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Dal cantiere Crealis spunta un altro pezzo di Bononia/FOTO

Gli scavi del Crealis hanno fato emergere tre sepolture e anche i resti di una strada sterrata

Pubblicato:17-11-2016 17:40
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:19

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scavi_bologna_crealis_BOLOGNA – Il sottosuolo di Bologna continua a regalare piccoli grandi tesori, che aggiungono nuove tessere al puzzle della lunga e complessa storia della città. A restituire un nuovo frammento dell’antica Bononia sono ancora una volta i cantieri del Crealis: in piazza di Porta San Donato, dove si sta realizzando la sottostazione elettrica di via Irnerio, gli archeologi di Phoenix, coordinati dalla Soprintendenza archeologica, hanno riportato alla luce tre sepolture (solo due in buone condizioni) databili alla seconda metà del I secolo dopo Cristo con il loro corredo funerario ed evidenziato la presenza di una strada sterrata, riconoscibile per i solchi delle ruote lasciati dal passaggio dei carri, che fa pensare alla presenza, negli strati sottostanti di terreno, di una strada più antica e più strutturata con selciato in pietre che probabilmente correva fino al cuore della città romana. Negli strati superiori, invece, erano presenti le tracce di un abitato di epoca medievale, con buche per i pali, focolari, canali per mantenere drenata l’area e buche di scarico. Ultimate le operazioni per riportare alla luce le tombe, gli archeologi, che lavorano in tratto contatto con i tecnici di Tper, si metteranno al lavoro per fare ulteriori approfondimenti e far emergere i resti della strada di epoca repubblicana. Intanto, osservando quello che è stato fin qui ritrovato a quattro metri di profondità sotto la superficie stradale, ci si può fare un’idea su cosa si trovava in quell’area della città due millenni fa.

anfora_reperti_bolognaSi trattava, spiega la responsabile della Soprintendenza, Renata Curina, di una zona rurale, lontana dal centro dell’abitato, con sepolture prediali, quindi, non veri e propri cimiteri come quelli che si trovano lungo le principali direttrici in uscita dalla città, ma un piccolo sepolcreto ad incinerazione (i defunti venivano cremati sul posto) legato ad edifici di campagna e alle famiglie che li abitavano. Nelle tombe sono state trovate delle ollette, piccoli vasi dalle pareti sottili, una lucerna. Una delle due tombe conserva, oltre a due anfore spezzate e utilizzate per versare all’interno della tomba delle libagioni rituali, anche la base di un piccolo monumento funerario, una stele o un’ara. Entro la fine dell’anno i lavori di scavo dovrebbero essere ultimati e il cantiere riprendere la sua normale attività. “Non mettiamo alcuna fretta al lavoro degli archeologi- assicura il direttore dei lavori per Tper, Fabio Monzali- la prima cosa per noi sono il rispetto delle regole e dei soggetti che hanno delle responsabilità istituzionali”. Monzali, del resto, già sogna che si possa realizzare una mostra con i reperti ritrovati nelle varie fasi del cantiere del Crealis, compresi quelli emersi dalla scavo di piazza di Porta San Donato, che, una volta lavati e restaurati, saranno pronti per essere esposti. “Lo prevede il protocollo d’intesa sottoscritto con la Soprintendenza nel 2001, un documento che ha anticipato di molto le norme nazionali”, rivendica l’ingegniere di Tper.

di Vania Vorcelli, giornalista professionista


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