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M5S, bufera sul comandante De Falco: “Ha aggredito moglie e figlia”

Reso celebre dal "Salga a bordo, c...o!" durante il naufragio della Costa Concordia e oggi candidato al Senato per il M5S, il comandante De Falco si sarebbe reso protagonista di un episodio di violenza domestica

Pubblicato:18-02-2018 13:58
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:29
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ROMA – Gregorio De Falco, il capitano di fregata che la notte del 13 gennaio intimò a Francesco Schettino di risalire sulla Costa Concordia e ora candidato al Senato dal M5S, si sarebbe reso protagonista di un brutto episodio di violenza domestica ai danni della moglie e della figlia, da poco maggiorenne, al termine di un litigio.

Secondo quando ricostruito dal Corriere della Sera in un articolo firmato da Claudio Bozza e Fiorenza Sarzanini, sarebbe stata la stessa moglie di De Falco a raccontare quanto accaduto agli investigatori di Livorno, prima di rifiutarsi di formalizzare la denuncia, forse per gli evidenti effetti che questa avrebbe avuto sulla candidatura del marito.

Le dichiarazioni della donna restano comunque agli atti perchè rese davanti a pubblici ufficiali. E visto che il presunto autore della violenza è candidato alle politiche del 4 marzo, la segnalazione di quanto accaduto è arrivata agli uffici centrali di Roma.


Secondo quando ricostruito dal Corriere della Sera, Raffaella (questo il nome della moglie del capitano De Falco) avrebbe denunciato il marito una settimana fa alla polizia di Livorno, per una aggressione violenta mentre De Falco era in uno stato di alterazione non meglio specificato.

La ricostruzione del Corriere entra poi nei dettagli: durante il litigio, il padre avrebbe strattonato per i capelli la giovane figlia, che sarebbe poi fuggita di casa per tornarvi solo dopo molte ore.

L’articolo ricostruisce poi il profilo della coppia: entrambi napoletani, sono sposati dal 1997 ed il rapporto- stando a quanto riferito dalla moglie alla polizia, secondo il Corriere- sarebbe andato a gonfie vele fino a qualche tempo fa, quando sarebbero iniziate le intemperanze del capo famiglia che avrebbero anche concorso al trasferimento dell’ufficiale, rimosso dai vertici della Marina da incarichi operativi e destinato a mansioni di ufficio.

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