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Migranti, oltre 20mila i bimbi sbarcati in Italia nel 2016

Oltre il 90% ha viaggiato da solo

Pubblicato:18-10-2016 10:56
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:11

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migrantiROMA – Il numero di bambini rifugiati e migranti arrivati in Italia nel 2016 ha raggiunto livelli senza precedenti. Tra gli ultimi bambini rifugiati e migranti arrivati ci sono 3 neonati, due dei quali nati su una nave della Guardia Costiera Italiana nel Mediterraneo Centrale e uno al porto. A darne nota è L’Unicef che sottolinea poi come nei primi 9 mesi del 2016 il numero di bambini arrivati via mare è stato più alto dell’anno scorso.

Quest’anno oltre il 90% dei bambini ha viaggiato da solo, mentre nel 2015 i minori non accompagnati erano il 75%. Quest’anno c’è stato anche un incremento dii bambini che provengono dall’Egitto, anche se la maggior parte proviene ancora dall’Africa Occidentale.

Da gennaio ad ottobre 2016 è stato stimato che oltre 20mila bambini non accompagnati o separati sono arrivati in Italia via mare. Questo dato già da solo supera il numero di bambini arrivati in Italia nel 2015 che erano 16.500, di questi 12.300 erano bambini non accompagnati e separati. Secondo un team del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia sul campo la situazione dei bambini rifugiati e migranti in Italia è sempre più critica e il sistema di protezione italiano è al limite.


Migranti“Ogni settimana centinaia di bambini arrivano qui, ognuno di loro ha esigenze reali e urgenti – dai neonati agli adolescenti che viaggiano da soli e che non sanno che cosa li aspetta in un paese che non conoscono”, così Sabrina Avakian, Child protection officer dell’Unicef, attualmente in Calabria, per verificare i bisogni dei bambini migranti e rifugiati, in particolar modo di quelli appena arrivati.

“Molti bambini hanno subìto profondi traumi a causa del viaggio, hanno visto affogare persone; alcuni hanno terribili ustioni dovute al carburante sui gommoni; i bambini e le loro madri hanno bisogno di cure specifiche per l’allattamento, tutti – ha aggiunto Avakian – loro hanno bisogno di adeguata protezione e di un posto in cui vivere e già solo questo richiede troppo tempo”.

Nel terribile dramma della vita e delle morte in mare, una madre nigeriana è rimasta in stato di shock totale dopo che i suoi due bambini, di 3 e 4 anni, sono scivolati dalle sue braccia e sono affogati durante la traversata dalla Libia. Fino ad oggi, oltre 3.100 persone sono affogate nel Mediterraneo Centrale, rendendo questo l’anno più pericoloso.

Un numero indefinito di bambini è morto in mare. I 3 neonati eritrei e le loro giovani madri sono in buona salute, le nascite sono state registrate e gli operatori sanitari a Catania si stanno prendendo cura di loro. Sulle navi della Guardia Costiera italiana, l’UNICEF ha allestito degli spazi a misura di bambino per i bambini più piccoli mentre per gli adolescenti, gli operatori dell’organizzazione, stanno fornendo supporto psicologico al loro arrivo. Insieme con i suoi partner, come UNHCR e i servizi sociali Italiani, l’Unicef sta lavorando per accelerare le nomine di tutori e migliorare le condizioni di accoglienza. L’alto numero di minori stranieri ha portato a ritardi significativi – anche di un anno di tempo – nel nominare tutori o garantire supporto legale.

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