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Trivelle. Lettera di Lacorazza e Benedetto ai ‘Lucani nel mondo’ per promuovere partecipazione referendum

Pubblicato:18-02-2016 15:55
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:00

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Civitanova Marche, Italia – In azione contro le trivelle in Adriatico. ©Matt Kemp/GreenpeacePOTENZA – “Siamo di fronte a questioni rilevanti, che riguardano da un lato la politica energetica nazionale e dall’altro l’equilibrio dei poteri tra Stato centrale e Regioni, che in un rapporto di leale collaborazione possono avvicinare le istituzioni ai cittadini e rappresentare gli interessi dei territori amministrati. Ciò anche alla luce del fatto che la Consulta dovrà esprimersi nei prossimi giorni anche sui conflitti di attribuzione sollevati da alcune Regioni riguardo ad altri due referendum, sul piano delle aree e sul doppio regime delle concessioni, temi che chiamano in causa direttamente la possibilità delle Regioni di preservare l’equilibrio fra ambiente e sviluppo, tenendo fede all’impegno assunto con i cittadini per la tutela delle nostre radici. Un impegno che da sempre viene orgogliosamente rivendicato dai lucani nel mondo”.
   Con queste parole il presidente del Consiglio regionale Piero Lacorazza e il presidente della Commissione regionale dei lucani nel mondo Nicola Benedetto sollecitano le Federazioni e le Associazioni dei lucani nel mondo a promuovere la partecipazione al referendum del 17 aprile sulle trivelle in mare. Un referendum “che sta particolarmente a cuore al Consiglio regionale della Basilicata, che lo ha promosso, insieme ad altre otto Assemblee legislative regionali, per tutelare il nostro mare che una delle principali risorse per il futuro della Basilicata e dell’Italia”, scrivono Lacorazza e Benedetto in una lettera inviata oggi ai rappresentanti delle circa 160 associazioni di lucani che vivono e lavorano nelle altre Regioni italiane e in diversi Paesi del mondo.
“Il quesito referendario– spiegano Lacorazza e Benedetto- riguarda in particolare una norma che disciplina la ricerca e l’estrazione del petrolio entro le 12 miglia dalla costa e il fatto che, con una modifica introdotta di recente, i permessi e le concessioni già rilasciati non hanno più scadenza, senza che sia stato chiarito se i procedimenti in corso debbano ritenersi definitivamente chiusi o sospesi. Se vincerà il si, come sperano le Assemblee legislative che hanno promosso il referendum oltre a molti cittadini e associazioni che l’hanno sostenuto, i permessi e le concessioni già rilasciati e relativi alle attività petrolifere ricadenti entro le 12 miglia avranno scadenza certa e cioè resteranno vigenti fino alla data prevista al momento del conferimento del titolo. Dall’eventuale abrogazione referendaria deriveranno inoltre un vincolo per il legislatore, che non potrà rimuovere il divieto di cercare ed estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia, e l’obbligo per il Ministero dello Sviluppo economico di chiudere definitivamente i procedimenti attualmente in corso, finalizzati al rilascio dei permessi e delle concessioni”.

 

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