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Report del Consiglio grande e generale del 17 gennaio- Seduta mattutina e pomeridiana

In questa prima sessione consiliare del 2016, il sottosegretario Pasquale Valentini si sofferma a lungo sul negoziato in corso per l'accordo di Associazione con l'Ue. Segue l'annuncio di Simone Celli di abbandonare il gruppo del Ps.

Pubblicato:18-01-2016 21:38
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:48

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SAN MARINO – Un lungo riferimento del segretario di Stato per gli Affari esteri, Pasquale Valentini, sul negoziato in corso per l’accordo di Associazione con l’Ue, apre la sessione consiliare di Gennaio, la prima del 2016. Il segretario di Stato compie un dettagliato resoconto sull’attività del 2015 di Palazzo Begni e della missione permanente a Bruxelles e anticipa i prossimi appuntamenti e obiettivi. All’attività tecnica, in particolare, si è affianca quella più propriamente politica: a riguardo, Valentini annuncia di aver dato mandato alla Missione a Bruxelles di verificare la possibilità di organizzare a breve un incontro con il Presidente della Commissione Europea, Jean Claude Junker, e l’Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri e la Sicurezza, Federica Mogherini. Scopo della richiesta è giungere a  un confronto diretto su “prospettive e incidenze politiche dell’Accordo che stiamo negoziando- spiega il segretario di Stato- soprattutto per avere assicurazioni affinché vengano tenute nella giusta considerazione le specificità istituzionali, sociali ed economiche della Repubblica di San Marino”.
Valentini inoltre lancia un sentito appello affinché il percorso di negoziazione con l’Ue “possa godere della massima condivisione da parte di tutte le componenti della vita politica, economica e sociale del nostro Paese”. Sottolinea quindi la rilevanza dell’Accordo da cui “deriverà per San Marino- motiva- la necessità di ridefinire l’assetto economico del Paese e, con esso, ridefinire i rapporti con gli altri Stati. Per questo motivo è fondamentale essere preparati e ben consci di ciò, a tutti i livelli, ognuno nel proprio campo”.
Valentini conclude il suo riferimento con un accenno al recente incontro di venerdì scorso a Bologna con la presidenza e la giunta della Regione Emilia Romagna che definisce come molto positivo. “La Regione- spiega-ha inserito San Marino in tutti i piani strategici e operativi che sta mettendo in atto”.
Il comma Comunicazioni prosegue con l’annuncio di Simone Celli di uscire dal gruppo consiliare del Ps per diventare un consigliere indipendente. Roberto Ciavatta, Rete, interviene per presentare cinque Odg del suo movimento: il primo ordine del giorno propone di istituire la data del 17 ottobre, data dell’arresto di Gabriele Gatti, come “festa della rinascita”; il secondo mira a vietare l’uso, nei loghi di partiti e movimenti sammarinesi, di simboli del patrimonio culturale nazionale. Il terzo ordine del giorno propone l’istituzione di una commissione che valuti le posizioni dei singoli dirigenti della Pubblica Amministrazione e di tutte le società partecipate dallo Stato; quindi il quarto testo proposto impegna l’aula a legiferare per ridurre i termini di prescrizione dei reati contro il patrimonio e contro lo Stato. Infine, l’ultimo ordine del giorno richiede chesia definito il conflitto d’interesse. Anche Matteo Zeppa, Rete, propone un sesto Odg del movimento civico, affinché nella prima seduta utile, sia predisposto un dibattito consiliare sullo stato del lavoro.
Nel corso del dibattito, diverse sono le sollecitazioni provenienti dalla minoranza rivolte al segretario di Stato per la Sanità per chiedere chiarimenti sul ritiro del primario di Cardiologia Liano Marinelli e sul trasferimento di alcuni servizi dell’Iss al centro Azzurro. Il segretario Francesco Mussoni risponde spiegando che il primario ha chiesto un’aspettativa per motivi personali. Sul trasferimento dei servizi, Mussoni puntualizza il suo caratteretemporaneo e motiva la scelta della sede alternativa per trasferire i servizi Iss come l’unica possibile “per praticità ed economicità”.
In risposta agli Odg di Rete, interviene Manuel Ciavatta, Pdcs, criticando in particolare quello sul divieto dell’uso dei simboli nazionali nei loghi dei partiti. “Vietare dei simboli è dittatura- replica, difendendo l’icona del suo partito- la Dc in quel simbolo tiene dentro una storia di 68 anni, con cose negative che non nascondo, ma anche positive, portate al Paese da questo partito”. Mentre Iro Belluzzi, segretario di Stato per il Lavoro, rispetto la proposta lanciata dal consigliere Zeppa per un dibattito consiliare sull’occupazione, fa notare che dati precisi si potranno avere solo a marzo, quando l’ufficio statistica presenterà il primo bollettino trimestrale del 2016. “A quel punto il dibattito sarà superfluo- sottolinea- perché il confronto verrà fatto già sulla riforma del mercato del lavoro”.
Concluso il comma Comunicazione, il Consiglio Grande e generale approva l’avvio della procedura di nomina di un giudice d’Appello civile, quindi si prosegue con la presa d’atto dell’arruolamento definitivo di militari nel Nucleo uniformato della Guardia di Rocca e nel Corpo della Gendarmeria. L’Aula affronta quindi una serie di nomine: Rossana Michelotti è nuovo membro del Collegio dei sindaci revisori del Comitato Olimpico nazionale sammarinese, mentre Romina Menicucci sostituisce Carlo Giorgi in rappresentanza della associazioni di categoria nella Consulta per il turismo.
