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Scuola, il record delle tariffe delle mense è in Emilia-Romagna: 1000 euro l’anno

E' stato calcolato il costo medio della refezione scolastica per una famiglia tipo di tre persone con un reddito lordo di 44.200 euro

Pubblicato:18-10-2016 11:28
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:11

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mensa-ciboBOLOGNA – Un’indagine sulle tariffe della ristorazione scolastica su tutti i capoluoghi di provincia, fra settembre e i primi di ottobre 2016. Ad effettuarla, Cittadinanzattiva che ha rilevato, sia per la scuola dell’infanzia che per la primaria e la secondaria di primo grado, il costo medio della refezione scolastica per famiglia tipo composta da tre persone (genitori con un figlio) con reddito lordo annuo pari a 44.200 euro, al quale corrisponde un Isee di 19.900 euro. L’organizzazione ha esaminato per ciascun capoluogo di provincia il costo del singolo pasto, quello mensile (su 20 pasti) e quello annuale (su nove mesi). Oltre 700 euro, tanto spende annualmente una famiglia tipo per pagare la mensa scolastica del proprio figlio: precisamente 728 euro sia per la scuola dell’infanzia che per la primaria. Ebbene, l’Emilia-Romagna vanta le tariffe più alte sia per la scuola dell’infanzia che per la primaria, con 1.000 euro annui in media, la Calabria la più economica, con poco più di 500 euro all’anno. Una differenza pari al 100% non giustificata esclusivamente dal costo della vita. Sopra la media nazionale per la retta della mensa nella scuola primaria, oltre all’Emilia-Romagna, il Piemonte (860 euro all’anno), la Liguria (857), la Valle d’Aosta (835), la Basilicata (833), la Lombardia (820), la Toscana (799€) e le Marche (785). Al di sotto della media nazionale: di poco il Friuli Venezia Giulia (694) e il Veneto (674), seguono il Lazio (650), la Sardegna (626), la Puglia (616), il Molise (609), la Campania (592), la Sicilia (579), l’Abruzzo (572) e ultima la Calabria (517).

nidi2_scuolaA livello di aree geografiche, al Nord le tariffe più costose (circa 93.96 euro mensili sia per l’infanzia che per la primaria), segue il Centro (94 euro per l’infanzia e 78 per la primaria), meno caro il Sud (64 euro per l’infanzia, 67 per la primaria). Fra i capoluoghi di provincia, Livorno e Ferrara al primo posto nella top ten delle città più care, con 128 di retta media mensile. Colpisce la presenza, nella lista dei dieci capoluoghi più cari, di Potenza (113) e Tempio Pausania (108). Fra i capoluoghi con rette annuali superiori ai 1.000, anche Reggio Emilia (1.100), Rimini (1.080), Forlì e Pesaro (1.062), Torino (1.042), Barletta è la provincia meno cara per la ristorazione scolastica con 32 euro mensili per una famiglia tipo. Nella lista delle meno care, presenti molti capoluoghi del Sud, ad eccezione di Latina (46 mensili) e di Roma (45) che risulta la meno cara fra le città metropolitane. Quelli del ‘caro mensa’ rientrano fra i dati ed i punti di vista emersi oggi nell’ambito di “Mensa a scuola: costi, qualità e… nuove prospettive?”, l’evento promosso da Cittadinanzattiva. I dati fanno riferimento a due indagini svolte dall’organizzazione: una che ha coinvolto sperimentalmente le mense di 79 scuole di 13 regioni, per raccogliere, tramite 221 indicatori, dati osservabili e dati percepiti su qualità, sicurezza, igiene, trasparenza, costi, sprechi, rifiuti, partecipazione legati al servizio di ristorazione scolastica.


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