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Stadio della Roma, il fronte del ‘No’ si compatta: delibera Grancio-Fassina per lo stop

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Pubblicato:19-02-2019 14:23
Ultimo aggiornamento:19-02-2019 14:23
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ROMA – ‘Famo lo stadio… ma non a Tor di Valle!’. È lo slogan sotto cui stamattina in Campidoglio, in occasione di una conferenza stampa organizzata nella sala della Piccola Protomoteca, si sono riuniti associazioni, componenti, comitati e personaggi ‘anti-stadisti’ per istituzionalizzare la battaglia per il no al progetto dello stadio della Roma a Tor di Valle illustrando un dossier sulla vicenda, annunciando ricorsi al Tar e presentando una delibera a firma dei consiglieri capitolini Cristina Grancio (DemA, ex dissidente M5S espulsa proprio per la contrarietà al progetto) e Stefano Fassina (Sinistra X Roma), con cui si annullano le dichiarazioni di pubblica utilità approvate dall’Assemblea capitolina, in vista del Consiglio straordinario di giovedì sulla relazione del Politecnico di Torino.

Oltre a Fassina e Grancio, a sedere al tavolo dei relatori – tappezzato dalle dichiarazioni della sindaca Virginia Raggi nel 2016, ‘No allo stadio a Tor di Valle’, e nel 2019, ‘Il nuovo stadio si fa’, e di Luca Parnasi nel 2018, ‘Per fare lo stadio ho pagato tutti’ – anche Paolo Berdini, urbanista ed ex assessore della Giunta Raggi, il presidente di Confesercenti Roma, Valter Giammaria, e i rappresentanti di Tavolo della Libera Urbanistica, Comitato Pendolari Linea Roma-Ostia, Comitato Difendiamo Tor di Valle dal Cemento, Italia Nostra, CALMA, Federsupporter, Coordinamento Salviamo il Paesaggio Roma e Lazio, Comitato ATAC Bene Comune, Associazione prom. soc. Mobilit@s, Coordinamento Agro Romano Bene Comune, Ass. Viviamo Vitinia, Cdq Eur, Cdq AXA Sicura, Associazione Verdi Ambiente e Società VAS e Cdq Torrino Decima.

“Sto insistendo perché la sindaca Raggi venga in Consiglio comunale giovedì affinché nessuno in seguito potrà dire che non sapeva”, ha detto Fassina. In quell’occasione “presenteremo un odg con lo stesso contenuto della delibera, che ha un iter più lungo. Lo studio del Politecnico è stato utilizzato in maniera propagandistica dalla sindaca. L’opera avrebbe un impatto sul quadrante profondamente negativo”.


Per Grancio “lo stadio di Tor di Valle è da tombare, e per questo faccio un appello affinché le opposizioni firmino la delibera: noi siamo pronti a impugnare il provvedimento per la sicurezza dei cittadini”.

Nel frattempo Oreste Rutigliano, di Italia Nostra, ha annunciato che “stiamo raccogliendo i fondi per fare ricorso al Tar non appena ne sarà data la possibilità o verrà presentata la variante”. L’obiettivo dell’associazione è spostare il progetto in una delle aree che furono oggetto della due diligence da parte dei proponenti, in particolare Osteria del Curato, Pietralata, Tor Vergata, Romanina o Palmiro Togliatti.

Critiche pure da Confesercenti: “C’è un problema anche per il commercio romano, non solo per la viabilità. Qualsiasi cosa si realizzi ci deve sempre essere legato un centro commerciale, ma qual è la politica di chi ci governa? Tutti a parole difendono il commercio di vicinato e la piccola impresa, ma alla fine vengo creati tantissimi centri commerciali che fanno chiudere i negozi- ha spiegato il presidente romano Giammaria- Anche lì ci sarà un centro commerciale con centinaia di negozi, un dramma che già viviamo anche con i 120 locali al centro della città negli ex Mercati generali”.

 Ecco, in sintesi, i quattro punti principali del dossier anti-stadio delle associazioni:

“ALLO STADIO CON IL TELETRASPORTO”

“Anche lo studio del Politecnico di Torino, al di là delle frasi trionfalistiche della sindaca Raggi, lo ha confermato: l’impatto sulla mobilità che avrà il catastrofico. Ed è impensabile fronteggiare la crisi certa e documentata del sistema della mobilità con un libro dei sogni come il Piano della Mobilità sostenibile, ancora non approvato e infarcito di opere non finanziate”.

“RICCHEZZA PRIVATA, COSTI PUBBLICI”

“Dai documenti allegati alla Conferenza dei Servizi appare evidente che conteggi effettuati per determinare quanto i proponenti dovranno versare per le opere pubbliche e le relative cubature assegnate in premio sono clamorosamente inferiori ai reali valori di mercato: si tratta di uno scandaloso regalo per i promotori e di un danno patrimoniale per il Comune di Roma”

“MANCANZA DI PARTECIPAZIONE E PROCEDIMENTI IRREGOLARI”

“Non c’è stato alcun reale coinvolgimento dei cittadini nella procedura di approvazione del progetto, i Municipi sono stati scavalcati e sostanzialmente ignorati. L’Assemblea capitolina non ha approvato la variante prima di pubblicare il progetto per le osservazioni, in violazione alla legge che disciplina la realizzazione degli stadi. Alle osservazioni civiche non è stata fornita alcuna risposta. Sono stati violati i vincoli del Piano di Assetto Idrogeologico”.

“HO PAGATO TUTTI”

“Questa è una, anzi la dichiarazione del costruttore Parnasi alla base dell’inchiesta che ha portato pochi giorni fa alla richiesta di rinvio a giudizio per 15 persone, molti dei quali funzionari e amministratori coinvolti direttamente nell’iter di approvazione dello stadio. La sindaca vuole ignorare pesanti interrogativi sulla regolarità di questo procedimento? Oppure qualcuno ha fretta di nascondere la polvere sotto il tappeto?”.

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