La seduta si conclude al comma 9, con la ratifica all’unanimità della Convenzione di Instanbul, su cui si è aperto un breve dibattito.

Di seguito un estratto degli interventi odierni.

Comma 1. Comunicazioni

Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari esteri:  “Ritengo utile e doveroso riferire a quest’Aula circa l’attività svolta nel 2015 da parte della Segreteria di Stato per gli Affari Esteri e dal Dipartimento Affari Esteri unitamente alla Missione Permanente a Bruxelles in merito al negoziato in corso con il competente Servizio europeo per l’azione esterna nell’ambito della trattativa volta a definire uno o più Accordi di Associazione tra l’Unione europea e la Repubblica di San Marino, il Principato di Andorra e il Principato di Monaco, nonché i relativi Protocolli e Allegati. Nel corso dell’anno solare appena trascorso la trattativa si è incentrata principalmente su due aspetti distinti: da un lato la definizione del quadro istituzionale entro cui si dovranno inserire l’Accordo, i Protocolli nazionali e gli Allegati specifici e, dall’altro, l’illustrazione tecnica delle materie riguardanti la libera circolazione delle merci. Devo premettere che, poco dopo l’inizio ufficiale dei negoziati, la Commissione ha provveduto a sostituire i vertici della Direzione preposta ai negoziati, per una mera questione amministrativa di rotazione interna; questo fatto ha portato ad un inevitabile ritardo rispetto all’originaria tabella di marcia. La nuova Direzione, rispetto alla precedente che aveva iniziato i negoziati, ha adottato un atteggiamento più riflessivo, con riunioni più dilazionate nel tempo e, di conseguenza, abbiamo dovuto rivedere anche il nostro calendario operativo. Per quanto riguarda la definizione del quadro istituzionale, la Commissione in luglio ha trasmesso una bozza di documento, ancora parziale nei contenuti e nella forma, indicando alcuni aspetti da inserire nella discussione e tralasciando altri punti importanti, rispetto ai quali i tre Paesi avrebbero dovuto fornire le proprie ipotesi operative. In ottobre le parti si sono incontrate ed è iniziato il dibattito tecnico, che ha visto San Marino, Andorra e Monaco non perfettamente concordi su taluni aspetti; si è sempre riscontrata una maggiore convergenza con Andorra, mentre divergenza di impostazione e anche di obiettivi è stata spesso riscontrata rispetto alla posizione sostenuta da Monaco. Anche questa situazione oggettiva ha contribuito a rallentare ulteriormente i tempi del negoziato. In quella sessione San Marino, Andorra e Monaco hanno presentato, spiegato e motivato le rispettive osservazioni al documento presentato a luglio, osservazioni che la Commissione si è impegnata a considerare e ad inserire, ove possibile, in un futuro testo di lavoro. Tale testo, che deve essere elaborato dal Servizio Giuridico, non è ancora stato trasmesso dalla Commissione ai tre Paesi. Una prossima seduta negoziale è prevista per la prima settimana di febbraio; auspichiamo che prima di questa data il testo sia inoltrato per essere studiato dai tecnici dalle tre delegazioni e per poter svolgere poi una discussione proficua sui contenuti. Una bozza di calendario trasmessa dalla Commissione il 22 dicembre 2015 prevede un’ulteriore incontro su questa tematica verso la metà di marzo; pensiamo che per quella data la Commissione possa trasmettere ai tre Stati una proposta di Accordo sul quadro istituzionale che dovrà essere valutata a livello nazionale.
Per quanto riguarda invece l’esame di approfondimento delle tematiche inerenti la libera circolazione delle merci, premetto che la scelta di affrontare questa libertà è pervenuta dalla Commissione stessa, reputando che l’approccio a queste tematiche potesse essere più semplice per le delegazioni dei tre Stati. Si sono svolte nel 2015 due tornate negoziali su questo tema, rispettivamente a giugno e dicembre; una terza riunione si svolgerà anch’essa i primi di febbraio. Nel corso dei due incontri già svolti, i vari responsabili tematici e gli esperti dell’Unione europea hanno illustrato nel dettaglio alle delegazioni dei tre Paesi gran parte delle normative (direttive, regolamenti, decisioni, ecc.) che disciplinano la produzione, la commercializzazione, l’importazione e l’esportazione, i controlli e le certificazioni di tutti i beni e i prodotti che formano oggetto di questa libertà fondamentale. Una volta che sarà terminata questa fase di presentazione, è prevedibile che la Commissione voglia discutere bilateralmente con le delegazioni, quindi ogni singola materia Paese per Paese, per verificare la rispondenza delle normative interne all’acquis e le modalità di adattamento e di inserimento dell’acquis stesso nel quadro normativo nazionale. Secondo le indicazioni ufficiose fornite dalla Commissione, l’esame di questa libertà fondamentale dovrebbe esaurirsi entro l’estate 2016; ancora tuttavia non ci è dato conoscere il calendario definitivo degli incontri per i motivi che ho esposto all’inizio del mio intervento, né quale sarà la prossima libertà fondamentale che verrà affrontata.
