NEWS:

Colosseo chiuso e turisti in fila, Franceschini: “Ora basta, porto la mia proposta in Cdm”

Una nuova assemblea sindacale, al Colosseo, uno dei più importanti siti archeologici a Roma, fa restare turisti in fila davanti agli occhi di tutto il mondo

Pubblicato:18-09-2015 10:41
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:33

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

franceschiniROMA – “La misura è colma. Ora basta. Proprio nel momento in cui la tutela e la valorizzazione dei beni culturali sono tornate dopo anni al centro dell’azione di governo, proprio mentre i dati del turismo sono tornati straordinariamente positivi, proprio mentre Expo e Giubileo portano ancora di più l’attenzione del mondo sull’Italia, proprio mentre io sono come ministro impegnato nelle discussioni preparatorie per la legge di stabilità a cercare di portare più risorse per la cultura e per il personale del ministero, una nuova assemblea sindacale, questa volta al Colosseo a ai più importanti siti archeologici di Roma, fa restare turisti in fila davanti agli occhi di tutto il mondo“. Lo dice il ministrod ei beni culturali Dario Franceschini.

“Il buonsenso nell’applicare regole e nell’esercitare diritti evidentemente non basta più per evitare danni al proprio Paese- aggiunge-. Per questo abbiamo concordato questa mattina con il Presidente Renzi che al Consiglio dei Ministri di questo pomeriggio proporrò una modifica legislativa che consenta di inserire anche i Musei e i luoghi della cultura aperti al pubblico tra i servizi pubblici essenziali”.

Duro anche il commento di Assoturismo Roma, la principale associazione italiana che raggruppa gli operatori del turismo: “La chiusura improvvisa, senza preventivo annuncio, è un vero e proprio danno d’immagine. Una città che vive principalmente con quattro o cinque attrattori forti tra i quali Colosseo e Fori, non si può permettere in alta stagione, di ritardare neanche di un’ora l’apertura di questi monumenti. I turisti vengono nella città di Roma principalmente per ammirare le meraviglie del passato, poiché la presenza in media è tra i due e i tre giorni, si arreca un forte disagio nei programmi dei turisti. Non è la prima volta che succede un fatto simile, senza un annuncio preventivo sui portali web, è chiaro che si punta proprio a creare disagio per amplificare i problemi interni che la gestione sta discutendo. Già la città di Roma verte in condizioni da terzo mondo con trasporti al collasso, il decoro, l’abusivismo, se poi cominciano a vacillare anche i fiori all’occhiello che stimolano gli arrivi nella capitale, allora non c’è più speranza di ripresa. Daniele Brocchi segretario Assoturismo di Roma e del Lazio commenta la notizia: “E’ sacrosanto il diritto di assemblea e di sciopero ma il Colosseo e i Fori non sono un’azienda di periferia che produce viti e bulloni. ‘L’azienda’ Colosseo e Fori, oltre a fare incassi record, sono attrattori e meta di turismo internazionale che con programmi e tour stabiliti da tempo vengono a vedere le nostre eccellenze culturali. Non possiamo permetterci in questo momento di affossare anche l’unica cosa che a Roma funziona. E’ un’immagine pessima che diamo al mondo intero“.


Alle 11.30 tutte le sedi che fanno capo alla Soprintendenza di Roma, dal Colosseo alle Terme di Caracalla, hanno aperto. In ritardo rispetto al solito per l’assemblea sindacale convocata sul mancato pagamento dei passati straordinari, una questione che “non coinvolge soltanto i siti romani”. “Il Colosseo è aperto- ha detto all’agenzia Dire il soprintendente per il Colosseo, il Museo nazionale romano e l’area archeologica di Roma, Francesco Prosperetti– Il personale è rientrato nelle sedi di servizio dopo l’assemblea sindacale e tutti i siti hanno riaperto. L’informazione sulla convocazione per questa mattina dell’assemblea sindacale era stata data attraverso la stampa, e anche con messaggi affissi nelle sedi e, per esempio proprio al Colosseo, anche con messaggi vocali multilingue”. L’assemblea, ha spiegato Prosperetti, “è stata fatta per una preoccupazione dei lavoratori per il fatto che l’amministrazione centrale, e non solo a Roma, non sta pagando con continuità le indennità per le aperture straordinarie nel corso dell’anno. Non è stata dunque una assemblea contro la Soprintendenza, ma per ritardi amministrativi che riguardano tutto il ministero”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it