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Agneni (Omceo Roma): “Per le malattie croniche bene l’omeopatia”

"L'Omeopatia cura milioni di loro in maniera continuativa, in maniera occasionale o affiancandosi alle terapie convenzionali"

Pubblicato:17-10-2016 11:39
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:11

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influenza_raffreddoreROMA – Primi freddi, primi malanni: con l’arrivo dell’autunno tornano a riacutizzarsi le malattie croniche che colpiscono gli italiani.

“L’Omeopatia cura milioni di loro in maniera continuativa, in maniera occasionale o affiancandosi alle terapie convenzionali, offrendo perciò un buon servizio alla popolazione”, spiega la dottoressa Maria Luisa Agneni, coordinatrice della commissione Medicine non convenzionali dell’Omceo di Roma.

A dimostrazione di ciò, “cominciano ad essere numerosi i pazienti che scelgono la medicina Omeopatica come prevenzione, anche se restano preponderanti quelli che la intendono come curativa”.


Alla base della scelta, diverse motivazioni: “La delusione di non guarire con la medicina convenzionale, l’insorgenza di effetti collaterali con le cure che devono essere abbandonate, le allergie ai farmaci anche salvavita”.

Agneni ricorda che “l’Omeopatia produce salute, cultura, maggiore consapevolezza delle proprie potenzialità di guarigione, educazione agli stili di vita più sani. Così come emerso durante il Simposio sulle Medicine non convenzionali che si è svolto al Senato il 29 settembre scorso, dove si sono riuniti esperti di queste discipline sotto l’egida del senatore Maurizio Romani, vicepresidente della commissione Sanità e della onlus Medicina centrata sulla persona, presieduta dal dottor Paolo Roberti di Sarsina”.

Le Medicine non convenzionali suggeriscono varie strategie, spiega ancora Agneni, e “devono essere applicate nella gestione della salute pubblica allo scopo di migliorare la qualità della vita, limitare per quanto possibile l’uso di farmaci ribadendo la necessità di appropriatezza prescrittiva, e ridurre i costi diretti, indiretti e sociali, per il Servizio sanitario nazionale”. Uno degli obiettivi “è favorire un cambiamento nelle politiche sanitarie: un’etica medica moderna, basata su una rinnovata capacità di ascolto centrata sulle esigenze del paziente. Questo implica che all’attenzione per gli aspetti più “microscopici” dell’organismo, debba essere aggiunta anche l’attenzione all’ambiente naturale e sociale in cui l’uomo vive, si ammala e guarisce”. Ecco perché, conclude Agneni, nel passato “solo il 50% dei pazienti aveva in cura omeopatica qualche familiare, mentre oggi c’è un evidente coinvolgimento di interi gruppi familiari. Sicuramente è sensibilmente cresciuto il numero dei pazienti consapevoli dell’importanza di un’alimentazione sana al fine di un buon risultato della terapia”.

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