​Naturalmente a questa fase tecnica si affianca quella più propriamente politica, e qui il mio intervento vuole appunto essere anche programmatico. Nel corso dell’anno appena trascorso si sono intensificati i contatti e i rapporti sia con le Istituzioni europee sia con le Autorità degli Stati membri, oltre a mantenere una stretta collaborazione con i colleghi Ministri degli Affari Esteri di Andorra e di Monaco. Tra l’altro ho incontrato lo scorso ottobre le principali Autorità monegasche nel corso della Visita di Stato che la Reggenza ha effettuato nel Principato, mentre è in cantiere nelle prossime settimane una missione ufficiale ad Andorra per incontrare le Autorità di quel Paese e verificare alcuni aspetti che potrebbero risultare utili anche alle nostre esigenze specifiche, penso ad esempio al tema della eventuale gestione delle dogane, alla riforma delle imposte indirette e, più in generale, a un’azione congiunta in temi di comune interesse, come quelli relativi al mondo bancario e finanziario.
Ho inoltre già dato mandato alla nostra Missione a Bruxelles di verificare con i competenti uffici la possibilità di incontrare a breve il Presidente della Commissione Europea Jean Claude Junker e l’Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri e la Sicurezza Federica Mogherini, per verificare direttamente le prospettive e le incidenze politiche dell’Accordo che stiamo negoziando, soprattutto per avere assicurazioni su quelle che sono le direttive politiche dell’Unione e le indicazioni date ai competenti Servizi della Commissione, affinché vengano tenute nella giusta considerazione le specificità istituzionali, sociali ed economiche della Repubblica di San Marino. Naturalmente non dimentichiamo il sostegno dell’Italia, Paese che ci ha sempre appoggiato in questo cammino e che continua a fornirci supporto e collaborazione; difatti uno degli aspetti che dovremo affrontare anche in quest’Aula attiene alla verifica di tutti gli accordi bilaterali in essere tra San Marino e i Paesi dell’Unione, primo fra tutti per importanza e numero degli accordi l’Italia stessa. Due appositi gruppi di lavoro stanno operando in stretto contatto per arrivare a definire l’elenco di quegli Accordi che potranno essere di fatto superati dal futuro Accordo di Associazione (o addirittura lo sono già), e quali invece sarebbe opportuno mantenere in vigore; valutazioni queste delle quali i Parlamenti dei due Stati saranno poi chiamati a discutere. Molto lavoro è stato effettuato sul piano interno, ma molto altro ci aspetta. La Direzione Affari Europei del Dipartimento Affari Esteri, supportata di volta in volta dal Gruppo Tecnico appositamente istituito e dal Consulente del Governo, prof. Roberto Baratta, ha più volte incontrato e continua a incontrare i rappresentanti delle categorie economiche, sociali e imprenditoriali del Paese, illustrando il cammino intrapreso e fornendo elementi di riflessione e di approfondimento che dovranno essere poi confrontati e discussi, per arrivare a decisioni il più possibile condivise da utilizzare nel corso dei negoziati. Dovrà proseguire l’attività in collaborazione con l’Università sammarinese per cercare di raggiungere l’ambizioso obiettivo di creare un Centro Studi di respiro internazionale, così come ricordato nell’Ordine del Giorno approvato dal Consiglio Grande e Generale nel dicembre 2014; contemporaneamente vogliamo intensificare gli sforzi per arrivare a fornire a tutti i cittadini un’informazione precisa e comprensibile di cosa potrà rappresentare per il Paese il cammino intrapreso per una integrazione nel Mercato unico europeo. Dopo aver riassunto il percorso fatto e gli impegni che a breve ci aspettano, vorrei infine sinteticamente evidenziare lo spirito che ci deve animare. Occorre essere estremamente chiari sugli obiettivi e sulle finalità del percorso che abbiamo intrapreso: è necessario imprimere nuovo slancio alla contrattazione e, per fare questo, dobbiamo mostrare con più determinazione le prospettive che il Paese si attende dall’Accordo di associazione ed evidenziare le criticità rispetto alle quali più difficile sarà per noi il percorso. Occorre predisporsi a un cambiamento di mentalità, abbandonando l’atteggiamento eccessivamente protezionistico a cui spesso si ricorre, per assicurare invece maggiore disponibilità alla reciprocità, a sostegno del percorso di integrazione in atto. L’intento è quello di definire in modo chiaro modalità e tempi del negoziato e, in un rapporto serrato con Andorra e Monaco, avere più forza nel prospettare soluzioni condivise e compatibili con le nostre rispettive realtà. Concludo questo mio breve riferimento riaffermando dunque la necessità che il percorso di negoziazione con l’Ue possa godere della massima condivisione da parte di tutte le componenti della vita politica, economica e sociale del nostro Paese. E’ bene che tutti noi diventiamo consapevoli dell’importanza epocale che l’Accordo di Associazione rivestirà per il nostro Paese: un’importanza determinata non solo dalla rilevanza che ha sul piano internazionale un’organizzazione sovranazionale come l’UE, ma, ed è questa la parte per noi più impegnativa,  perché da quell’Accordo deriverà per San Marino la necessità di ridefinire l’assetto economico del Paese e, con esso, ridefinire i rapporti con gli altri Stati. Per questo motivo è fondamentale essere preparati e ben consci di ciò, a tutti i livelli, ognuno nel proprio campo. La politica dovrà fare la propria parte, cercando di identificare al meglio quali sono le peculiarità nazionali da salvaguardare a tutti i costi e, nello stesso tempo, come trasformare una necessità di maggior integrazione in nuove opportunità; aggiornare cioè e agevolare la legislazione interna per consentire agli operatori e ai cittadini di poter usufruire dei vantaggi che offrirà l’integrazione europea, ma anche ridurre al minimo gli scompensi che inevitabilmente tale integrazione porterà con sé – perché nulla è a costo zero, niente ci verrà regalato – svolgendo quella funzione di guida che istituzionalmente è chiamata a svolgere. Sono certo che l’Aula comprenderà il senso di tutto ciò e non farà mancare il suo appoggio. Da parte della Segreteria di Stato e del Governo l’impegno per favorire tutto questo sarà da subito incentrato sul far sì che la Direzione degli Affari Europei insieme alla Missione di Bruxelles possano coinvolgere in un lavoro permanente il Comitato tecnico e poi, secondo una dinamica a cerchi concentrici, tutti i settori della gestione dello Stato fino a toccare tutti gli aspetti della vita economica e sociale del Paese.
