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Autismo, a Roma il maneggio di Villa Gori è sotto sfratto. L’appello dei genitori: “Non chiudetelo”

Il centro di Villa Gori, grazie a 'L'emozione non ha voce Onlus (Lenhv)', è una casa accogliente per i ragazzi autistici ma adesso rischia lo sfratto.

Pubblicato:19-01-2018 14:50
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:22

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ROMA – Ippoterapia, giardinaggio, lavoro nell’orto e il cantiere. Ecco le attività che L’emozione non ha voce Onlus (Lenhv), formata da genitori di ragazzi autistici, porta avanti nel centro ippico di Villa Glori per far emergere le capacità di 20 adolescenti con disturbi dello spettro autistico dai 10 ai 20 anni, regalandogli una vita il più possibile autonoma.

“È in atto un contenzioso tra il Comune e la società Lazio Equitazione che gestisce il centro ippico che temiamo possa sfociare nella messa in discussione della nostra stessa presenza“, dice Corrado Sessa, presidente dell’associazione L’Emozione non ha voce’, interpellato dalla Dire.

“La nostra associazione- aggiunge Sessa- non entra nel merito della vicenda legale e più che augurarsi che si trovi una soluzione non può fare. Noi ringraziamo chi ci ha permesso di svolgere le nostre attività nel centro ippico di Villa Glori, pagando un affitto”.


Non sapevo dell’ammontare di debiti– chiarisce- né che nel 2009 ci fu un’intesa con il Comune per realizzare una pista ciclabile tra Viale Argentina e Viale Maresciallo Pilsudsky, e per risanare il parco di Villa Glori. L’ho appreso stamattina leggendo i giornali. Rinnovo l’auspicio che Comune e gestori trovino una soluzione“.

Al momento tutte le attività del centro ippico di Villa Glori sono a rischio.

C’è una richiesta di sfratto recapitata il 21 dicembre da parte del Campidoglio alla società Lazio Equitazione, poiché sul circuito sportivo pende il pagamento di 906 mila euro di canoni arretrati. Una vicenda non recente, sono 14 anni che il Comune cerca di regolarizzare la situazione del centro.

In questo ping pong tra Comune e società Lazio Equitazione si trovano i ragazzi autistici di ‘L’emozione non ha voce’, che ancora una volta rischiano di perdere uno spazio importante per le loro attività.










“All’inizio- racconta Sessa- abbiamo cominciato appoggiandoci ad un appezzamento di terra a Tor di Quinto rivendicato, però, dal Coni. Facevamo ippoterapia in un maneggio sulla via Nomentana, al di là del raccordo anulare prima di Mentana, in una struttura carente, dove non c’era spogliatoio e non si poteva fare ippica nei giorni di pioggia”.

“L’esser accolti a Villa Glori- sottolinea il presidente della Onlus- per noi è stata la salvezza. Da quando abbiamo ottenuto di poter aprire la nostra sede in quel maneggio di eccellenza e di poter concentrare le nostre attività lavorative, usufruendo di un fazzoletto di terra alle spalle delle stalle, abbiamo tirato un sospiro di sollievo”.

In sostanza sono due le ragioni, tra loro intrecciate, che motivano l’amore della Onlus per il Centro: “La prima- spiega- è dovuta al fatto che, sulla nostra pelle, abbiamo potuto sperimentare lo stress che un soggetto autistico prova nel venire spostato in continuazione per svolgere una qualsiasi attività. Le nostre peregrinazioni sono finite con l’approdo al centro ippico”.

“I ragazzi- afferma Sessa- riconoscono quel posto come un luogo loro e sanno che lì possono rimanere. Sanno che il cattivo tempo non gli impedisce di andare a cavallo perché c’è un’ampia tettoia dove poter tranquillamente condurre il cavallo e quando lavorano all’orto sanno dove spogliarsi”.

“Soprattutto- aggiunge- riconoscono il locale dell’associazione come un luogo dove rifocillarsi o festeggiare compleanni e altro. L’altro motivo è la scomparsa dello stress di noi genitori di aver trovato finalmente un luogo dove è più facile arrivare: è dentro la città, ha un bel parcheggio e un cancello che impedisce ai ragazzi di allontanarsi”.

“Infine- conclude il papà- è fondamentale l’accoglienza che i nostri ragazzi hanno ricevuto, loro percepiscono se in un posto sono accettati o meno, e al maneggio di Villa Glori ci siamo subito sentiti come a casa nostra”.

MARZETTI: SI APRA TAVOLO

“Mi sono fatto parte attiva con il Comune affinché si apra un tavolo che garantisca all’associazione di genitori di ragazzi autistici, ‘L’Emozione non ha voce’ Onlus, e alle sue attività di poter proseguire. Sono sicuro che ci sarà un contributo fattivo, credo molto nella collaborazione con gli organi istituzionali comunali”. Lo afferma Jacopo Marzetti,  Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Regione Lazio, commentando all’agenzia Dire la richiesta di sfratto recapitata il 21 dicembre alla societa’ Lazio Equitazione.

“La società Lazio Equitazione rappresenta per il Lazio, il Comune di Roma e tutta l’Italia- continua Marzetti- un punto di riferimento per tutti i ragazzi. Oggi più che mai lo sport è di fondamentale importanza per fini sociali e avere dei ragazzi impegnati in discipline sportive è una buona cosa”.

“Oltretutto- sottolinea il garante- c’è ‘L’Emozione non ha voce’ che svolge vari servizi per ragazzi con disabilità e che necessita di avere spazi adeguati, come le strutture del circolo, per dare massima continuità alle loro attività”.

“Questi ragazzi- conclude Marzetti- hanno bisogno di uno spazio da utilizzare per le loro attività non solo in estate o nelle belle giornate, ma anche di inverno e al coperto”.

GRIPPO (PD): VICINA A GENITORI

“Sono vicina ai genitori e ai ragazzi dell’associazione ‘L’Emozione non ha voce’ Onlus e solleciterò l’attenzione delle istituzioni affinché, aldilà del merito della vicenda, dal punto di vista burocratico sia garantito il sostegno alle importanti attività che svolgono”. Così Valentina Grippo, presidente dell’associazione ‘Città di tutti’ e prossima candidata Pd al Consiglio regionale del Lazio, ha commentato all’agenzia Dire la richiesta di sfratto recapitata il 21 dicembre alla societa’ Lazio Equitazione.

La pet therapy è un esempio importante del modello verso il quale Roma e la Regione Lazio devono andare– continua Grippo- per ciò che riguarda il sostegno alla disabilità in un’ottica che non si concentri solo sugli aspetti sanitari, ma che abbia a cuore la qualità della vita delle persone. Specialmente quando si tratta di ragazzi con disturbi pervasivi dello sviluppo”.

Anche il vicepresidente del II Municipio di Roma, Andrea Alemanni, si impegnerà “per prendere in carico dal dipartimento il contenzioso tra il Comune e la società Lazio Equitazione affinché si trovi una soluzione che garantisca spazi di espressione a questi ragazzi con autismo“.

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