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Elena Ferrante, da ‘scrittrice misteriosa’ a editorialista del Guardian

La scrittrice a favore del movimento #metoo: "E' bene denunciare"

Pubblicato:19-01-2018 10:10
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:22

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ROMA – Elena Ferrante diventerà editorialista del Guardian. L’autrice di origini napoletane, che lavora sotto pseudonimo per non vivere nell’ansia della notorietà, avrà una rubrica fissa settimanale all’interno della testata inglese, in cui tratterà argomenti disparati dall’infanzia, al genere. Il suo primo articolo sarà però dedicato al primo amore. Ad occuparsi della traduzione dei suoi articoli, l’oramai collaboratrice fidata Ann Goldstein, che ha già tradotto diversi suoi romanzi. Con questo nuovo impegno Ferrante ha dichiarato al Guardian di volersi “mettersi alla prova” attraverso un “audace esercizio di scrittura”.

Ferrante a favore del movimento #metoo

L’autrice napoletana è stata nei giorni scorsi intervistata dal settimanale francese L’Obs, in occasione dell’uscita in Francia del suo ultimo romanzo, «Storia della bambina perduta». Diversi gli argomenti affrontati, tra cui la questione relativa ai casi di molestie nel mondo dello spettacolo, che sono venuti allo scoperto a seguito dello scandalo Weinstein. Ferrante si è espressa a favore del movimento  #metoo ma ha raccomandato prudenza: “Alzare i toni, dire ‘Me too” mi sembra una buona cosa, ma soltanto se manteniamo il senso della misura: gli eccessi nuocciono alle giuste cause”. 

Riguardo alle molestie subite da tante donne dello show business, l’autrice non si è mostrata stupita: è un fenomeno che, ha dichiarato, trae origine da a una società patriarcale a cui, anche in occidente, siamo ancora fortemente ancorati.


“Paradossalmente – ha spiegato Ferrante – non vedo grandi differenze fra le donne del quartiere napoletano di cui ho parlato e le attrici di Hollywood o le donne colte e raffinate che lavorano ai gradini più alti del nostro sistema socio-economico”. La scrittrice ha poi toccato un altro aspetto della questione molestie, molto importante, quello della colpa. Coloro che sono responsabili di abusi, oltre alla molestia in sé, portano infatti le donne a credere “con un meccanismo ripugnante, che siamo noi a doverci vergognare” e quindi ad essere colpevoli.

Una posizione, quella di Ferrante, nettamente in contrasto con quella del paese in cui è stata realizzata l’intervista. Recentemente in Francia cento donne, tra cui l’attrice Catherine Deneuve hanno infatti inviato una lettera aperta al quotidiano francese Le Monde rivendicando il diritto “a essere importunate”. Contro il movimento #metoo anche l’icona di fascino e bellezza senza tempo Brigitte Bardot che proprio ieri si è espressa sull’argomento dichiarando: le attrici “fanno le civette con i produttori per ottenere un ruolo e poi raccontano di essere state molestate”

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