​Venerdì 15 gennaio si è svolto a Bologna un incontro importante con la presidenza della Regione Emilia Romagna, la Giunta e una delegazione del governo sammarinese, l’incontro è stato molto positivo e costruttivo. La Regione ha inserito San Marino in tutti i piani strategici e operativi che sta mettendo in atto. San Marino darà tutto il suo apporto ai tavoli tecnici aperti, c’è disponibilità a tutti i i livelli per cercare l’integrazione e darne comunicazione ai cittadini.
Altro tema che vorrei toccare è il terrorismo internazionale. Il nostro Paese tramite Interpol e i collegamenti con le forze di polizia continua l’opera di monitoraggio e ha continuamente informazioni su tutti i movimenti delle persone sotto attenzione. Si è predisposto infine un corso di formazione per le nostre forze di polizia proprio sul terrorismo internazionale”.


Simone Celli, Ps: “Intendo riferire al Consiglio Grande e Generale che poco prima della seduta mi sono recato presso le loro Eccellenze per formalizzare la decisione di dimettermi dal gruppo consiliare del Partito socialista per assumere il ruolo di consigliere indipendente. Le motivazioni di questa scelta sono ampiamente note, ringrazio i colleghi consiglieri del Ps per la collaborazione avuta in questi anni”.
Roberto Ciavatta, Rete: “Il 17 ottobre Gabriele Gatti è stato arrestato. A 3 mesi da questo evento, che seguiva l’arresto di Claudio Podeschi e Fiorenzo Stolfi, vanno svolte alcune considerazioni. Ci sono date che rimangono nella storia per il semplice fatto che cambiano, volenti o nolenti, le cose. Ad esempio il 28 luglio si festeggia la caduta del fascismo, il 25 marzo l’Arengo. Sono date che, per quanto a volte non percepite immediatamente come discriminanti, segnano un prima e un dopo: il prima sono stati i 30 anni di golpe morbido che ha devastato la Repubblica, in cui le persone peggiori avevano la strada spianata, in cui la politica faceva solo interessi personali dei capibastone, corrompendo, riciclando, facendo clientelismo sfrenato e insomma devastando culturalmente un interno paese. Il dopo è il paese che verrà, quello del risveglio dopo l’incubo in cui in tantissimi si erano assopiti, quello in cui i delinquenti, invece di venir sostenuti e coperti, invece di venir considerati furbi, scaltri, “gente che ha capito come si fa”, vengono considerati dei poveracci, sbeffeggiati, additati come esempio di lerciume, considerati giustamente come zecche, come sanguisughe responsabili dei problemi e dei disagi che nel frattempo sono sorti.
C’è sempre chi accoglie il cambiamento da subito, e c’è chi il cambiamento cerca di frenarlo, o di limitarne la portata, magari pensando di poter semplicemente sostituire il passato con se stesso, non cogliendone la portata storica e considerando che nulla possa cambiare in un sistema oliato di cui è parte integrante. Le resistenze ai cambiamenti partono da qui dentro, dei vertici della politica, dell’amministrazione, delle associazioni di categoria, dell’economia. Vengono da chi in quei trent’anni ha beneficiato del sistema capitanato e rappresentato da Gabriele Gatti.
Le logiche che hanno governato il modo di fare politica nel trentennio sono tutt’altro che relegate alla storia.
Si deve ancora fare i conti con quello che è stato, e quei conti li si potrà fare solo quando quest’aula riuscirà a riconoscere il giusto peso di quanto accaduto il 17 ottobre.Per ora si è minimizzato, si è sorvolato, e la politica continua a destreggiarsi tra nomine di parte nelle banche come in PA, perseverando nella logica della lottizzazione. Continueranno ancora, cari concittadini, cercheranno di difendere l’indifendibile, cercheranno di fingere che nulla sia accaduto, ma perderanno. Perderanno perché il 17 ottobre 2015 non è un incidente di percorso ma una data spartiacque, di quelle che cambia la storia, e chi resiste ai cambiamenti della storia viene semplicemente cancellato dagli eventi, reso superfluo, un residuo che si spegne lentamente. Mancano gli ultimi 3-4 anni, quelli del cambiamento più radicale. Per velocizzare la fine di questa nera e critica fase della nostra storia dobbiamo fare i conti con la storia degli ultimi decenni, condannare energicamente non solo i reati ma anche le prassi del tempo, perché non si può vincere un nemico se non prima riconoscendolo chiaramente. Per questo motivo, dentro un consiglio in cui il governo non c’è più, in cui i Segretari di Stato si ostacolano facendo fuoriuscire nomine segrete per bruciare i colleghi, in cui ogni gruppo rema per creare le condizioni per il suo collocamento del dopo legislatura, quando finalmente si riconoscerà che il paziente è morto, e a nulla serve tentare di rianimarlo… per questo motivo, dicevo, presentiamo alcuni ordini del giorno che riteniamo necessari per riconoscere il passato e porre dei rimedi per lasciarcelo finalmente alle spalle. Probabilmente non verranno nemmeno discussi prima della fine della legislatura, e se verranno discussi non abbiamo dubbi che verranno bocciati. Lo facciamo a memoria di chi verrà. Il primo ordine del giorno propone di istituire la data del 17 ottobre come festa della rinascita, affinché non ci si dimentichi dell’importanza della stessa.

