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Bologna, sgombero Labas: chiesto il processo per 11 persone

Resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali e getto pericoloso di cose i capi di accusa per gli attivisti del Làbas

Pubblicato:18-12-2017 11:24
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:00

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BOLOGNA – Resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali, getto pericoloso di cose e violazione della legge 152 del 1975 per aver cercato di non farsi identificare usando caschi, fazzoletti e occhiali scuri. Questi i reati per cui la Procura di Bologna chiede il rinvio a giudizio per 11 persone per gli scontri con le Forze dell’ordine durante lo sgombero di Labas dall’ex caserma Masini di via Orfeo, avvenuto lo scorso 8 agosto.

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A dirigere la resistenza contro gli agenti e’ stato, secondo i pm Antonella Scandellari e Antonello Gustapane, Gianmarco De Pieri, storico attivista e gia’ co-presidente di Coalizione civica, che avrebbe respinto le richieste di uno sgombero pacifico avanzate dalla Polizia, distribuendo caschi da cantiere alle persone che si trovavano in prima fila contro lo sgombero.


Alcuni di loro, oltre ad aver costruito barricate con dei cassonetti e delle balle di fieno hanno anche lanciato “petardi, fumogeni, bombe carta e corpi contundenti” contro gli agenti (da cui l’accusa di getto pericoloso di cose), e hanno anche causato lesioni personali, con prognosi tra i sei e i 64 giorni, a sette poliziotti. Infine, cinque degli 11 indagati, tra cui De Pieri, sono accusati di aver tentato di “rendere difficoltoso il loro riconoscimento” indossando caschi e occhiali scuri o coprendosi il volto con dei fazzoletti.

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