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Oltre 800 migranti sbarcati a Vibo Valentia, fermati 6 scafisti

https://www.youtube.com/watch?v=k2mbFYPTpME&feature=youtu.be ROMA - Sono stati fermati i sei presunti scafisti che avrebbero condotto nella acque del Canale di Sicilia

Pubblicato:17-07-2015 13:33
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:27

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ROMA – Sono stati fermati i sei presunti scafisti che avrebbero condotto nella acque del Canale di Sicilia un gruppo di 835 persone di diversa nazionalita’ (Siria, Africa subsahariana, Eritrea, Etiopia, Palestina e Senegal) a bordo di due barconi e due gommoni.

Il gruppo di profughi e’ stato soccorso dal pattugliatore polifunzionale d’altura “Luigi Dattilo“, appartenente alla sesta squadriglia della guardia Costiera di Messina, che ieri sera e’ approdato nel porto di Vibo Valentia.


Durante il viaggio dal Canale di Sicilia al porto calabrese, i militari hanno immediatamente avviato le attivita’ per l’individuazione degli scafisti studiando i movimenti dei migranti. Una volta a terra, sono proseguiti gli accertamenti di polizia, carabinieri, guardia di finanza e guardia costiera che, anche attraverso le testimonianze fornite da alcuni migranti, hanno contribuito a definire le responsabilita’ delle sei persone fermate. La loro posizione e’ ora al vaglio della procura della Repubblica di Vibo Valentia. Successivamente si e’ provveduto alle attivita’ di sbarco delle 835 persone tra cui 615 uomini, 189 donne di cui 10 in stato di gravidanza ed anche 31 minori: tutti in buone condizioni di salute secondo quanto accertato dai sanitari dell’Asp vibonese. Dopo il primo soccorso e le consuete operazioni di identificazione, il grosso del gruppo e’ stato trasferito su dei pullman nelle strutture di accoglienza di altre regioni; 35 migranti, invece, rimarranno nella provincia di Vibo. La macchina organizzativa, predisposta dalla prefettura vibonese, ha mostrato ancora una volta grande efficienza e competenza; una squadra in cui hanno un ruolo importante e fattivo anche i volontari delle tante associazioni impegnate nel sociale.

 

Fonte: Redattore sociale

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