Il secondo ordine del giorno propone di introdurre il divieto di usare, in simboli e loghi di partiti e movimenti sammarinesi, icone, simboli, ritratti del patrimonio culturale comune del paese. Abbiamo purtroppo dovuto constatare come l’immagine del Santo Marino sia stata utilizzata da personaggi senza scrupoli, che se ne sono impossessati, per ingannare tanti concittadini in buona fede.

Il terzo ordine del giorno propone l’istituzione di una commissione che valuti le posizioni dei singoli dirigenti della Pubblica Amministrazione e di tutte le società partecipate dallo Stato, affinché si possa individuare chi nel corso degli anni è stato introdotto in posizioni di rilievo con il solo scopo di garantire l’impunità dei membri dell’associazione a delinquere (come conferma la magistratura proprio nel mandato di arresto di Gatti), facilitare e rendere possibili aggiramenti delle norme, fungere da collettori del voto di scambio.

Il quarto ordine del giorno impegna il governo e l’aula a legiferare urgentemente per introdurre una modifica ai termini di prescrizione per i reati contro il patrimonio e contro lo Stato, affinché il periodo attualmente previsto per le prescrizioni abbia inizio solo dal momento in cui il reato viene scoperto, e non più dal momento in cui il reato è stato commesso. Chi si è volontariamente macchiato di condotte odiose deve pagare i suoi debiti col paese.

Il quinto e ultimo ordine del giorno, richiede che venga finalmente introdotta una definizione chiara di cosa sia il conflitto d’interesse. Assistiamo oggi, infatti, a consiglieri che da una parte sono costituiti parte civile, come membri delle Istituzioni, contro i rinviati a giudizio per i processi in corso, e dall’altra difendono gli stessi imputati, magari attaccando le istituzioni stesse”.
Matteo Zeppa, Rete: “Di recente,  la Direzione distrettuale antimafia di Roma e la Gdf  hanno portato alla luce altri legami tra camorristi e San Marino, l’ennesimo episodio di trame sordide che utilizzano il nostro Paese  come bancomat del riciclaggio. Cià è avvenuto senza che i segretari di Stato abbiano fatto un’analisi degli episodi della storia recente. E’ arcinoto quanto fossero consolidate le amicizie dei consiglieri di un certo Livio Baciocchi, recentemente condannato per l’indagine sulle mazzette nei cantieri. Questo esecutivo nicchia e presta attenzione a queste vicende solo se si trova sui media d’oltre confine. C’è tutta una sequenza di amicizie ramificate che qui sono identificare con la vecchia legislatura, risalente ad appena tre anni fa. Poi c’è il segretario Mularoni che in diretta televisiva si augura che non si raggiungano le firme per il referendum contro la variante di Rovereta. Poi ci sono le parole del segretario Iro Belluzzi che accusa il comitato promotore di essere contro San Marino. Sono disgustato e affranto da quello che esce dalle vostre bocche, per la capacità di esprimere concetti antidemocratici in osceni interventi pubblici. Ogni singolo progetto deve essere spiegato e condiviso non solo in quest’Aula ma con la cittadinanza. Molti di voi, segretar,i vi ritenete superiori  e migliori dei cittadini.  Non so che idea di Paese vi siate fatti, andando incontro a Iro Belluzzi, presentiamo un Ordine del giorno, evidenziando il fatto che tutto quello che riguarda la creazione di posti di lavoro è giunto a una drammatica attualità, ‘Il Consiglio Grande e Generale impegna il congresso di Stato a predisporre, nella prima seduta utile, un dibattito consiliare in cui dovranno emergere dati e indicazioni per la tutela della cultura del lavoro e dei lavoratori’. Sfido quindi Belluzzi a venire a parlare di lavoro nella prima seduta pubblica consiliare, se ne ha capacità”.
Mimma Zavoli, C10: “ Mi chiedo dove vivete. Se vivete in questo Paese vi accorgerete che le aziende dei sammarinesi chiudono e non riescono più a reggere una crisi che dura da 7 anni. Vi sareste accordi che il tessuto commerciale periferico è al collasso e che buona parte dell’impresa sammarinese chiede risposte in termini di progettualità e che il lavoro da fare è a 360 gradi, non spezzettato in comparti, uno per segretario. Quando un progetto non lo si ha, non si può fare altro che seguire l’urgenza senza governarla. I disoccupati sono in crescita, le risposte date, fatte di sgravi e incentivi, sono limitate e non sono efficaci. Vi siete presentati come coalizione delle meraviglie, vi ricordo che non state amministrando un condominio, ma un Paese. Pochi giorni fa la Polizia civile ha registrato una forte carenza di organico. Un’amministrazione normale, dopo prepensionamenti selvaggi e i blocchi delle assunzioni, lo avrebbe previsto e posto un rimedio, ma non è il vostro progetto.  E il corpo della polizia Civile  non è l’unico in questo stato. Serve una dote di cui il governo è carente, il coraggio di fare scelte. Il segretario Mussoni riesce sempre a dare colpa dei suoi disastri ad altri, ma ricordo che lui ha perso due referendum, ha avuto una mozione di sfiducia e si è dovuto rimangiare l’articolo 48 sulle indennità. Fossi in lui mi farei un esame di coscienza. Siete un governo dissociato che non sa leggere le urgenze e i bisogni del Paese, litigioso, che non trova una sintesi con la sua maggioranza, ci porterete sempre più in basso”.
