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Scoprendo Aquinum, quando la musica incontra l’archeologia

Gli scavi in Ciociaria celebrati da un disco live degli Mbl

Pubblicato:17-09-2018 13:46
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:34

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 ROMA – Maestoso, ampio, affascinante. Quello che alle porte di Castrocielo, in provincia di Frosinone, sta venendo alla luce è un qualcosa di imponente. Aquinum è una scoperta continua, un fiorire e rifiorire di reperti, di resti della colonia romana, che danno l’anno l’idea di quanto sia nascosto in Ciociaria sotto i territori attuali di Roccasecca, Colle San Magno, Castrocielo, Piedimonte San Germano, Villa Santa Lucia, Pontecorvo e parte di Esperia, oltreché la moderna Aquino.

“Mi sono innamorato di Aquinum”, confessa, affascinato, all’agenzia Dire Giuseppe Ceraudo, professore dell’università del Salento che da 10 anni ha la responsabilità degli scavi dell’area alternando studenti da tutta Italia e non solo. In occasione della fine di ogni campagna di scavi, proprio ad Aquinum vengono organizzati eventi culturali che richiamano da queste parti sempre più turisti e non solo del posto. Lo scorso anno è toccato alla musica, quella popolare, quella, invece sì, del posto.

Da un incontro tra Ceraudo e Benedetto Vecchio, musicista ma pure studioso di storia locale e folklore è nato il progetto ‘Live in Aquinum’, un album che racconta di “un concerto per Aquinum” che gli Mbl, i Musicisti del Basso Lazio, hanno tenuto proprio all’interno degli scavi nel luglio del 2017.


“Il progetto nasce da un incontro con il professor Ceraudo, che è il titolare degli scavi di Aquinum- racconta Benedetto Vecchio all’agenzia Dire- Ha avuto l’idea di farmi fare questo concerto e di registrarlo per promuovere il sito archeologico”. Tredici tracce, molti inediti, ma pure brani che hanno fatto la storia del gruppo, da ‘Come na rosa’ a ‘Balla Cu Me’, da ‘Pizzica Brigante’ a ‘Tarantella Ribelle’: circa un’ora di musica coinvolgente, a modo suo piena di storia grazie anche all’utilizzo di strumenti che oggi è quasi impossibile ritrovare.

“Con questa mia orchestra abbiamo curato molto il suono, che si rifà ad un periodo antico, con la zampogna che fa da traino”, spiega ancora Vecchio. Oltre alla zampogna, infatti, si possono sentire anche i suoni della ciaramella e della ciaramolla e delle tammorre.

“L’abbiamo registrato con uno studio mobile- ha spiegato ancora Vecchio- e l’operazione, dopo un anno di lavoro, è andata a buon fine. Abbiamo fatto un ottimo lavoro, il disco suona bene”. Quello che ne è venuto fuori è stato “mettere insieme descrivere il territorio con la musica, abbiamo fatto un vestito ad ogni canzone. Ho sposato subito il progetto”.

Come nasce ‘Live in Aquinum’?

“Da un incontro casuale ad una conferenza- ha raccontato invece Ceraudo- Abbiamo pensato di fare qualcosa nell’area archeologica, sono 10 anni che scaviamo, è diventata una realtà importante. L’idea è nata in quel momento, siamo così partiti per l’organizzazione dell’evento che abbiamo fatto a luglio del 2017”. Ogni anno come facciamo alla fine della campagna degli scavi “abbiamo aperto al pubblico. Organizziamo sempre manifestazioni, quest’anno abbiamo anche aperto il teatro. Il concerto nasce dall’idea di far conoscere il sito e non solo con scoperte ma pure con eventi“.

Musica e archeologia, che pure sembrano distanti, in questo caso si trovano l’uno al fianco dell’altra: “Ci sono analogie tra un artista e un archeologo- spiega ancora il docente dell’università del Salento, che insegna Topografia Antica e Aerotopografia archeologica- Abbiamo trovato dei punti in Comune. Ci siamo definiti cantastorie nel senso buono del termine, lui racconta storie di vita e noi raccontiamo storie attraverso lo scavo”.

L’area su cui stanno lavorando raggiunge gli 8 ettari, al suo interno “ci sono monumenti, alcuni che sono stati in vista per secoli, altri li portiamo alla luce noi”.
Aquinum “è una città romana di oltre 100 ettari” venuta alla luce quasi per caso: “Il Comune di Castrocielo ha ricevuto da un cittadino del posto in eredità il terreno dove stiamo scavando. Siamo partiti nel 2009 con 5 metri per 5, ora siamo su oltre un ettaro in estensione. Dopo 10 anni abbiamo portato alla luce un complesso termale di notevole interesse. Abbiamo scoperto statue, colonne, pavimenti in marmo, iscrizioni con mosaici su pavimenti”.

Un impegno che coinvolge 20-25 ragazzi a settimana: “Abbiamo centinaia di studenti ormai da tutta Italia e pure dall’estero che sono qui a scavare con noi. Il mio compito è anche didattico, insegnamo ai giovani a lavorare su cantiere, che è pure didattico e non solo di ricerca scientifica”.

Ricordare le scoperte fatte quasi emoziona il docente dell’università salentina ma romano di nascita: “Abbiamo scoperto 4 colonne di marmo di 4 metri di altezza, che sui social hanno avuto oltre 100mila visualizzazioni- racconta- Ma per quello che mi riguarda la scoperta fondamentale è stato un mosaico con una monumentale iscrizione di oltre 10 metri che celebrava il lavoro fatto da quello che era probabilmente il sindaco di Aquinum, il magistrato Marco Vecchio. Riportava la costruzione di un edificio termale, diviso per sesso, e di una palestra”.

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