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A Napoli la marcia degli esclusi, studenti sfilano con i migranti. E chiedono giustizia per Bobb

I ragazzi alzano cori contro il ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli, contro Matteo Renzi ed in generale contro la misura dell'alternanza scuola lavoro

Pubblicato:17-11-2017 13:30
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:54

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NAPOLI  – “Noi non siamo la Buona scuola”. A ripetere lo slogan centinaia di studenti delle scuole superiori di Napoli e non solo che stamane hanno invaso il piazzale del centro commerciale della stazione della metropolitana a piazza Garibaldi. I ragazzi alzano cori contro il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli, contro Matteo Renzi ed in generale contro la misura dell’alternanza scuola lavoro. Intanto, in piazza Garibaldi si sono radunati associazioni del terzo settore, ragazzi dei centri sociali e migranti per la Marcia degli esclusi. A sovranintendere al raduno forze dell’ordine e polizia municipale.

“GIUSTIZIA PER BOBB”

Chiedono giustizia per Bobb Alagiee, il diciottenne del Gambia ferito venerdì scorso alla bocca a Gricignano d’Aversa con un colpo d’arma da fuoco esploso da uno dei soci della Cooperativa che lo accoglieva, Carmine Della Gatta. Il ragazzo è ancora in prognosi riservata all’ospedale Cardarelli di Napoli. A fare appello alle prefetture di Napoli e Caserta i manifestanti che sfilano lungo corso Umberto per la Marcia degli esclusi, corteo animato da studenti, ragazzi dei centri sociali, associazioni e migranti.


Animano la parte centrale della Marcia degli esclusi a ritmo di tamburi al grido di “Libertà, libertà” i tanti immigranti residenti a Napoli che hanno aderito alla manifestazione. Molti di loro vivono e lavorano, in modo stabile o saltuario, proprio nella zona che va dalla stazione centrale al centro storico e sono ‘noti’ a negozianti e residenti che li salutano con simpatia mentre sfilano.


“Sono italiano, sono napoletano e se non guadagnassi 2 euro al giorno non sarei qui. Non sono africano, sono napoletano smettete di trattarci male”, grida un migrante al megafono. A prendere la parola anche gli studenti medi che contestano il meccanismo dell’alternanza scuola lavoro. “È questa – sostengono – un’altra forma di sfruttamento“.

 

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