Nicola Selva, Upr: “Sul lavoro, concordo con chi dice che per crearlo non bastano incentivi e sgravi fiscali. Bisogna riportare le aziende a vendere in Italia e serve, fare accordi. Sanità: preoccupa la decisione del professore Marinelli dell’Iss di andare in aspettativa. La fuga di medici ci preoccupa e sta provocando tensioni, chiediamo cosa sta succedendo in questo ambito. Sembra che qualcosa non funzioni più come dovrebbe. Sarebbe poi opportuno conoscere come e perché sono stati trasferiti dei locali dove si svolgono attività dell’Iss e a questo proposito abbiamo presentato interpellanza. Quindi la sicurezza: nonostante il lavoro quotidiano dei nostri agenti, devono avere aiuti, rinforzi e mezzi, non solo risorse umane ma anche economiche, per svolgere in maggiore sicurezza il proprio compito”.
Tony Margiotta, Su: “La percentuale dei disoccupati resta troppo alta nel Paese, le aziende non riescono a creare ricchezza e non ci sono gli impulsi necessari per aprire nuove aziende, non si riesce a invitare imprenditori dall’estero. Siamo contenti che l’Outlet di Serravalle abbia potuto aprire, ci auguriamo possa attirare visitatori da oltre confine e che crei indotto, ma non è questa la soluzione. Qualcuno prima di me ha parlato di accordi, la soluzione è anche il coinvolgimento di tutte le forze e degli attori, è questo l’atteggiamento che auspico per il nuovo anno nei confronti dell’opposizione. E’ con la condivisione che si possono raggiungere obiettivi. Altro settore in cui devono esserci interventi chiari e immediati è quello dell’Iss e dell’ospedale. Sono preoccupato come consigliere della Repubblica, e lo è l’intera comunità, per la nostra istituzione che garantisce lo stato sociale e la possibilità di avere eccellenze in ambito medico e di prevenzione per la nostra salute”.
Elena Tonnini, Rete: Sulle dimissioni di Marinelli e sullo stato dell’Iss sarebbe opportuno ricercare delle rassicurazioni da parte del segretario di Stato. Anche sulla comunicazione del trasferimento di alcune  attività all’Azzurro. Nonostante il prezzo conveniente dell’affitto, la questione è da tenere in considerazione a causa di intrecci societari e soci occulti. Nella Sogesam, società con cui il direttore Caruso stipulerebbe un contratto a nome dell’Iss, pare che ci siano soci occulti noti e già sotto indagine giudiziaria. Poi Titan Strade, anch’essa con proprietà dentro l’Azzurro. Questi affitti si inseriscono nella difficoltà nei pagamenti di utenze da parte della società che gestisce Azzurro, di cui è testimonianza la risposta avuta dalle nostre interpellanze, in cui si parla di debiti per una cifra superiore al milione di euro. Noi non saremmo contrari allo spostamento, se l’Iss non offre altre soluzioni al trasferimento dei servizi, a patto che lo Stato non rinunci al debito della società che gestisce l’Azzurro, facendo leva magari attraverso pignoramenti. Auspichiamo un riferimento da parte del segretario di Stato sull’allontanamento di Marinelli e se dobbiamo aspettarci nuove prese di posizione, se ci siano indicazioni per affrontare questa situazione e sul trasferimento dei servizi pubblici nel centro commerciale riteniamo sia necessaria la massima chiarezza”.
Iro Belluzzi, segretario di Stato per il Lavoro: “Il consigliere Zeppa a volte ricorda Faletti in ‘Drive In’, quando si trasformava nel personaggio del frate che si ribaltava dallo sdegno. Vengo accusato per aver sostenuto in una conferenza stampa l’eliminazione di un certo modo di far politica legato solo alla distruzione. Vorrei davvero che la politica svolgesse il confronto nella condivisione e non facendo azione di mero interesse di parte, mettendo a rischio progetti di grande importanza e valenza di prospettiva e crescita e riconsegna di un posto di lavoro. Quei settanta milioni di investimento speriamo vadano a dare respiro a tutto quel comparto che ha sofferto maggiormente, ovvero il comparto dell’edilizia. Certo il referendum è un elemento fondamentale per dare voce alla cittadinanza, ma spesso è utilizzato come strumento “contro” per misurare la tenuta del governo, fregandosene su dove si va ad agire. Non avrei problemi ad accogliere l’Odg presentato da Zeppa, per un dibattito sull’occupazione. Vorrei però svolgerlo nel momento in cui si ha contezza su quanto accaduto nel 2015. Il bollettino di statistica presenta i suoi dati trimestralmente, da marzo in poi, ma a quel punto sarà superfluo perché il confronto verrà fatto già sulla riforma del mercato del lavoro. Non mancherò a fornire dati alla stampa o a fare il punto sul 2015 e su quanto avviene nel 2016.
Non è Zavoli che siamo scollegati alla realtà, forse siamo molto più collegati al Paese e sappiamo cosa è necessario attuare per dare garanzie di sostenibilità. Certe dichiarazioni date con una veemenza tipica da diretta radio vanno respinte”.
