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Case popolari, in Liguria preferenza a residenti e nuovi poveri

Oggi presentata la riforma regionale dell'assegnazione e della gestione dell'edilizia pubblica

Pubblicato:12-04-2017 14:47
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:06

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GENOVA – “E’ una riforma epocale che dall’assistenza pura torna a fare social housing vero, apre alle nuove povertà e a nuovi criteri per l’assegnazione delle case popolari che riteniamo più equi. È una legge organica e credo sia un benchmark, una pietra miliare di come si debba fare edilizia residenziale in questo Paese”. Lo dice il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, presentando alla stampa la riforma regionale dell’assegnazione e della gestione dell’edilizia pubblica. Le principali novità riguardano l’introduzione di premialità nella graduatoria di assegnazione degli alloggi per gli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia da almeno 10 anni e i nuclei familiari che vivono sul territorio ligure da almeno 5 anni. “Si darà precedenza agli italiani e a tutti i cittadini stranieri che da 10 anni sono regolarmente sul nostro territorio e da 5 anni in quello ligure- elenca le modifiche l’assessore all’Edilizia, Marco Scajola- si aprirà alle nuove povertà colpa della crisi come le donne sole con bambini, le coppie giovani sotto i 35 anni con figli, gli over 65 anni, nuclei familiari soggetti a procedure di sfratto, genitori separati o divorziati, nuclei familiari con presenza di soggetti disabili o malati terminali“. Canale preferenziale anche per chi lavora nelle forze dell’ordine “perché riteniamo che sia doveroso dare una mano, anche con un gesto simbolico, a chi fa un lavoro delicatissimo per la sicurezza di ognuno di noi”, sostiene Scajola. Il 50% degli alloggi sarà comunque riservato a famiglie con bassissimo reddito.

Toti e Scajola

“Siamo orgogliosi di aver invertito la tendenza dell’utilizzo degli immobili pubblici da parte di questo ente- prosegue Toti- questa legge sarà finanziata in modo importante dalla dismissione di patrimonio immobiliare della Regione, che non serve agli scopi istituzionali dell’ente, che è quello di assistere i cittadini in varie forme”. Tra gli esempi, la vendita a privati del Tennis Club di Santa Margherita Ligure. Le risorse saranno indirizzate a individuare nuovi alloggi e a finanziare opere di manutenzione di quelli al momento sfitti, soprattutto in realtà molto critiche, come a Genova che a fronte di almeno 3.000 domande all’anno sono solo circa 150 gli alloggi assegnati. Tra le novità introdotte dalla riforma anche la possibilità di cambiare casa popolare assegnata in caso di gravi necessità per ragioni di salute o lavoro che richiedano il trasloco in un’altra provincia della regione. E ancora: possibilità per i morosi incolpevoli di sublocare parte dell’alloggio se ci si impegna a firmare un piano di rientro concordato con l’ente gestore. Infine, ogni 8 anni verrà verificata la persistenza dei criteri di assegnazione: se l’inquilino assegnatario supererà del 50% il limite Isee previsto, il canone di affitto sarà innalzato per 4 anni, quando verranno nuovamente controllate le condizioni economiche. “Una riforma moderna, strutturata, seria, senza demagogia- conclude Scajola- ma che vuole entrare nel merito dei problemi perché la vecchia legge 10 del 2004 era ormai superata. Con questa formula, noi entriamo nel merito di quelli che sono i problemi attuali”. Il nuovo disegno di legge dovrà ora passare al vaglio del Consiglio regionale, toccherà poi alla giunta definirne i criteri di attuazione con una nuova delibera.

di Simone D’Ambrosio, giornalista


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