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A ‘Libri Come’ gli scrittori raccontano il libro che li ha resi felici/ Parte 2

L'Agenzia Dire lo ha chiesto nella giornata finale dell'evento all'Auditorium parco della Musica di Roma

Pubblicato:18-03-2018 16:33
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:38

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ROMA – Qual e’ il libro che ti ha reso felice? E’ la domanda che l’agenzia Dire ha rivolto agli scrittori presenti, all’Auditorium Parco della Musica, per la nona edizione di ‘Libri Come’, la festa del libro e della lettura, quest’anno dedicata proprio alla Felicita‘.

Dopo Paolo Di Paolo, Francesca Genti, Nadia Terranova, Giusi Marchetta, Loredana Lipperini, Luca Ricci e Chiara Valerio, oggi abbiamo sentito Francesco Piccolo, Annalena Benini, Rosella Postorino, Franco Arminio, Antonio Moresco, Alessandro Zaccuri, Carlo Carabba e Alberto Rollo.

“Il libro che mi ha reso felice credo sia il primo che ho letto, il primo che mi ha fatto capire che avrei potuto essere “trasportato” da qualche altra parte, ‘Le tigri di Mompracem’ di Salgari- ha detto Francesco Piccolo- Mi fu regalato da mio padre”.


Il libro che ha reso felice Annalena Benini, invece, è ‘Lessico famigliare’ di Natalia Ginzburg: “Mi ha reso felice e mi ha fatto capire che mi piaceva scrivere. Ho amato molto quella storia, il modo di raccontarla, la scelta della lingua, la malinconia e lo struggimento”.

Per Rosella Postorino, invece, la scelta è caduta su Marguerite Duras: “‘La vita materiale’ mi ha fatto conoscere la Duras, che è la scrittrice che più mi ha reso scrittrice; non so se essere scrittori significa essere felici ma io realizzato il mio sogno”.

Il poeta Franco Arminio ha scelto le ‘Operette morali’ di Leopardi, “perché è un libro silenzioso e profondo e ce n’è bisogno”.

Uno dei libri che ha reso felice Antonio Moresco, invece, è ‘Il maestro e margherita’ di Bulgakov: “scritto da un uomo infelicissimo, perseguitato, in un contesto che lo circondava terribilmente cupo e opprimente, ha scatenato dolore e felicità attraverso questo romanzo, esempio di come si può essere coraggiosi nell’infelicità”.

“Uno dei libri che mi ha reso felice è ‘La vita, istruzioni per l’uso’ di Georges Perec- ha rivelato Alessandro Zaccuri- E’ un libro che arrivò in Italia negli Anni 80, io all’epoca ero sfiduciato dai romanzi, ero giovane, venivo dalla lettura di Joyce e dei grandi rivoluzionari, pensavo che non si potessere più scrivere un romanzo, invece Perec mi dimostrò il contrario”.

Carlo Carabba ha scelto ‘La meravigliosa storia di Peter Schlemil’ di Adalbert von Chamisso: “E’ un libro del Settecento, lo lessi un giorno che ero stato lasciato, ero triste, e mentre sistemavo la libreria di casa l’ho iniziato a leggere e ricordo che mi diede conforto”.

Infine, il libro che ha reso felice Alberto Rollo è ‘Oblomov‘ di Goncarov. “Ricordo lo spazio e il tempo di quando lo lessi, tra montagna e pianura, con in mente questo fratello di tutti noi, quest’uomo che si lascia andare, non reagisce, che guarda la vita e si consuma dentro il suo oblomovismo, è cio che noi amiamo di lui”.

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