Francesco Mussoni, Segretario di Stato per la Sanità: “Sul dottor Marinelli, è una figura che ho ringraziato quando mi ha detto di voler richiedere un’aspettativa per motivi personali, e lì si è fermato. Questo è quanto accaduto. Succede, fra datore di lavoro e pubblico dipendente. Rispetto all’Azzurro, ho sentito parole che mi hanno fatto anche piacere. E’ un trasferimento temporaneo, per praticità ed economicità della scelta. Lì ci sono funzionalità e parcheggi. Era l’unica soluzione possibile. Il grezzo dell’ospedale necessita di un intervento più strutturale di quanto si possa pensare. Il debito delle utenze sono partite che vanno chiuse. Ci sono accordi in essere con l’Azienda dei servizi. Non è mia competenza comunicare questo tipo di accordo. Chiedo di evitare che alla cittadinanza, sui servizi sanitari, si trasmetta una tensione e una paura che fa male in generale all’Iss, che è patrimonio di tutti i cittadini”.
Andrea Zafferani, Civico 10: “Sui media è stata evidenziata una difficoltà del centro sanitario di città per la mancata sostituzione di un medico. C’è difficoltà a gestire i pazienti. La spending review mostra difficoltà rispetto alla garanzia dei servizi minimi alla cittadinanza. Rispetto alle mancate sostituzioni nel Servizio Antincendio della Polizia Civile, il governo ha fatto scena muta in questo comma comunicazioni. Ciò non fa ben sperare. Vorrei dei chiarimenti. Riguardo all’Iss, Mussoni minimizza certe questioni dicendo che non ci sono contraccolpi per i servizi. Lui e la direzione dell’Iss non hanno citato come elemento causante le problematiche la questione della libera professione. Ma lo hanno fatto altri Segretari di Stato. Un commento sulla conferenza stampa del governo di fine anno. Sono andato a vedere i report dei servizi dei 2 anni precedenti e ho trovato le stesse parole. Nel passato, anzi, ho notato qualche riferimento specifico in più. Quest’anno il governo ha fatto lo stesso esercizio di magnificenza che fa tutti gli anni, dicendo che l’anno futuro è quello della svolta. Questo Congresso di Stato è a fine corsa. I dati mostrano che la disoccupazione cresce. Il dramma è quello di un governo che pensa di essere unico e insostituibile, depositario delle uniche ricette che possono rilanciare il Paese. Ma non fa niente”.
Manuel Ciavatta, Pdcs: “Dopo gli ordini del giorno consegnati è necessaria qualche considerazione. Alcuni sono assurdi. La questione del simbolo non tocca solo la Dc, ma anche Ap. Poi la festa della rinascita. Un simbolo è un valore, tocca la tradizione del nostro Paese e porta in sé una carica di storia e valori molto importante. Non ho mai visto consiglieri di Rete partecipare in Pieve alla cerimonia della Reggenza. Vietare dei simboli è dittatura. La libertà di esprimersi è fondamentale per tutti. Non è negando, ma confrontandosi senza paura, che le cose si cambiano. La Dc in quel simbolo tiene dentro una storia di 68 anni, con cose negative che non nascondo, ma anche positive, portate al Paese da questo partito. Ciò non si può negare. C’è chi ha sbagliato, chi ha tradito, e chi si sente tradito. Negare e nascondere è dittatura. Voi portate disgregazione mettendo gli uni contro gli altri”.
Grazia Zafferani, Rete: “Apro una parentesi, dico a Ciavatta che dovrebbe essere la Chiesa a impedire che vengano strumentalizzati i Santi. La chiesa è apartitica. Lei rappresenta un partito. La gente a casa avrà capito il valore delle sue parole in questo momento. Mi rivolgo ai consiglieri di maggioranza e ad alcuni di opposizione. Si può essere contro la mafia e la violenza sulle donne, il terrorismo, la fame nel mondo, usando la parola ‘contro’. Ma la contrarietà deriva da un rifiuto da modi che non sono in linea con il proprio modo di vivere. In questi anni la contrarietà di un modo di agire espressa dal mio movimento è stata strumentalizzata da chi non accetta critiche, nonostante dimissioni per rinvii a giudizio. Il governo non accetta la contrarierà espressa dal mio movimento e altri esponenti di opposizione. Scusate se la disoccupazione è aumentata. Scusate se organi come il Greco segnalano che un conto è fare leggi contro la corruzione, altro è applicarle. Belluzzi, noi un’idea Paese ce l’abbiamo. Grazie”.
Comma 9. Ratifica, ai sensi dell’art.1, ultimo comma, della Legge n.13/1979 così come modificato dall’art.1 della Legge n.100/2012, della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica fatta a Istanbul l’11 maggio 2011/ratificata all’unanimità.
Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari esteri:  “La convenzione è stata firmata il 30 aprile 2014 da San Marino. Il 16 dicembre 2015 la commissione consiliare ne ha preso atto. Il 25 novembre la Reggenza ha fatto un’udienza nella quale è stato possibile celebrare la Giornata della violenza contro le donne. Abbiamo approfondito le tematiche connesse con la convenzione. Deve essere motivo di soddisfazione per tutto il Consiglio procedere a questa ratifica”.
Mariella Mularoni, Pdcs: “A nome del Pdcs esprimo soddisfazione per la ratifica. E’ un atto importantissimo. Il Consiglio si impegna a misure concrete per contrastare la violenza contro le donne. Attendiamo che la legge di attuazione della convenzione arrivi alla fine del suo iter in tempi brevi. Oltre alla legislazione dovrà avvenire un cambiamento vero sulla manualità, una svolta che parta dal tessuto sociale e politico, dalla scuola. La rivoluzione deve essere culturale e partire dai giovani”.
