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Pisapia: “Non faccio da stampella a nessuno, Pd può vincere solo guardando a sinistra”

ROMA -  Respinge l'accusa di voler

Pubblicato:19-01-2017 19:10
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:49

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ROMA –  Respinge l’accusa di voler fare “la stampella del Pd”, chiarisce che non si candiderà alle primarie del centrosinistra ma ribadisce che “i tre milioni di voti che il Pd ha perso sono fondamentali per dare una svolta al Paese“. Dal programma #cartabianca di Bianca Berlinguer su Raitre, Giuliano Pisapia rilancia la sua sfida per la creazione di “campo democratico”.

Il progetto che ha in mente l’ex sindaco di Milano non sarà un partito “che va ad allearsi con il Pd di Renzi, ma un insieme di realtà sociali, politiche e culturali presenti in tutto il Paese e che oggi non hanno voce o una casa. Il percorso è soprattutto culturale, di una nuova politica di assunzioni di responsabilità che ognuno può fare nel proprio Comune, nel proprio quartiere. Non si puo’ creare una coalizione senza un’unità programmatica reale”.


Il suo orizzonte politico, chiarisce Pisapia, “non è solo con il Pd” ma nella creazione di “un’alleanza molto più grande, con il civismo e con le realta’ locali che appartengono o sono espressione di una comunita’ che vuole cambiare le sorti del paese”. Per questo, da ex sindaco, Pisapia guarda alla “gran parte dei comuni gudati da amministrazioni di centrosinistra che governano bene“. E la sfida, chiarisce, è proprio questa: “Non si può prendere atto di questa realta’ e creare una coalizione che fara’ le sue scelte nel momento in cui ci sara’ una sfida elettorale?”.

Se ci saranno le primarie di centrosinistra, annuncia Pisapia, non si candiderà ma lavorerà “mettendosi a servizio”, perchè quello che vuole fare “è qualcosa di profondamente diverso: dimostrare che il Pd puo’ essere vincente solo se, invece di guardare a destra, guarda a sinistra e crea un’alleanza con le forze a sinistra che sono disilluse”.

Su questo, Pisapia ripete di non voler essere “la stampella di niente e nessuno” e  lancia un messaggio a chi, a sinistra, “ritiene che si possa cambiare il Paese senza il popolo del Pd e senza i tre milioni di elettori che ci sono ma che il Pd ha perso e che sono fondamentali per dare una svolta al Paese“.

Infine, un paletto: “Il Pd ha un dibattito molto pressante al proprio interno, e io non ci voglio entrare. Se il Pd farà una scelta diversa da quello in cui credo- conclude- evidentemente le nostre strade non potranno incontrarsi“.

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