi, turbata e preoccupata. Poi un ultimo scambio di messaggi, due giorni prima della sua uccisione. E il sentire della sua morte alla radio mi ha sconvolta. Con un altro collega francese abbiamo riunito numerosi giuristi francesi del lavoro, indignati da tanta barbarie e coscienti dell’immensità della mancanza di un tale grande intellettuale europeo. Era essenziale riunirci tutti a Modena, un mese dopo la sua morte, per il convegno organizzato da lui. Era l’unica risposta all’imbecillità e alla crudeltà dei suoi assasini. Ciò che Marco Biagi aveva seminato, continuava più che mai. Lo spirito è ben più forte della morte”.

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