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L’ospedale di Forlì fa i raggi x a un pane di 2000 anni fa

Condividi su facebook Condividi su twitter Condividi su whatsapp Condividi su email Condividi su print FORLÌ - All'ospedale Morgagni Pierantoni di Forlì, c'è una 'paziente'

Pubblicato:19-02-2019 18:55
Ultimo aggiornamento:19-02-2019 18:55

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FORLÌ – All’ospedale Morgagni Pierantoni di Forlì, c’è una ‘paziente’ speciale sulla quale i radiologi stanno facendo una diagnosi del tutto particolare. Si tratta di una pagnotta risalente a duemila anni fa, rinvenuta nel 2017 durante gli scavi archeologici all’interno di una delle sepolture intercettate in Piazzale della Vittoria. Il pezzo di pane è stato sottoposto oggi ai raggi x in ospedale con la collaborazione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio e di Ausl Romagna Cultura per capirne la composizione e per pianificarne la conservazione e il restauro.

“Si tratta di una tipologia di rinvenimento molto raro– commenta Romina Pirraglia, funzionario archeologo Sapab che ha supervisionato le operazioni- per questo è stato necessario acquisire più informazioni possibili, anche sulla struttura interna della forma di pane, per meglio orientare le future operazioni di restauro e consolidamento. Le immagini digitali potranno inoltre servire per produrre modelli tridimensionali del prezioso ritrovamento”.



In accordo con la Soprintendenza, gli specialisti del Morgagni hanno fatto alcuni microprelievi, aggiunge Mirko Traversari, coordinatore delle operazioni “che saranno destinati a future indagini chimico fisiche per meglio comprendere la composizione interna della pagnotta“.

E’ stato durante gli scavi di Hera per la realizzazione della rete di teleriscaldamento che sono stati reperti archeologici di grande interesse. Sull’antica via Emilia e in una necropoli romana sono state scoperte 23 sepolture e arredi funebri. Le sepolture individuate sono state 23, di cui 21 cremazioni (14 dirette e sette indirette) caratterizzate da varie tipologie tombali (fossa semplice, a pozzetto, in cassetta laterizia o copertura alla “capuccina”) e due inumazioni (una in fossa semplice e una a “cappuccina”). Una prima analisi del materiale di corredo delle sepolture scavate, ha permesso di collocare la frequentazione dell’area funeraria fra il I sec. a.C. e l’inizio del II sec. d.C.

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