Enrico Carattoni, Psd: “Esprimo il sostegno e la soddisfazione del mio gruppo consigliare a favore della ratifica di questa convenzione. Era ora. San Marino deve dimostrare quanto è importante essere in prima linea in queste battaglie che danno il senso di civiltà di una nazione”.
Maria Luisa Berti, Noi Sammarinesi: “Finalmente ci apprestiamo a ratificare il testo, ci saranno adempimenti legislativi conseguenti, esprimiamo favore e soddisfazione”.
Gerardo Giovagnoli, Psd: “Non è il termine di un percorso, ma l’inizio di una nuova sfida in cui dobbiamo mostrare a noi e all’organismo a cui presentiamo la ratifica che siamo in grado di osservare quanto scritto. Questo è un passo nella direzione giusta”.
Mimma Zavoli, Civico 10: “E’ un passaggio molto importante, averlo fatto seppur con un po’ di ritardo deve segnalare che questo gruppo decidente è stato in grado di trovare una sintesi su una tematica di una rilevanza estremamente forte. E’ importante che ai concetti espressi si affianchino delle attività. Le forze dell’ordine necessitano di strumenti, oltre che di personale che possa agire in questo contesto. I dati dell’Authority parlano chiaro, non siamo esenti da grandi problematiche alle quali spesso partecipano anche i minori”.
Francesca Michelotti, Su: “Arriviamo un po’ in ritardo alla ratifica. La firma San Marino l’ha apposta il 30 aprile del 2014. Ci sono stati circa due anni di attesa. L’appuntamento è comunque importante, è storico per noi. Finalmente le caratteristiche, le prescrizioni di questa norma entrano nel nostro apparato giuridico. Adesso non ci possiamo nascondere dietro nulla. Il fenomeno è sempre stato soffocato, un po’ dalla vergogna e da un malinteso senso dell’unità familiare. Il problema sarà quello delle risorse, come sempre. Dobbiamo essere capaci di dare una risposta economica per sostenere questa battaglia”.
Valeria Ciavatta, Ap: “Questo cammino che oggi porta alla ratifica è iniziato nel Paese dal 2007, da 9 anni, quando il governo di allora prese consapevolezza della necessità di adeguare il nostro ordinamento ad un argomento alla ribalta a livello internazionale, mentre noi eravamo piuttosto indietro. Abbiamo fatto passi significativi su questo terreno da diversi anni avendo introdotto norme e organismi a presidio di un tema che ha levato le coscienze dei sammarinesi. C’è stato un impegno culturale e di azione molto importante. Servono le buone intenzioni, ma sopratutto le buone pratiche. E’ stata fatta formazione a vari livelli, le forze dell’ordine hanno fatto formazione dai primi momenti in cui si sono stabiliti organi a tutela delle donne e dei familiari, sia nella violenza contro le donne che quella domestica. Visto che ratifichiamo la convenzione, vorrei fare un discorso più pratico su quanto scritto nella relazione, in cui si dice che ci sono lacune nell’ordinamento che vanno colmate. Sarebbe stato opportuno per il Consiglio Grande e Generale sapere quali sono gli ambiti in cui dobbiamo ancora intervenire. Altra osservazione: noi con la riforma Pa nel Dipartimento Affari esteri abbiamo istituito un punto di riferimento per la verifica di conformità degli strumenti internazionali, qui si cita l’avvocatura dello Stato, ma credo il compito spetti agli Esteri. Ovviamente noi anche a nome di Ap voteremo a favore”.
Milena Gasperoni, Psd: “Voglio associarmi alla soddisfazione espressa dai consiglieri prima di me. Vorrei fare però anche un passo avanti. Il tema della violenza delle donne e di genere è un tema su cui non bisogna abbassare la guardia. La convenzione Instanbul è primo trattato internazionale che riconosce violenza contro le donne come violazione diritti umani, noi qui non ci apprestiamo solo a ratificarla, me lo auguro. Ci impegniamo con la ratifica a rendere effettivi i disposti previsti dalla convenzione. In parte sono stati già recepiti, qualche altro passaggio dovrà essere fatto. Il nostro Partito ha fatto proposte: dotare la Commissione pari opportunità di una piena autonomia operativa e finanziaria, di una sede, e del supporto amministrativo da parte del dipartimento di Giustizia. Mi risulta poi che dal primo gennaio il centro per l’ascolto non possa più usufruire della convenzione con la psicologa e mi auguro sia al più presto ripristinato questo servizio. Preme che questa convenzione sia effettiva con la dotazione di tutti gli strumenti necessari affinché questo lavoro non finisca con la ratifica di oggi”.
Pasquale Valentini, segretario di Stato, replica: “La ratifica della convenzione non arriva come un fulmine a ciel sereno ma a seguito di un percorso avviato con la legge del 2008 che ha introdotto le normative in materia. La Convenzione è stata adottata nel 2011, tre anni dopo, quindi quando si parla di ritardo, non so a cosa ci si riferisca. Il consigliere Ciavatta ha ricordato che nella relazione si dice che il primo vaglio è stato fatto dall’Avvocatura dello Stato. Ma la presentazione di un progetto di legge che introduce nella nostra normativa quello che manca è stato fatto dalla Direzione Affari giuridici del Dipartimento Affari esteri. L’Authority ha fatto un lavoro importantissimo, una maggior autonomia operativa  e maggiori risorse gli vanno attribuite perché possa svolgere tutti i compiti che la legge gli affida”.

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