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Emergenze, Frigenti spinge per diversificare gli strumenti d’aiuto

La neo-direttrice dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo ha spiegato, nel corso della sua presentazione, che le assicurazioni possono rappresentare una risposta innovativa alle emergenze umanitarie che si ripetono ciclicamente

Pubblicato:18-04-2016 09:22
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:35

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WASHINGTON – Assicurazioni per la diversificazione degli strumenti di aiuto finanziario nelle emergenze. Ne parla Laura Frigenti, direttore dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo agli Spring Meetings oggi a Washington: “E’ un mio vecchio progetto al quale sto lavorando già da prima di arrivare all’Agenzia- rivela alla DIRE- perché la crisi finanziaria generata dalle emergenze è tremenda e si continua ad operare con degli strumenti che andavano bene negli anni 80. Voglio continuare a presentare questo argomento nei vari dibattiti internazionali e spero- conclude Frigenti- di poter utilizzare la piattaforma del World humanitarian forum per poter discutere di questo”. La neo-direttrice ha infatti spiegato, nel corso della sua presentazione, che le assicurazioni possono rappresentare una risposta innovativa alle emergenze umanitarie che si ripetono ciclicamente. Un esempio sono le siccità nel corno d’Africa.

Due le aree prioritarie dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo: l’Africa e il Medio Oriente. Lo dice agli Spring Meetings a Washington il direttore Laura Frigenti, sottolineando però che l’attenzione rimarrà puntata anche sui Balcani,l’America Latina, i Caraibi e l’Asia. Quali sono le priorità in termini di progetti? “Sono dettate dalla situazione obiettiva- risponde alla DIRE l’ex esponente della Banca Mondiale-, tra queste in ogni caso ci sarà lo sviluppo dell’Africa. Dobbiamo trovare delle soluzioni a questa crisi migratoria che si sta ponendo come priorità importante per tutta l’Europa e per il nostro paese in prima linea. Sicuramente, all’interno di questo fronte, dobbiamo trovare delle forme di sviluppo per cui i paesi che sono maggiormente esposti a tali flussi migratori non debbano soffrire, ma possano considerare quello che sta accadendo come un’opportunità di sviluppo per loro stessi e per i loro settori privati e di business”. Lei ha lavorato tanti anni nella Banca mondiale,in che modo cercherà di sviluppare le connessioni con le banche internazionali? “La nostra grande ambizione è riportare l’Italia al centro del dibattito delle idee- aggiunge Frigenti- pensiamo che ci siano nel nostro paese esperienze importanti di cui noi ci sentiamo il veicolo. Le banche internazionali sono i luoghi dove le idee circolano, vengono discusse e a loro viene data risonanza. Sono dei partner fondamentali per noi. Inoltre, ho un affetto particolare per questa banca avendo lavorato qui felicemente per oltre 20 anni- conclude-, e ne vedo tutto il potenziale”.

di Rachele Bombace, giornalista professionista


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