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VIDEO | Rigopiano, lo sfogo di una mamma: “Mandate fiori oggi, servivano spazzaneve due anni fa”

FARINDOLA (Pescara) - Silenzio e lacrime a Rigopiano, a due anni dalla tragedia in cui hanno perso la vita 29 persone.

Pubblicato:18-01-2019 12:26
Ultimo aggiornamento:18-01-2019 12:26
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FARINDOLA (Pescara) – Silenzio e lacrime a Rigopiano, a due anni dalla tragedia in cui hanno perso la vita 29 persone. Ma anche tanta rabbia. Come quella di una donna, che davanti alla foto di suo figlio s’è lasciata andare a uno sfogo: “A cosa ti servono i fiori? A cosa ti serve oggi la corona di fiori del presidente della Repubblica? Serviva lo spazzaneve esattamente due anni fa. Quello stavi aspettando. Ci hai telefonato e ci hai detto che sarebbe arrivato. Non è mai arrivato, non lo hanno mai mandato. Maledetti, non lo avete mai mandato lo spazzaneve a salvare mio figlio. Adesso mandano la corona di fiori. Maledetti, non vi preoccupate. Gliela faremo pagare cara. Faremo giustizia. Giustizia avrai perché giustizia meriti”.

A Farindola, la giornata è iniziata nel silenzio davanti al totem che ricorda le 29 vittime dell’hotel Rigopiano. A due anni dalla tragedia i parenti delle vittime hanno deposto corone di fiori senza trattenere le lacrime, ma mantenendo una compostezza che non poteva che avere, come risposta, altrettanto silenzio. Subito dopo, sul posto, sono arrivati i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Nessuna dichiarazione alla stampa, ma entrambi si sono fermati a rispondere alle domande dei parenti delle vittime. Con loro hanno osservato un minuto di silenzio per poi percorrere la strada fino al punto in cui la valanga ha lasciato uno squarcio nella montagna.


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Di Maio non ha nascosto lo shock nel vedere quel vuoto che oggi, oltre che tra le rocce, vive nei cuori e nelle vite dei parenti delle vittime che a loro chiedono oggi giustizia. Per alcuni minuti si sono fermati ad osservare quel che resta dell’hotel. La processione è ripresa fino a tornare al totem dove è iniziato un momento di preghiera. La giornata proseguirà con una fiaccolata per finire nella piccola chiesa di Farindola, dove si celebrerà la messa in ricordo delle vittime.








DI MAIO: “LO STATO È QUI, DOBBIAMO FARE GIUSTIZIA”

“Dobbiamo fare giustizia perché è assurdo quello che è successo e quello che stiamo vedendo negli ultimi giorni. Noi siamo qui anche per far capire a quei signori da che parte stiamo. Da che parte sta lo Stato. È importante per me comunicarlo anche con la presenza dello stato qui”. È quanto ha detto Luigi Di Maio in occasione della commemorazione delle vittime di Rigopiano.

“Sistemeremo tutto, sia questione incidente sul lavoro che indennizzi” 

Il vicepremier si è rivolto in particolare al fratello di Gabriele D’Angelo, una delle vittime che lavorava come cameriere nell’hotel che è stato investito da una valanga, che ha incalzato Di Maio dicendo: “Perché per mio fratello e gli altri lavoratori non è stata riconosciuta la morte sul lavoro?”. “Stiamo facendo alcuni interventi normativi in Parlamento- la replica di Di Maio- su questa tragedia quello che non è stato fatto sarà fatto sia per la questione delle morti sul lavoro sia per quanto riguarda gli indennizzi e i risarcimenti. Ci siano messi all’opera abbiamo incontrato qualche settimana voi e ci lavoreremo una cosa alla volta e faremo tutto, forza”.

GABRIELE D’ANGELO E LE SUE “56 RICHIESTE DI AIUTO”

L’uomo ha anche mostrato al vicepremier una corona di fiori. “L’ho fatta per le 56 richieste di aiuto di mio fratello. Sopra c’è l’orario: le 11.30 quello della sua richiesta di aiuto che nessuno ha dichiarato sin dai suoi primi interrogatori”. Un riferimento questo all’inchiesta bis sui presunti depistaggi: secondo la Procura la chiamata sarebbe stata infatti occultata.

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COMITATO VITTIME: SENTITO QUALCUNO AMMETTERE DI AVER SBAGLIATO

“Non faccio nomi ma ho notato, tra le istituzioni presenti, una persona dire a Salvini ‘abbiamo sbagliato. Siamo andati in blackout’, riferendosi ai soccorso. Noi oggi siamo qui per ricordare i nostri cari, ma purtroppo questa giornata è sporcata dalla ricerca della verità. Il nostro desiderio è sapere: è fondamentale conoscere tutta la verità”. Lo ha dichiarato, poco prima della partenza della fiaccolata in ricordo delle vittime di Rigopiano, Gianluca Tanda del Comitato vittime della tragedia.

“La loro di Salvini e Di Maio oggi è fondamentale- prosegue il portavoce dei familiari delle vittime-. Siamo stati noi a chiedere di incontrarli ancora. Lo Stato deve capire che c’è una parte delle istituzioni che sbaglia. Oggi siamo qui per ricordare i nostri cari, ma purtroppo questa giornata è sporcata dalla ricerca della verità”.

E aggiunge: “È fondamentale conoscere tutta la verità. Fino ad ora ne abbiamo una parte, ma ne manca molta e prima o puoi uscirà fuori. Siamo fiduciosi per le istituzioni buone, quelle che lavorano bene tutti i giorni. Ma quella parte malata deve essere colpita e non solo per noi e per la nostra giustizia. La verità è la vera giustizia. Ed è per tutti. Queste persone vanno rimosse”, ha concluso.

IL PAPÀ DI FENIELLO: “SALVINI MI HA DETTO DI NON PAGARE LA MULTA”

“Il ministro mi ha detto di non pagare nulla. Io non pagherò sicuramente, al massimo mi faccio tre mesi”. Lo ha riferito Alessio Feniello, padre di una delle vittime della tragedia di Rigopiano, che si è fermato a parlare con il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini in merito alla multa di 4.500 euro notificatagli per aver deposto un mazzo di fiori nella zona sottoposta a sequestro dell’hotel il figlio Stefano e altre 28 persone hanno perso la vita due anni fa. Faniello ha poi ringraziato Salvini per la sua presenza.

di Alessandra Farias

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