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Boom giovani pastori, +200mila pecore in cinque anni

Le pecore dopo essere state a lungo dimenticate stanno vivendo un grande momento di riscossa con uno storico aumento delle greggi e l'arrivo di giovani pastori

Pubblicato:18-05-2016 09:36
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:44

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coldiretti pecora day

ROMA – “Si inverte la tendenza e dopo decenni tornano ad aumentare le pecore in Italia che nel 2016 puo’ contare su un patrimonio 7,2 milioni di capi, quasi duecentomila in piu’ rispetto a cinque anni fa secondo le ultime stime della Commissione europea”. E’ quanto emerge dal dossier elaborato dalla Coldiretti in occasione del ‘Pecora Day’ con migliaia di agricoltori con pecore di tutte le razze al seguito al Centro Universitario sportivo – S.S. 17 ovest, località Centi Colella a L’Aquila, a venti anni dalla prima clonazione animale con la nascita della pecora Dolly nel 1996.

“Le pecore dopo essere state a lungo dimenticate stanno vivendo un grande momento di riscossa con uno storico aumento delle greggi e l’arrivo di giovani pastori, proprio perché in Italia- sottolinea la Coldiretti- si è scelta una strada completamente diversa con l’innovazione nel rispetto della tradizione”. A sostenere la rinascita “è stato- precisa l’associazione- il boom della domanda all’estero di formaggi fino alla grande innovazione che ha rivoluzionato la pastorizia con contributi che spaziano dalla cosmetica alla moda, dall’edilizia alla scuola, ma anche la manutenzione ambientale, la pet therapy fino a nuovi prodotti, dal gelato al latte di pecora al pecorino senza colesterolo”.


pecora day

“Il clima più positivo ha spinto anche l’occupazione ed in Italia si stima che- continua la Coldiretti- siano circa duemila i giovani che hanno scelto di mettersi alla guida di un gregge in una scelta di vita dove a preoccupare più della crisi in questo momento sono i ritardi e le inefficienze della burocrazia e gli attacchi degli animali selvatici, dai cinghiali ai lupi, che si sono moltiplicati nelle campagne. Si tratta in gran parte di giovani che intendono dare continuità all’attività dei genitori, ma ci sono anche ingressi ex novo spinti dalla voglia di trovare una occupazione alternativa a contatto con la natura”.

Con i giovani pastori “tornano anche le antiche razze e sono ben 38 quelle salvate dall’estinzione dagli allevatori italiani sulla base dei dati dei Piani di Sviluppo Rurale della passata programmazione”, dicono dall’associazione agricola. Oggi nelle campagne italiane è possibile vedere una grande varietà, dalla rustica pecora Sarda alla pecora Sopravissana dall’ottima lana, dalla pecora Comisana con la caratteristica testa rossa a quella Massese dall’insolito manto nero, ma anche l’Appenninica, la Merinizzata, la Barbaresca siciliana e fino alla Bergamasca adatta alla transumanza che è la razza più grande al mondo, che rappresentano un patrimonio di biodiversità che arricchisce soprattutto le zone svantaggiate del Paese dove si concentrano i circa 60mila allevamenti presenti in Italia. Una scelta “del tutto alternativa a quella della clonazione che- sostiene la Coldiretti- trova in Italia una forte opposizione. Solo il 3% degli italiani è d’accordo che anche in Italia si possa consumare carne e latte proveniente da animali clonati“, secondo il Rapporto Coldiretti/Univerde su ‘Gli italiani e la nuova agricoltura’ realizzato da Ipr Marketing.

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