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Rifiuti, “Mazzata sugli ascolani”. E Castelli sprona i pm

Previsto l'utilizzo delle discariche di Torre San Patrizio e Corinaldo, con aumento del costo per i cittadini. E spunta che la Geta non era in regola

Pubblicato:17-10-2016 09:10
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:11

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castelli_ascoliASCOLI PICENO – La scorsa settimana il presidente della provincia di Ascoli Piceno Paolo D’Erasmo ha convocato i sindaci per comunicare una decisione che ha sorpreso tutti: stop al conferimento dei rifiuti in via di emergenza alla discarica Geta a Alto Bretta e utilizzo delle discariche di Torre San Patrizio e Corinaldo.

“Tutto ciò con pesantissimo aggravio di costi per tutti i contribuenti Tari della provincia- commenta il sindaco ascolano Guido Castelli– abbiamo contestato duramente, nel corso dell’assemblea, questa ennesima mazzata inflitta agli ascolani da una provincia che attraverso Paolo D’Erasmo ha sempre praticato una politica di ostilità preconcetta contro Ascoli e la discarica pubblica di Relluce. Anzi, per essere più precisi, contro Ascoli, contro la discarica pubblica di Relluce e a favore della discarica privata della Geta”.

E in più “solo ora- aggiunge Castelli- scopriamo che la Provincia di Ascoli il 10 ottobre, cioè il giorno prima dell’assemblea, si era vista costretta a sospendere le autorizzazioni alla Geta a causa dell’accertata falsità delle polizze fideiussorie prodotte dal privato a garanzia dei propri obblighi di salvaguardia ambientale”. E il fatto che si apra una situazione in cui ci sarebbero documenti falsi relativi alla gestione di rifiuti, e per milioni di euro, è “una circostanza di una gravità senza precedenti- aggiunge Castelli- sono sconcertato, ancora più sconcertato per il fatto che D’Erasmo sapeva e durante l’assemblea di martedì ha deliberatamente taciuto ai sindaci un fatto così grave. Occorre che la magistratura accerti cosa sta accadendo alla Geta e in Provincia”.


E, insiste il sindaco di Ascoli, “ancora di più occorre che D’Erasmo spieghi apertamente e senza reticenze le ragioni del suo silenzio”. Il Comune di Ascoli Piceno, in ogni caso, “agirà immediatamente per tutelare i propri cittadini e la verità”.

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