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Si scioglie Sel, arriva Sinistra Italiana. Smeriglio: “Resti l’ambizione di cambiare”

"Farò una battaglia, con le mie forze limitate, per fare in modo che mantenga lucido l’obiettivo di cambiare la società"

Pubblicato:17-12-2016 12:53
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:26

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ROMA – Oggi si scioglie Sel, finisce l’esperienza politica nata dalle ceneri di Rifondazione comunista, sotto la spinta di Nichi Vendola, e si riapre il cantiere a sinistra del Pd. Nel percorso che dovrebbe concludersi con la consacrazione definitiva di Sinistra italiana non sono però escluse sorprese. In campo ci sono due impostazioni diverse: da una parte c’è chi vuole praticare e conservare l’autonomia, come Nicola Fratoianni e Stefano Fassina, e dall’altra c’è chi è pronto al confronto su temi concreti pur di dar vita ad una nuova stagione del centrosinistra di governo.

Tra questi c’è Massimiliano Smeriglio, vicepresidente della Regione Lazio e protagonista, insieme al governatore Nicola Zingaretti, di un’esperienza di governo dove Pd e Sel parlano la stessa lingua. Insieme all’agenzia DIRE, Smeriglio ha ripercorso l’esperienza di Sinistra, Ecologia e Libertà: “Uno dei nostri slogan preferiti è stato ‘Riaprire la partita non il partito’, cioè riaprire una prospettiva. Sel pure con numeri quasi mai esaltanti, ha dato vita ad una stagione in cui in qualche modo ha segnato l’agenda del cambiamento del centrosinistra. Penso alla stagione dei sindaci arancioni, al referendum sull’acqua e da ultimo la coalizione ‘Italia bene comune’ che ha portato candidato premier Pierluigi Bersani”.


“Dal 2013 ad oggi- aggiunge sono cambiate molte cose, e quindi è stato normale circa un anno fa, insieme ad altre personalità, provare ad aprire il cantiere un po’ più ampio di Sinistra italiana. Da sempre Sel si è messa a disposizione di progetti non di piccolo cabotaggio, perché ha l’ambizione di praticare l’alternativa di governo nel Paese”.

Ma il progetto in cui Sel è confluita, quello di Sinistra italiana, secondo Massimiliano Smeriglio, vicepresidente della Regione Lazio, fino ad oggi è stato “insufficiente” e “non all’altezza del compito e delle ambizioni. C’è una sorta di riflesso incondizionato che porta la sinistra radicale, siccome il campo della politica, del negoziato, del giorno per giorno, rappresenta una fatica bestiale, a rischiare di posizionarsi su un profilo identitario, che si chiude nel perimetro del ‘Sono tutti uguali, destra e 5 stelle’. Inevitabilmente una proposta così piccola ed estremista rischia di non interessare nessuno”.

A sinistra- aggiunge- farò una battaglia, con le mie forze limitate, per fare in modo che mantenga lucido l’obiettivo di cambiare la società. Se rinunciamo perché è difficile e ci facciamo bastare le messe cantate, i riti autoreferenziali con una manifestazione al mese, si compatteranno i già convinti, che sono pochi, mentre il resto del Paese si allontanerà da questa proposta politica”.

Con questo scopo Smeriglio ha organizzato per domani a Roma, alla Casa dell’architettura, l’incontro ‘Ossigeno per costruire l’alternativa’. Non una kermesse in cerca di un leader carismatico a cui aggrapparsi, ma un confronto per aggiornare il dizionario della sinistra che arrivi al proprio blocco sociale di riferimento. A prescindere anche dai possibili nomi degli interlocutori nella coalizione di centrosinistra: “Il dibattito politico italiano è fortemente influenzato, quasi malato, da questa ossessiva ricerca di nomi, senza storia e senza biografia. Il dibattito diventa se ci sono Verdini o Alfano. Ma questo, e il risultato del referendum lo dimostra, interessa drammaticamente solo gli addetti ai lavori. Non arriva più nessuno. Bisogna recuperare credibilità e attrattività rispetto a quell’81% di ragazzi tra i 18 e i 35 anni che ha votato ‘No’ al referendum non solo per sincera fede costituzionale ma in gran parte perché ha rifiutato le politiche del governo Renzi. Quindi la ‘Buona scuola’, il Job act e la vicenda dei voucher hanno costruito una faglia gigantesca tra le forze democratiche e progressiste e un blocco sociale fatto di milioni di persone nel Paese. A noi interessa riavvicinare questa faglia. I milioni di ragazzi che hanno rifiutato le politiche del governo Renzi sono poco interessati al fatto che al governo ci siano Alfano o Verdini ma sono più interessati a sapere cosa fa quel governo. Noi vogliamo ripartire dal cosa si fa. E qui portiamo l’esperienza positiva delle nuove politiche pubbliche, di redistribuzione, di rilancio del welfare che stiamo realizzando, pur con tutti i limiti, nella Regione Lazio”.

L’agenda politica, rimarca Massimiliano Smeriglio, vicepresidente della Regione Lazio, deve restare la stella polare di cerca di dare nuova linfa alla sinistra: “Dobbiamo imporci un autodisciplina a sinistra e fare un salto di qualità: non dobbiamo più personalizzare. Siamo stati più di vent’anni dietro all’anti-berlusconismo d’accatto che non ha prodotto niente nel Paese. Il problema non sono mai le persone ma le politiche. Quello che si fa. Il problema con il governo Renzi o Gentiloni è tutto qui. Se domani qualcuno dice ‘Vogliamo sperimentare il reddito minimo garantito, vogliamo abolire l’infamia dei voucher, vogliamo rimettere in discussione la Buona scuola’, io sarei pronto a discutere anche con il diavolo. Non è il problema del chi, ma del cosa fai per il tuo Paese. Viceversa non mi convince l’idea di fare le messe cantate sulla Sinistra e poi fare politiche di destra, perché l’originale vale sempre di più della fotocopia”.

di Emanuele Nuccitelli

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